Pubblichiamo l’audio della meditazione: D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 6
Venerdì 11 agosto 2023 – Santa Chiara, Vergine
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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
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Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo sedicesimo del Vangelo di San Matteo, versetti 24-28, che, diciamo, è proprio il Vangelo perfetto per il ciclo di meditazioni che stiamo facendo sulla Sequela di
Bonhoeffer. Beh, diventa la sintesi di tutto quello che abbiamo detto in questa prima parte, questo primo paragrafo che abbiamo affrontato, ma diventa anche un po’ l’orizzonte nel quale è collocato tutto il testo che stiamo analizzando della Sequela di Bonhoeffer. Non dobbiamo mai dimenticare questo testo, quindi Matteo 16, 24-28:
«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua…»
Questa è la sequela.
E allora quest’oggi iniziamo un nuovo paragrafo intitolato “La chiamata alla sequela”. Ecco, vedete, molto, molto bello, sono sicuro vi piacerà tantissimo perché è veramente bello. Scrive Bonhoeffer:
«Nel passare di lì, Gesù vide Levi, figlio di Alfeo, seduto al banco della gabella, e gli disse: seguimi, ed egli si alzò e lo seguì» (Mc 2,14)
Adesso, Bonhoeffer commenta:
La chiamata risuona, e senza ulteriore mediazione segue l’azione ubbidiente di colui che è stato chiamato. La risposta del discepolo non è una confessione verbale di fede in Gesù, ma l’azione ubbidiente. Come è possibile questa immediata corrispondenza di chiamata ed ubbidienza? Per la ragione naturale si tratta di un fatto assolutamente scandaloso; la ragione naturale non può fare a meno di impegnarsi a scindere questa stridente successione di eventi: deve subentrare un termine medio, c’è qualcosa che dev’essere chiarito.
Per la ragione naturale c’è un termine medio che deve stare in mezzo tra la chiamata e l’obbedienza. Come appunto lui dice. com’è possibile questa corrispondenza tra chiamata e ubbidienza? Tra le due (chiamata e obbedienza) — che sono talmente forti — ci deve essere un qualcosa che sta in mezzo.
In ogni caso si deve trovare una mediazione, di tipo psicologico, oppure storico. Ci si chiede, stoltamente, se il pubblicano non abbia conosciuto Gesù già in precedenza, e se non sia questo il motivo per cui egli è pronto alla sequela sulla base della chiamata.
Vedete, già a quel tempo c’era qualcuno che diceva: “Non è che Gesù è passato, l’ha chiamato, quello si è alzato, ha lasciato tutto ed è andato, ma no! Il pubblicano sicuramente conosceva già Gesù in precedenza. È per questo che Gesù si è permesso di dire «vieni e seguimi» e lui subito si è alzato”. Anzi, stando al testo, Gesù dice solamente “seguimi”. Quindi a coloro che …
[Continua qui D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 6 – Veritatemincaritate]