E’ uscito da poco in libreria l’ultimo lavoro dello storico trentino Francesco Agnoli, Hitler, l’anticristo. La guerra del Führer alla Chiesa e ai cattolici (316 pagine, 18 euro), con prefazione del cardinal Gerhard Ludwig Müller, già stretto collaboratore di Benedetto XVI e curatore della sua opera omnia (https://www.iltimone.org/prodotto/hitler-lanticristo/).
Si tratta di un testo che affronta il nazismo in ottica storico-filosofica: vi è la narrazione dell’ascesa di Hitler, della sua azione politica, della sua abilità propagandistica, ma viene scandagliata anche la sua ideologia e la sua visione del mondo: dalla passione per l’astrologia e l’occultismo alle idee sulla
reincarnazione, dalla sua avversione al cristianesimo alla simpatia nutrita per le religioni pagane antiche e per quelle orientali.
Molte pagine sono dedicate anche alla vita e al pensiero dei suoi compagni di strada (Hess, Himmler, Goebbels, Bormann…), e ai filosofi tedeschi che “ararono il terreno” che avrebbe favorito molte componenti dell’ideologia nazista (nazionalismo, superomismo, eugenetica…).
Particolarmente interessanti e innovative le parti legate alla vita sentimentale del Führer e quelle in cui si raccontano le campagne di stampa costruite dai nazisti per screditare la Chiesa e i preti con la falsa accusa di “pedofilia”.
Hitler era infatti convinto che la persecuzione ai cattolici andasse condotta chiudendo giornali, circoli, scuole, ospedali cattolici, e nel contempo utilizzando giornali e radio per screditare gli uomini di Chiesa, accusandoli di omosessualità e pedofilia (peraltro ampiamente praticate dagli uomini delle SA che lo portarono al potere).
Come ricorda lo storico George Mosse, infatti, “tra il 1934 e il 1937 la Germania celebrò processi pubblici contro sacerdoti e monaci accusati di reati contro il pudore, benché alla fine solo 64 dei 25.000 ecclesiastici tedeschi inquisiti poterono essere dichiarati colpevoli, sia pure da tribunali prevenuti”.
La terza parte del libro è dedicata ai cattolici che lottarono spesso a costo della vita per combattere il nazismo, a quelli che si diedero da fare per salvare gli ebrei (il lettore scoprirà che tra costoro, insigniti in Israele del titolo di Giusti tra le nazioni, ci sono anche vari trentini), e al pontificato di Pio XI e Pio XII, strenui nemici tanto del comunismo quanto del nazismo.
Molte pagine sono dedicate soprattutto a chiarire le vicende di Pio XII, acclamato dal mondo cattolico e da quello ebraico, alla fine della guerra, come “defensor civitatis”, e poi improvvisamente finito sul banco degli imputati, come “imbelle” e “pavido”, anni dopo la morte, causa una campagna di stampa condotta sia dai comunisti sovietici e italiani, che non gli perdonavano il suo anticomunismo, sia da alcuni intellettuali sionisti che vollero vendicarsi così per la sua difesa dei diritti dei palestinesi scacciati da Israele a partire dal 1948.
da: La voce del Trentino