Commentiamo l’articolo di Clara Veneziani pubblicato sul Corriere del 15 Novembre 2024: “Il neurologo: Leggere e scrivere su carta è una medicina. L’allarme sugli adolescenti a Book City”.
«Leggere un libro è lasciarsi leggere dal libro: la carta attiva un cambiamento personale»: una frase di Adriano Monti Buzzetti, Presidente Centro per il Libro e la Letteratura, che ben riassume lo spirito dell’intervento del 14 novembre sull’importanza della lettura e, nello specifico, della lettura su carta. L’incontro, avvenuto presso la Fondazione Corriere della Sera (presente il direttore generale Roberto Stringa) e promosso dalla Federazione Carta e Grafica di Confindustria e dal Comieco, si è inserito nell’ambito della manifestazione BookCity Milano (un progetto che coinvolge editori, scuole e lettori per promuovere la cultura del libro) riunendo esponenti di varie fondazioni di spicco del territorio italiano in una tavola rotonda. Obiettivo: raccontare al pubblico perché, in un’epoca digitale, sia necessario promuovere la lettura e la scrittura su carta. Ma la digitalizzazione ha davvero anche un lato pericoloso? Passare le ore al cellulare, leggere da supporti informatizzati, scrivere al pc, sono azioni che possono influire negativamente sulle nostre funzioni cognitive? Il Dottor Pierluigi Brustenghi, neurologo e psicoterapeuta, non ha dubbi in proposito: «I ragazzi che abusano della digitalizzazione e degli smartphone diventano dipendenti dalla velocità, poiché stimolano l’area del cervello chiamata V3, adibita a ciò che si muove rapidamente. Nei giovani, questa [Articolo completo QUI]