Prima di addentrarmi nella spiegazione del Sinodo appena concluso è doveroso anzitutto fornire l’etimologia della parola “Sinodo”. “Sinodo” deriva dal greco “sunodos” e significa “viaggio fatto insieme”. Esso è quindi l’incontro tra i Vescovi per discutere della missione della Chiesa nel mondo. Queste assemblea consultiva viene convocata dal Sommo Pontefice affinché i membri collegiali lo consiglino in materia di fede.
SINODO 2024: STRUTTURA INIZIALE
Dal 2021 si attendeva il suddetto Sinodo il quale per la prima volta ha avuto la partecipazione attiva dei laici, con annesso diritto di voto. Esso si è svolto in tre fasi:
1) Celebrazione di apertura, avvenuta il 10 ottobre 2021 in una solenne Celebrazione Eucaristica alla quale hanno preso parte membri della Curia Romana, delegati fraterni, delegati della vita consacrata, consiglio dei giovani e ulteriori esponenti. Sempre in codesta fase è avvenuta la consultazione del popolo di Dio quindi un copioso confronto sulle tematiche da affrontare e da proporre al Sommo Pontefice. La fase di consultazione a sua volta è stata suddivisa in ulteriori cicli interni che sono i comitati e le commissioni. Le commissioni sono suddivise in teologica, metodologica, spirituale e per le comunicazioni.
Commissione teologica: essa è formata da differenti membri, che lavorano durante le sessioni plenarie per affrontare alla luce della dissertazione teologica le tematiche inerenti alla fede e da proporre alle assisi sinodali.
Commissione metodologica: ha la funzione di proporre alla Segreteria Generale del Sinodo un metodo di lavoro affinché le differenti consultazioni e il documento finale sia chiaro e comprensibile alla lettura di ogni singolo battezzato.
Commissione spirituale: il Sinodo è un cammino di fede. Esso è sostenuto dall’azione santificatrice dello Spirito Santo. Codesta commissione offre strumenti per la preghiera personale e le azioni liturgiche, che nelle differenti comunità sparse nel pianeta si incontrino per rendere lode a Dio Padre e Signore di tutti.
Commissione per la comunicazione: ha la finalità di promuovere mediante la Segreteria Generale un piano di comunicazione, affinché il messaggio proposto dai Padri Sinodali giunga nelle varie culture e sub culture mondiali. A seguire si attua la fase Diocesana e Nazionale; si stila quindi un documento preparatorio che offre una visione del tema del Sinodo. L’attuale è il seguente: “ Per una Chiesa Sinodale: comunione, partecipazione e missione”. Si forniscono così risorse affinché le diocesi, associazioni, congregazioni, conferenze episcopali e parrocchie possono riflettere per una maggior comprensione del tema proposto, sempre sostenuti dall’orazione affinché realmente agisca lo Spirito di Dio e non la volontà personalista del soggetto.
2) La seconda fase del Sinodo concerne il discernimento dei pastori. In questo frangente vi è una commissione preparatoria composta da come cita l’Art. 10 della Costituzione Apostolica Episcopalis Communio dal Segretario Generale del Sinodo e dai vari membri della Commissione. In seguito dal 4 al 29 ottobre 2023 suddetta assemblea suddividendosi tra momenti di lavoro e preghiera ha avviato la prima sessione Generale del Sinodo dei Vescovi sui suddetti temi: pastorale delle persone omosessuali, questioni degli abusi sessuali, ammissioni di uomini sposati al sacerdozio e l’inclusione delle donne al diaconato.
3) La terza e ultima fase è l’implementazione, ossia le indicazioni emerse durante le assisi sinodali e portate all’attenzione del Romano Pontefice in attesa di responso positivo o negativo.
SINODO 2024 COSA E’ ACCADUTO?
Dopo i numerosi anni di preparazione il 2 ottobre 2024 è stata convocata la seconda Sessione della XVI assemblea Generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, essa ha destato non poche perplessità circa la confusione che i partecipanti al Sinodo hanno creato. Convocare un Sinodo non significa adattare la Rivelazione alle istanze momentanee dell’uomo, ma piuttosto far luce all’umanità mediante l’incarnazione di Dio affinché l’umano si ricongiunga al divino, non secondo la volontà del soggetto, ma secondo la volontà del Sommo Creatore. Gesù Cristo è lo stesso di ieri, oggi e domani! L’argomento che ha destato scalpore è il ruolo della donna nella Chiesa. Le aspettative di alcuni rappresentanti presenti al Sinodo erano l’accesso delle donne al diaconato. La Chiesa non è una democrazia, non agisce su presupposti politici in base alle scelte della maggioranza. Essa è la sposa di Cristo; sacramento visibile dell’invisibile, che mediante l’azione dello Spirito Santo rinnova l’alleanza tra Dio e il suo popolo. Concedere l’accesso delle donne al diaconato significa inserirle nella gerarchia ecclesiastica, la quale per volere di Cristo è accessibile ai soli uomini. Non è una scelta patriarcale come molti hanno sostenuto, ma come già affermato ha fondamento in Cristo.
CHI PUO’ RICEVERE IL PRIMO GRADINO DEL SACRAMENTO DELL’ORDINE ?
Si precisa anzitutto che il Sacramento dell’Ordine è stato istituto da Cristo il Giovedì Santo durante la celebrazione dell’Ultima Cena. Nel dramma dell’imminente morte del Messia, Lui fa all’umanità un ulteriore dono: il sacerdozio ministeriale il cui scopo è il condurre le anime alla salvezza, mediante l’annuncio del Vangelo e la celebrazione dei Sacramenti. Il suddetto sacramento si suddivide in tra parti: diaconato, presbiterato ed episcopato. Per essere consacrati in ognuna delle parti vi è bisogno dell’imposizione delle mani del Vescovo che per l’episcopato ne richiede la presenza di tre(scriverò in merito un articolo). Possono accedere al Sacramento dell’Ordine i soli
battezzati di sesso maschile. Gesù ha scelto dodici uomini per formare il Collegio degli Apostoli ed essi sull’esempio di Cristo Maestro e Signore hanno designato i loro collaboratori, tra cui anche i diaconi. Si pensi a Stefano, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmenas e Nicola di Antiochia e molti altri. Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha scoperto nuovamente l’importanza e la validità del diaconato permanente, quindi di uomini celibi o sposati che scelgono di consacrare in modalità definitiva e piena la propria vita in Cristo. Essi però non accedono al presbiterato pur facendo parte della gerarchia ecclesiastica.
QUESTIONI ATTUALMENTE APERTE:
Il Cardinale Victor Manuel Fernandez Prefetto per il Dicastero della Dottrina della Fede ha manifestato lo sconforto che da tempo lo affligge circa il ruolo della donna nella Chiesa. Il porporato afferma che da tempo nelle Diocesi e parrocchie aleggia lo spirito maschilista circa la considerazione della donna. La visione di Sua Eminenza è riduttiva, in quanto differenti comunità parrocchiali, da sessant’anni attuando gli aggiornamenti conciliari affidano ruoli rilevanti alle donne, si pensi al ministero del catechista, che ha il dovere di trasmettere salda la dottrina della fede nel percorso propedeutico ai Sacramenti, ai ministri straordinari dell’Eucaristia che con dovizia portano le specie eucaristiche a chi verte in condizioni indigenti a causa dell’infermità fisica. Si ha una notevole presenza e integrazione di donne negli uffici di Curia per esempio la pastorale giovanile, sanitaria, scolastica e per l’insegnamento della religione cattolica. Esse con la propria scienza, svolgono un copioso lavoro a servizio della verità che è Cristo Gesù. Diversa invece la possibile integrazione e ordinazione di donne diaconesse. Come citato poc’anzi anche il diaconato è parte attiva del Sacramento dell’Ordine che Cristo ha riservato ai soli uomini.
REPLICA DEL SOMMO PONTEFICE FRANCESCO
Il Pontefice ha chiosato ribadendo che dalla Chiesa nessuno è escluso. Egli esordisce così:
Tutti, tutti, tutti! Non dobbiamo comportarci come ‘dispensatori della Grazia’ che si appropriano del tesoro legando le mani al Dio misericordioso. Ricordatevi che abbiamo iniziato questa Assemblea sinodale chiedendo perdono, provando vergogna, riconoscendo che siamo tutti dei misericordiati.
Egli reputa la rigidità peccato. E’ una locuzione molto vaga. La rigidità se non motivata, ma imposta per un atteggiamento autoreferenziale va in contrasto con la carità, ma se si prefigura a vantaggio e difesa del Depositum Fidei è necessaria, in quanto la fede, in particolare dei semplici va preservata da incursioni relativiste che generano a loro volta confusione e disordine. La Chiesa non ha mia escluso alcuno, anzi in nome di Dio Padre Misericordioso ha sempre annunciato il perdono, purché il soggetto realmente voglia accoglierlo. Oggi si preferisce sovvenire sui puri bisogni umani, danneggiando così l’anima, luogo primario in cui Cristo coabita. Non si annuncia più l’importanza del Sacramento della Confessione, quale cammino di rinascita personale e interiore e si reputano peccati le sole mancanze di attenzione verso il prossimo, che seppur doverose dinnanzi a Dio non sono il fine della fede. Una attenta confessione permette al singolo di accostarsi all’Eucaristia con profusione e grazie all’alimento celeste di condurre una vita a servizio di Cristo e dei singoli uomini.
RUOLO DELLA DONNA NEI SEMINARI
Una delle ulteriori proposte sinodali è la modifica del documento Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis per concedere alle donne un ruolo di formazione all’interno dei seminari, anche se non è chiaro come le donne possano agire nel processo di sviluppo e preparazione dei futuri sacerdoti. Il seminario è un istituzione con molteplici ruoli. In esso vi è anzitutto il rettore che svolge una funzione delicata, in quanto accoglie e veglia sui seminaristi per accettarne l’idoneità al Sacramento dell’Ordine. A seguire vi sono i padri spirituali, ossia coloro che guidano mediante la direzione spirituale e le frequenti confessioni i futuri sacerdoti accompagnandoli così ad una maturazione spirituale e personale, da condividere nel tempo con la comunità che verrà loro affidata. In fine vi sono i docenti che curano la preparazione teologica, biblica e umanistica.
Cosa significherebbe includere le donne nell’educazione dei futuri presbiteri? E’ fondamentale e accrescitivo l’incontro tra clero, seminaristi e figure femminili, ma se per inclusione si aderisce alla mentalità contemporanea non sempre in relazione con gli insegnamenti di Cristo si cede al personalismo e di conseguenza alla costituzione di progetti, ruoli e ministeri in relazione a quanto più desidera l’uomo e non Dio.