Roberto Vecchioni, l’amato “Canta Parole”, l’amato dai giovani e meno giovani, che scandaglia le parole, il loro senso ed il loro senso per l’uomo, appassionato della cultura e della vita, alla trasmissione “In altre Parole” su La7, puntata del 21 Settembre c.a., diviene involontario ostaggio della cronaca mal riferita!
Cosa dissero “i genitori” di Fondi? Mah!
Qualunque giornale si apra in cerca delle parole dei genitori di Fondi, responsabili del trasferimento dei propri figli ad altra scuola, non si trova
alcuna testimonianza diretta del loro pensiero, e tutto sommato come additati come mostri, pur non utilizzato detto termine, sia chiaro.
Cosa dicono i giornali? In sostanza, e prendo da uno qualunque degli articoli reperibili in rete, scrivono:
“Classi separate per alunne ed alunni di origine straniera, contro ogni principio di integrazione – scrivono in una nota sui social network – La scuola deve includere e non discriminare, la scuola interculturale non è un ostacolo ma una ricchezza dove si impara a costruire comunità.” (Cf. QUI su Fanpage o un qualunque altro quotidiano, perfino Avvenire). Parole che fanno più da eco delle proposte estive del Ministro Giuseppe Valditara che a quanto avvenuto a Fondi.
Genitori indiani indignati
Mentre si riferisce dell’indignazione dei genitori indiani, (comunque in modo assai sommario) in realtà non si spiega con precisione cosa avessero pensato i genitori italiani giungendo al punto di decidere il trasferimento dei propri figli con ciò che comporta di disagi e di spese!
Il dire che avevano paura che un numero alto di alunni stranieri avrebbe rallentato l’apprendimento dei propri figli, non spiega minimamente il perché i genitori fossero giunti a questa conclusione, al di là della soluzione dei ventilati finanziamenti dei Pon di cui i giornali parlano.
ANSA aggiunge che Gurmukh Singh, rappresentante della comunità indiana, ha detto: “Si parla tanto di integrazione, ma qui si sta tornando indietro. Non ci fermeremo finché non verranno mischiate le classi”. resta da chiedersi: Con quali italiani si dovrebbero mischiare le classi? Dove trovarli?
Discriminazione e razzismo. Siamo sicuri?
Tutta la questione è stata buttata su discriminazione e “razzismo”. Non si approfondisce il problema della mancanza di scelte didattiche imprescindibili a fronte di personale necessario che manca in una nazione che vorrebbe promuovere la crescita culturale di tutti.
La soluzione viene ventilata dal conduttore della trasmissione Massimo Gramellini, il quale propone corsi di lingua ad hoc, in orario extra scolastico, soluzione assai discutibile visto che spesso nelle scuole mancano anche i semplici “post-scuola”, gli “spazio-compiti” e tutto ciò che potrebbe giovare anche per questo genere di situazioni. Senza poi spiegare perché in orario extra scolastico se è la scuola che deve insegnare. Ma quando l’attuale Ministro al Ministero dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, avanzò alcune proposte, anche migliorabili, di cosa si parlò? Principalmente, di razzismo! Questa la verità oltre la cronaca che stravolge i fatti!
Ecco, comunque, le parole di Roberto Vecchioni (La puntata intera al seguente link QUI) persona che stimo per tantissimi meriti ed ispirazioni, come non mancherò di spiegare più sotto nel mio video.
Cosa ha detto Roberto Vecchioni a La7?
Mi sembra che Vecchioni si lasci trascinare ad affermazioni imprecise, quando dice, per esempio: “Gli unici che protestano in questi casi sono i genitori, non gli psicologi, gli insegnanti o i ragazzi. Sono i genitori per questa loro febbre di vedere il loro figlio là, … in università, fare carriera … lo bloccano le lezioni date a medio tono … perché ci sono degli stranieri. Ma si può benissimo ovviare alla cosa …”.
Per prima cosa, in questi anni hanno ovviato alle difficoltà linguistiche e di diversità culturale, anche in merito a ciò che molte famiglie straniere pensano dell’utilità o meno della scuola, ed in modo disperato, solo gli insegnanti con tanta buona volontà, ma insufficienti risultati, e gruppi spontanei di volontari e insegnanti nelle parrocchie o in altri centri di volontariato! Per seconda cosa, in questi anni, il numero dei docenti necessari e delle ore di “compresenza di docenti” che garantivano l’affiancamento di alunni, in difficoltà per i più svariati motivi, sono sempre più velocemente diminuite. Che dire, allora? In guerra senza scarponi e senza fucili … Scusate il paragone poco aulico! Veramente a mani nude.
Il malessere degli alunni stranieri
Non si prende in considerazione, sulla stampa o in televisione, il malessere palpabile vissuto dai bambini stranieri, che si accorgono di non riuscire a capire i loro compagni di lingua italiana e che, alla lunga, si considerano incapaci di apprendere.
L’accoglienza, da parte di insegnanti e alunni, alla primaria, è molto buona, ne è un’intrinseca cultura, ma tempi e mezzi sono assolutamente insufficienti. Il risultato è che il problema si trascina, in molti casi, alla Secondaria di Primo grado come a quella di Secondo grado, specialmente negli istituti tecnici e professionali. Parlo dopo i miei diciotto anni di insegnamento alla primaria e da due anni ai professionali regionali, ove mi trovo a contatto con quasi solo alunni di cultura straniera nel numero di circa duecento. Ragazzi dotati di ottime capacità, ma che spesso non se ne rendono nemmeno conto.
L’impegno e sforzo diuturno degli insegnanti nella scuola Primaria
Molte sono nelle scuole primarie le iniziative di cosiddetta inclusione, ma i risultati sul piano didattico, non meno che relazionale, non sono proporzionati alle aspettative, il che si vede con il crescere dell’età, a meno che alle spalle degli alunni vi siano famiglie straniere che riescono a cogliere l’importanza della scuola per i loro figli e ne riescano a sostenere l’apprendimento. Non dimentichiamo, però, i diversi fattori che rendono difficile alle famiglie di stranieri seguire i propri figli nella scuola, tra le quali quelle di natura linguistica e le molte, troppe ore di lavoro specialmente per i papà impegnati tutta la giornata.
Mettersi nei panni dei genitori italiani
Mettiamoci nei panni di tanti genitori italiani, qui perché siamo in Italia, ma similmente in altri paesi! Non vedendo passi significativi da parte delle istituzioni, è chiaro che i genitori, preoccupati non tanto di vedere primeggiare i loro figli, ma di vederli apprendere, passino ad estreme soluzioni. Ma attenzione, a questa soluzione ricorrono non solo per la presenza di numerosi stranieri che non conoscono la lingua (il fattore determinante è comunque la non conoscenza della lingua), ma anche, in altre scuole in cui gioco e relazione prendono maldestramente il sopravvento sugli apprendimenti, altra grossa e grave questione, perché non condividono sempre l’attuale impostazione della didattica.
Rimando comunque, ora, al mio video sopra riportato e che prende le mosse dal Blog “Orizzonte scuola”.