RIFLESSIONE SUL NUOVO DOCUMENTO DEL DICASTERO PER LA DOTTRINA DELLA FEDE CIRCA LA PRATICA DELLA CREMAZIONE

Il 12 dicembre 2023, sua Eminenza il Cardinale Victor Manuel Fernandez, prefetto del Dicastero per
la dottrina della fede, con un apposito documento firmato dal Sommo Pontefice, approva la
possibilità di conservare nelle abitazioni le ceneri di un congiunto. Il Dicastero per la Dottrina della
Fede ha così fornito la risposta all’istanza posta dal Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il Cardinale Matteo Zuppi già Arcivescovo di Bologna.

AGLI ALBORI DELLA QUESTIONE

La Chiesa raccomanda vivamente che si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei
defunti; tuttavia non proibisce la cremazione, a meno che questa non sia stata scelta per ragioni
contrarie alla dottrina cristiana.

Il Cardinale di Bologna ha istituito tempo fa nella propria diocesi di appartenenza una commissione
che trovasse una valida soluzione all’ormai e sempre più diffusa pratica della cremazione e
soprattutto alla scelta di taluni di disperdere le ceneri del defunto in natura. Il Magistero della
Chiesa, dagli anni Sessanta del secolo scorso dopo i dovuti aggiornamenti conciliari, non ha più
contrastato la pratica funeraria della cremazione purché le ceneri venissero custodite nel cimitero. Il
Codice di Diritto Canonico al canone 1176 afferma:

La Chiesa raccomanda vivamente che si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei
defunti; tuttavia non proibisce la cremazione, a meno che questa non sia stata scelta per ragioni
contrarie alla dottrina cristiana.

In Italia secondo le statistiche dall’anno 2021 vi è stato un incremento del 34,44% delle cremazioni,
sia per ragioni economiche (esse hanno un costo inferiore rispetto alle inumazioni e tumulazioni),
sia e soprattutto per motivi culturali. L’epoca attuale (post contemporanea) sempre più secolarizzata
e relativista ha svanito la certezza della risurrezione fine ultimo di ogni cristiano e la morte è
sempre più pensata e vissuta come una fase finale, ove il corpo si dissolve nel nulla.

QUALI POSSIBILI CONSEGUENZE?
La conservazione delle ceneri di un congiunto nelle abitazioni oltre a sminuire il senso cristiano
della morte, fa incorrere nel rischio di ridurre questo evento certamente sofferto e drammatico ad
una nuova forma di feticcio. La Chiesa ricorda ad ogni battezzato che il Signore Gesù giudice dei
vivi e dei morti, principio e fine, alfa e omega alla fine dei tempi farà risorgere in anima e corpo
tutti coloro i quali hanno creduto e sperato in Lui. Tra questi anche chi si è avvalso
dell’incenerimento, in quanto la risurrezione dei corpi non implica il recupero delle stesse medesime
particelle di materia che lo compongono. La problematica rimane sulla conservazione dei resti
mortali, perché i cristiani in virtù dei Sacramenti appartengono a Cristo e nessuna pratica antica o
moderna che non sia consona alla dottrina può sminuirne il valore. Chi crede in Cristo forma con i
Santi il Suo corpo mistico e in virtù di esso a Lui in tutto appartiene.

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Autore: Emanuele Sinese

Emanuele Sinese è nato a Napoli il 24 Novembre 1991 e da anni vive a Bergamo. Ha frequentato l’Istituto di Scienze Religiose in Bergamo, conseguendo nel 2017 la Laurea triennale con la tesi Il mistero eucaristico in San Pio da Pietrelcina. Nel 2019 ha ottenuto la Laurea magistrale con la tesi La celebrazione eucaristica secondo il rito di San Pio V.  È insegnante specialista di Religione. Da ottobre 2024 prosegue gli studi presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.