Dopo lunga pausa, da non attribuirsi al Prof. Roberto Filippetti, riprendiamo a pubblicare a sua firma qualcuna delle sue pagine dal Diario Facebook. Un ‘Diario personale’ apre il mondo. In fondo, Facebook non è una versione
moderna del Diario classico? Però, è pur vero che ne modifica la natura, partecipando, purtroppo, di quella rapidità dell’ usa e getta, tipica della mentalità moderna e dei cosiddetti social, mentre il diario scritto a mano, senza fretta, spesso la sera, nel silenzio … conservato e poi, chissà, forse, dato alle stampe dopo anni e anni, e solo nel caso di grandi letterati o santi, diviene testimonianza eterna.
Riprendere, ogni tanto, queste pagine Facebook, e ‘rilanciarle’ dal nostro blog, è dire no all’effimero, ridare valore alle parole non vane, o un modo per dire di non considerare effimere le cose, se viste in Dio.
Potremmo però anche considerare la rapidità con la quale le parole si bruciano su questa terra, in positivo, quale
invito ad essere solleciti a camminare e correre verso la meta
perché la scala delle parole non lascia tregua.
Un modo per riconoscere valore a ciò che ne ha nella vita, per esempio, di Roberto, e di tante persone che incontriamo in questo pellegrinaggio lieto, c he sale la Croce.
Per la Redazione,
Marcello Giuliano
Dal Diario Facebook di Roberto Filippetti del 26 Giugno 2024 ore 05:52
Si chiama Elisa. La guardi negli occhi e ti par di averla già vista in un dipinto del Beato Angelico. Anche mamma Anna ti par d’averla già vista, forse in un film … Elisa è in sedia a rotelle. La mandibola e le braccia si muovono a velocità supersonica, ma papà Fabrizio-homo-faber, quando ha scoperto che Elisa, allora bambina, controllava solo un ginocchio, ha inventato un marchingegno grazie al quale la figlia potesse comunicare attraverso questo ginocchio.
Elisa si è da poco laureata in lingue e traduce testi dal russo. Mi viene in mente Ermanno, colui che giusto mille anni fa scrisse la “Salve Regina”.

Sabato sera per la festa finale è arrivata da CRemona l’orchestra di fiati “CRescendo” diretta da Giovanni Grandi, tutta composta da ragazzi. Musica travolgente: mi è venuto il torcicollo per guardare come due metri più in là Elisa ballava da seduta, sprizzando gioia da tutti i pori.
A chi mi chiede cosa ho visto nei tre giorni passati a Calambrone di Pisa, alla vacanza dei Quadratini, racconto fatti come questo e decine di altri simili.
Mai visti tanti problemi gravi di salute tutti insieme, e mai vista tanta LETIZIA.
Com’è possibile?
Guardandoci in faccia l’un l’altro, abbiamo la fortuna di tenere la coda dell’occhio su ciò che insuperabilmente dice l’amico Forese Donati a Dante (Purg XXIII 72-75):
girando, si rinfresca nostra pena:
io dico pena, e dovria dir SOLLAZZO,
Perché? Può mai la pena essere sinonimo di “sollazzo”, cioè di gustoso sollievo?
Sì, se “ci mena [ci conduce]
quella voglia
che menò Cristo LIETO a dire ’Elì’,
quando ne liberò con la sua vena”.
Salì in croce e disse “Elì”, Dio mio, Padre mio… quando ci liberò facendosi svenare.
Salì in croce LIETO: una roba dell’altro mondo, che ho avuto il dono di toccare con mano in questi tre giorni in questo mondo. Vedere per credere.