Antifona
Rallegriamoci tutti nel Signore, in questa solennità di tutti i Santi:
con noi si allietano gli angeli e lodano il Figlio di Dio.
Commento artistico-spirituale alla Prima Lettura della SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI – 01 Novembre 2024
Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg
«Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: “Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio”. E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele. Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: “La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello”. E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: “Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen”. Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: “Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?”. Gli risposi: “Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello”» (Apocalisse 7,2-4.9-14).
Davanti a noi sta la folla di santi e sante, descritta dall’apostolo Giovanni come «una moltitudine immensa, che nessuno può contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua». È la smisurata stirpe dei salvati che, stando davanti al trono dell’Agnello, testimoniano l’incalcolabile universalità della salvezza, donata dal Cristo a quanti seguono le sue orme.
La «Contemplazione dell’Agnello», miniatura dalla «Apocalisse Douce», realizzata in Inghilterra (1265-1270) da un anonimo, è conservata alla Bodleian Library dell’Università di Oxford.
L’immagine, colorata e impreziosita da foglia d’oro, mostra San Giovanni, in piedi, sul lato sinistro, con in mano una copia del suo libro l’«Apocalisse», mentre ascolta «uno degli anziani» che dalla finestra gli spiega chi sono quanti indossano le vesti bianche.
Il Maestro Riccardo Muti
In occasione del 65° compleanno, il maestro Muti ha dichiarato:
«Con il passare degli anni avverto sempre più spesso la tensione verso l’Infinito a cui apparteniamo e verso il quale siamo in viaggio. Le mie giornate lentamente si colorano delle tinte del tramonto: assaporo nostalgie che inevitabilmente metto nelle mie letture dei grandi capolavori e la musica diventa un vascello che mi accompagna nel mio viaggio verso il Trascendente. Non capisco quei direttori che con grande sprezzo si proclamano atei: come si fa a dirigere il “Requiem” di Mozart e affermare che Dio non esiste?».
don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.