Colletta
O Dio, tutte le creature sono in tuo potere
e servono al tuo disegno di salvezza:
rendi salda la fede dei tuoi figli,
perché nelle tempeste della vita
possano scorgere la tua presenza forte e amorevole.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Commento artistico-spirituale alla Prima Lettura della XII Domenica – ANNO B – 23 Giugno 2024
Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg
«Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano: “Chi ha chiuso tra due porte il mare, quando usciva impetuoso dal seno materno, quando io lo vestivo di nubi e lo fasciavo di una nuvola oscura, quando gli ho fissato un limite, gli ho messo chiavistello e due porte dicendo: Fin qui giungerai e non oltre e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde?”» (Giobbe 38,1.8-11).
Giobbe dopo aver rifiutato completamente i ragionamenti degli amici che cercano di consolarlo per le sue sofferenze come se fossero in qualche modo meritate, grida a Dio tra lamentele e proteste, l’interrogativo sul non riuscire a vedere il suo Signore, nel dubbio continuo che gli sia amico o nemico. Il brano è l’inizio della magnifica e sorprendente risposta di Dio che, in mezzo all’uragano, aiuta Giobbe a guardare oltre i suoi problemi e constatare la grandezza e la cura del Creatore per tutto quanto esiste. All’intervento divino che risponde con una lunga serie di contro-domande narrate in ben tre capitoli, Giobbe si rende conto di essere una creatura orante e, di conseguenza, che le vie di Dio sono oltre la sua comprensione, che tutte le cose parlano del Creatore e che Dio è libertà impossibile a ridursi in qualsiasi risposta. Nel seguito del libro biblico, Giobbe riconosce la vera presenza di Dio che continuamente si offre in amore alla piena autonomia di ogni persona.
«Il Signore risponde a Giobbe dal turbine», è un’incisione (penna e inchiostro nero, acquerellatura grigia e acquerello, su tracce di grafite) tratta dalle illustrazioni del libro di Giobbe, realizzata da William Blake tra il 1825 e il 1826 e ora al Metropolitan Museum of Art. Il pittore e incisore inglese che ha illustrato il libro di Giobbe con un grande ciclo di opere, presenta il momento in cui Dio, sorprendentemente risponde all’uomo biblico che a lungo ha gridato la sua fatica a comprendere quanto stava vivendo. Il Creatore, scende dal moto circolare del turbine per benedire Giobbe e la moglie che, fiduciosi, lo stanno contemplando, posti in ginocchio e in preghiera, alla sua destra, dove si trovano i beati. Davanti alle figlie prostrate a terra, il padre si presenta nella sua autenticità, solo in parte protetto da una coperta di lana ruvida.
Nel 1816 Giacomo Leopardi che leggeva la Bibbia in ebraico e greco, tenta di tradurre Giobbe, ma si ferma a questi primi versi: «Uom fu che ’l mal fuggia che Dio temea,
Retto, illibato in Us. Giobbe ’l nomaro.
Sette figliuoli e tre figluiole avea.
Fu l’aver suo divizioso e raro:
Cammei tremila avea, mille giumente,
buoi cinquecento ed altrettanti a paro:
del minor gregge settemila; e gente/in sua famiglia assai, così che grande
si fu tra tutti i grandi in Oriente».
don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.