Antifona
Un segno grandioso apparve nel cielo:
una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi
e sul capo una corona di dodici stelle. (Ap 12,1)
Commento artistico-spirituale alla Prima Lettura della ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA (MESSA DEL GIORNO) – 15 Agosto 2024
Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg
Liturgia della Parola in LIS, sottotitolazione e audio a cura della CEI,
Conferenza Episcopale Italiana
«Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza. Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio. Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: “Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo”» (Apocalisse 11,19; 12,1-6.10).
Nella liturgia dell’Assunzione di Maria, s’incontra il misterioso personaggio della donna risplendente per la luce divina che le viene dal Figlio, «sole di giustizia».
Nel cielo appare «una donna vestita di sole» che stava per partorire e, contro di lei, immagine del popolo di Dio, si erge il drago, l’incarnazione del male, che Cristo risorto vince definitivamente.
La «Madonna Assunta» dipinta (2011) da Stefania Massacesi, presenta una giovanissima Maria che si libra sui cieli di una Gerusalemme martoriata. Nella scena si evidenzia la posizione delle braccia della donna che, con la mano sinistra, addita il Cielo contemplato in estasi mentre con destra indica il genere umano da dove proviene e di cui sempre farà memoria. Nel cielo, dipinto con sorprendenti varianti di turchese, si intravvede l’ombra della croce dietro l’Assunta e si colgono gli effetti della luce proveniente dall’alto, bianchissima nell’aureola, leggibile su volto, collo, mani, piedi di Colei che ha appena lasciato la terra dove per sempre è Madre di Gesù e, perciò, di tutti. Appena sotto di Maria, brillante nelle cromie dell’abito, i colori cambiano e raccontano della notte molto più lunga e nera che grava su Gerusalemme e, in senso lato, sull’umanità.
Nella composizione «Un arco di gioia» (1966), così conclude il poeta castigliano Emilio del Rio:
«Si vedevano le falci scintillare
al sole del Pane, che inginocchiate erano
un arco di gioia, come di ali.
La benedizione finale segnò l’uscita,
e il popolo andava accecato di polvere
gioioso, verso altro pianto e altre ore,
riconosciute ormai dal volo
che accompagna l’Assunta innalzata».
don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.