Famosi certo per l’opera letteraria del Manzoni, che ne seppe ritrarre i tratti più cari all’umile gente, i Cappuccini sempre incontrarono il favore della Chiesa e dei Papi, tanto che il Predicatore Apostolico è un frate Cappuccino ancora oggi.
Il Santo Papa Giovanni XXIII, il 12 Novembre 1961, al discorso in Piazza Pietro per per la beatificazione del Sacerdote Cappuccino Innocenzo da Berzo, disse: «È un santo moderno, un santo per il nostro tempo». Ma ci possono essere santi non più adatti a noi? No di sicuro. Il Santo Papa intendeva dire che la vita di quel santo aveva particolari caratteristiche sicuramente adatte a che gli uomini del nostro tempo potessero capire o, almeno, intuire l’importanza della santità oggi.
Non per niente, anche i Papi successivi si sono più e più volte prodigati in catechesi sulla santità e sui singoli santi, sia dei primi secoli che di tutto il corso della storia della Chiesa, che poi, è storia di Salvezza (Cf Dicastero delle cause dei santi) . Non ultimo, Papa Francesco, che ha eletto a suo personale Patrono San Francesco d’Assisi, ha indirizzato numerosi discorsi al Popolo di Dio sulla Santità, dedicando anche l’Esortazione Apostolica Gaudete et exsultate (San Pietro 19 Marzo 2018, Solennità di San Giuseppe).
Apparentemente sfidando il secolare insegnamento della Chiesa (Cf A. Eszer, Virtù eroica in Srcutatio.it), Papa Francesco ha anche affermato che la Santità non richiede eroi tanto che, chi tra noi è familiare alla conoscenza delle vite dei santi, non può non aver pensato all’espressione eroicità delle virtù, richiesta per introdurre le cause dei santi e concluderne l’iter con la beatificazione e successiva canonizzazione e si sarà chiesto cosa il Papa realmente intendesse. Molto semplicemente, il Papa, in una società che punte ai leader, agli eroi di guerra e non solo, agli uomini di successo, potendosi pensare ai santi o come a uomini rarissimi, o fuori del tempo, del nostro tempo, ha voluto far capire che la santità è quanto è richiesto al cristiano, alle persone più normali e semplici e che essa può essere conseguita da ognuno. Infatti, accanto all’esercizio in grado straordinario delle virtù, richiesto per essere portati agli altari, ad edificazione di tutta la Chiesa, essendo detta eroicità non profana, ma frutto della grazia corrisposta dalla volontà umana e risposta all’invito di Cristo, Voi, dunque, siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro, che è nei cieli (Mt 5, 48), essa è conseguibile per dono, per Grazia.
Quando, da adolescente, mi accostai alla Fede e vita cristiana, subito colsi che la vita di santità è la meta, che essa è da tutti perseguibile (doni straordinari a parte, riservati solo a pochi per specifici motivi a vantaggio di tutti) e quindi cercai, oltre che meditare il Vangelo, pregare e compiere opere di misericordia, corporale e spirituale, di dedicarmi alla lettura spirituale di testi ascetici e di vite di santi, detti agiografie, ovvero, scritti dedicati ai santi che mettono in luce come hanno potuto conseguire le virtù. Spesso esse illustrano anche doni straordinari, i quali evidenziano come queste creature siano segno della vicinanza e potenza di Dio.
Il primo santo che mi colpì, fu Santa Rita da Cascia, ben nota in gran parte del mondo, ma soprattutto il Beato Innocenzo da Berzo, Cappuccino, nato a Niardo in Val Camonica, terra non troppo lontana dalla mia città e Parrocchia del suo Ordine, o San Corrado Confalonieri da Piacenza, Terziario francescano.
Conservo ancora la prima immaginetta del Beato Innocenzo che ricevetti da Padre Tarsia per la benedizione della Casa: avevo otto anni. raffigurava il Beato circonfuso della luce di Cristo. Letta la sua vita, fu inevitabile conseguenza leggere ogni mese i profili di santi cappuccini che il Padre Andrea Bastiani, con cura, preparava e pubblicava su quelle modeste pagine del bollettino parrocchiale, -sul quale presi a scrivere anche io regolarmente-. Gradualmente questi profili uscirono in volumetti, ora praticamente irreperibili, e che invece meriterebbero ristampa ed ampia diffusione, conservando freschezza ed efficacia.
Negli anni, la Postulazione Generale dell’ O. F. M. Cap. ha moltiplicato le pubblicazioni sui santi dell’Ordine oltre che sulla ricostruzione della sua storia, che, di fatto, è principalmente storia di santità e misericordia. Sì, anche di misericordia, e non per fare necessariamente eco al Papa, che sempre ne parla, ma perché questi frati francescani, da quando presero le prime mosse nel 1525, fecero della misericordia il proprio cavallo di battaglia: curavano gli ammalati e appestati, spesso morendo di contagio, consolavano gli afflitti, vestivano gli ignudi, annunciavano la Parola del Signore in modo semplice e vigoroso, passando con le loro barbacce dalle contrade; entrando nelle case dei poveri quanto dei ricchi. Si dedicavano alla direzione spirituale delle anime ed al tribunale della misericordia, ovvero, alla confessione, ben anticipando il Santo Curato d’Ars.
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