“Le creature del mondo sono portatrici di salvezza”

Klee, intitolato Angelus Novus, 1920 Fonte web

Acclamazione al Vangelo

Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte

e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo. (Cf. 2Tm 1,10)

Commento artistico-spirituale alla Prima Lettura della XIII DOMENICA – ANNO B   – 30 Giugno 2024

Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg


«Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte, né il regno dei morti è sulla terra. La giustizia infatti è immortale. Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità, lo ha fatto immagine della propria natura. Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengono» (Sapienza 1,13-15; 2,23-24).

L’autore del Libro della Sapienza sostiene che «Dio non ha creato la morte» e che, anzi, il Suo progetto su ogni persona è decisamente per la vita. Dio non è responsabile di tutto ciò che porta alla morte (guerre, violenze, soprusi, abbandoni…), questo è opera del diavolo (che significa «colui che separa») che sin dall’origine ha fatto di tutto per allontanare i progenitori da Dio. Da allora, con il peccato è stata compromessa l’armonia del mondo ed è stata introdotta la morte. Chi scrive ribadisce che Dio a cui tutto appartiene, ha fatto bene tutte le cose, creandole in quanto «sono portatrici di salvezza». Egli è un amante della vita e ha fatto della terra una famiglia di persone libere, vive e destinate per sempre a una esistenza d’amore qui, nei limiti del tempo e dello spazio, e nella pienezza dell’eternità.


«C’è un dipinto di Klee intitolato Angelus Novus», annuncia il filosofo e critico d’arte Walter Benjamin dopo aver visto l’opera in una galleria d’arte di Monaco nel 1921. La creazione artistica «Angelus Novus», visibile al Museo di Gerusalemme, è uno dei numerosi quadri in cui Paul Klee ha raffigurato messaggeri che provengono da un «oltre» per portare benefici. «Vi si trova – continua Benjamin nella lettura di questo acquerello, raccolta nella nona delle “Tesi di filosofia della storia” – un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto».
A partire da questo Angelo della storia, Walter Benjamin suggerisce una profonda riflessione. «Abbiamo un debito con il passato, è a lui che dobbiamo ogni nostro attimo di felicità. Ogni gioia della nostra vita dipende dalla catastrofe che ci ha preceduti, che osserviamo inermi, mentre una tempesta ci attira al paradiso, al quale volgiamo le spalle. Ecco, è in questa ignoranza del futuro, in questo presente colmo di attimi messianici, che sta la redenzione da attuare nei confronti del passato. Dobbiamo assicurarci di donare un futuro migliore, per essere all’altezza del presente che ci è stato concesso e del passato che si è sacrificato per noi».


don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.

Print Friendly, PDF & Email
Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo.

Autore: Libertà e Persona

La nostra redazione si avvale della collaborazione di studiosi attenti alla promozione di un pensiero libero e rispettoso della persona umana, grazie ad uno sguardo vigile sulle dinamiche del presente e disponibile al confronto. Nel tempo “Libertà e Persona” ha acquisito, articolo dopo articolo, un significativo pubblico di lettori e ha coinvolto docenti, esperti, ricercatori che a vario titolo danno il proprio contributo alla nostra rivista online. Gli articoli firmati "Libertà e Persona" sono a cura dei redattori.