Antifona
Ascolta, o Signore, la mia voce: a te io grido.
Sei tu il mio aiuto: non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. (Sal 26,7.9)
Commento artistico-spirituale alla Prima Lettura della V DOMENICA DI PASQUA – ANNO B – 16 Giugno 2024
Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg
«Così dice il Signore Dio: “Un ramoscello io prenderò dalla cima del cedro, dalle punte dei suoi rami lo coglierò e lo pianterò sopra un monte alto, imponente; lo pianterò sul monte alto d’Israele. Metterà rami e farà frutti e diventerà un cedro magnifico. Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno, ogni volatile all’ombra dei suoi rami riposerà. Sapranno tutti gli alberi della foresta che io sono il Signore, che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso, faccio seccare l’albero verde e germogliare l’albero secco. Io, il Signore, ho parlato e lo farò”» (Ezechièle 17,22-24).
Gli abitanti di Israele e i popoli vicini conoscevano bene l’importanza di questo albero, diffuso nel Mediterraneo Orientale e simbolo del Libano. A nome di Dio, il profeta Ezechiele narra la parabola del cedro per rincuorare gli ebrei deportati come lui in Babilonia. Siccome, a causa dell’infedeltà del popolo all’alleanza con Dio, l’albero si è fatto infruttuoso, il Signore stesso ha deciso di dare inizio a un popolo nuovo senza rinnegare il patto di amore. Secondo la promessa – «Io, il Signore, ho parlato e lo farò» – egli recide la punta del cedro e la trapianta in un altro terreno per ottenere un albero enorme, sotto il quale gli uccelli dimoreranno. Come a dire che con questa opera di restaurazione, gli altri imperi riconosceranno la potenza e la grandezza di quest’albero, posto sul monte più alto, quello di Sion.
Nell’opera «I grandi alberi», Paul Cézanne dipinge tra il 1902 e il 1904, un primo piano di alberi, ricco di vivaci colori delle foglie, dei rami e dei tronchi, in una studiata composizione dall’esito tridimensionale dove lo sfondo aumenta profondità e vastità. Pure in questa tela dipinta a olio, ora alla Galleria Nazionale della Scozia di Edimburgo, l’artista francese si conferma maestro sensibile e abile nel rappresentare la bellezza e la magnificenza della natura secondo il suo dettato: «Tutto è, in arte specialmente, teoria sviluppata e applicata a contatto con la natura» (1903). L’insieme creato da Cézanne con pennellate brevi e incrociate, continua facilmente a incantare, mentre trasmette emozioni portatrici di serenità e contemplazioni affascinanti.
Quale raffinatezza suggeriscono alcuni versi della poesia «Negli alberi» (1985) di Adam Zagajewski poeta, scrittore e saggista polacco: «Negli alberi, nelle loro chiome, sotto sontuose / vesti di foglie e sottane di luce, / sotto i sensi, sotto le ali, sotto gli scettri, / negli alberi si cela, respira, palpita / una vita quieta, sonnolenta, un abbozzo d’eterno. / Prosperi reami crescono nell’ambone / delle querce. […] Vivremo a lungo negli intrecci di un arabesco, / nel balbettio dell’allocco, nel desiderio, nell’eco / senza casa, sotto sontuose vesti di foglie, / nelle chiome degli alberi, nell’altrui respiro».
don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.