“Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita a un essere umano”, così Papa Francesco al G7.

Il G7, che dal 2014 non vede la partecipazione della Russia, ha invitato il Santo Padre ad intervenire all’assise tenutasi in Puglia nel Giugno di quest’anno.

La grande stampa ha dato ampia risonanza non solo alla riunione delle potenze economiche e militari, ma alla stessa presenza del Papa intervenuto direttamente sul grande tema discriminante per ogni aspetto del futuro del pianeta che è “creato”. Naturalmente c’è chi l’ha criticato per aver accettato l’invito.

In un epoca in cui la Chiesa prende le distanze dalle alleanze con le potenze, ha senso intervenire in questi ambiti? Direi di sì e almeno per quattro motivi:

  1. La Chiesa vuole alzare alta la voce in temi che toccano radicalmente il futuro dell’uomo. Se poi non lo facesse, in seguito, si direbbe che la Chiesa si è disinteressata dell’uomo, chiudendosi nell’intimismo e abbandonandolo nel momento del bisogno vero, quale capire ove sia il bene e ove il male in queste gravi scelte.
  2. La Chiesa ritiene, e Papa Francesco ne è fortemente convinto, che anche i capi di stato siano uomini, amati da Dio e chiamati a realizzare, nella propria vocazione, il disegno per il quale Dio li pensa, specialmente nel momento in cui prendono decisioni che coinvolgono tutti.
  3. Il Papa ha incontrato i capi di stato nei momenti ufficiali, nei colloqui personali ed anche informali, cercando di favorire un clima di fiducia e l’ha fatto verso tutti.
  4. Nessuno sa cosa può avvenire nel cuore dell’uomo. La presenza del Capo supremo della Chiesa, Vicario di Cristo, è necessaria a sostenere ciascuno nella sua debolezza, ad incoraggiare nelle scelte giuste e nell’avvisare dei pericoli che si approssimano in conseguenza di scelte sbagliate.
  5. Nonostante i singoli capi di stato possano essere impotenti di fronte a situazioni e poteri sovranazionali economici ed ideologici, è pur vero che a volte possono intervenire orientando, dissuadendo, rendendo più difficili scelte sbagliate. Anch’essi hanno una coscienza. Altresì, la Chiesa deve in queste sedi rappresentare la voce delle coscienze e di Dio, come in effetti il Papa ha fatto.

Affidiamo alla lettura ed all’ascolto personale il discorso del Santo Padre

Intervento del Pontefice del 14 Giugno 2024 alla sessione comune del vertice che si è svolto a Borgo Egnazia, in Puglia, sul tema della intelligenza artificiale così come apparso su Vatican News del 14 Giugno c. a.

Uno strumento affascinante e tremendo

Gentili Signore, illustri Signori!

Mi rivolgo oggi a Voi, Leader del Forum Intergovernativo del G7, con una riflessione sugli effetti dell’intelligenza artificiale sul futuro dell’umanità.

«La Sacra Scrittura attesta che Dio ha donato agli uomini il suo Spirito affinché abbiano “saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro” (Es 35,31)» [1]. La scienza e la tecnologia sono dunque prodotti straordinari del potenziale creativo di noi esseri umani [2].

Ebbene, è proprio dall’utilizzo di questo potenziale creativo che Dio ci ha donato che viene alla luce l’intelligenza artificiale.

Quest’ultima, come è noto, è uno strumento estremamente potente, impiegato in tantissime aree dell’agire umano: dalla medicina al mondo del lavoro, dalla cultura all’ambito della comunicazione, dall’educazione alla politica. Ed è ora lecito ipotizzare che il suo uso influenzerà sempre di più il nostro modo di vivere, le nostre relazioni sociali e nel futuro persino la maniera in cui concepiamo la nostra identità di esseri umani [3].

[Continua QUI per il discorso tenuto dal papa in versione ridotta, mentre qui è possibile leggere la Versione integrale del Discorso preparato dal Santo Padre ma dal Santo Padre non pronunciata]

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Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O. F. M. Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Ancora con Padre Gianmarco Arrigoni O. F. M. Conv., Non è qui, è Risorto! Mimep-Docete, Marzo 2024.