Commento artistico-spirituale alla Prima Lettura della XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A – 19 Novembre 2023
Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg
Colletta
O Padre, che affidi alle nostre mani
le meraviglie della creazione e i doni della grazia,
rendici servi operosi e vigilanti,
perché facciamo fruttare i nostri talenti
per entrare nella gioia del tuo regno.
«Una donna forte chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore. In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto. Gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita. Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani. Stende la sua mano alla conocchia e le sue dita tengono il fuso. Apre le sue palme al misero, stende la mano al povero. Illusorio è il fascino e fugace la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare. Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani e le sue opere la lodino alle porte della città» (Libro dei Proverbi 31,10-13.19-20.30-31).
Nel brano che conclude il libro dei Proverbi, l’elogio della donna di forza, la donna valorosa, è chiamata in ebraico «‘esèt hayil» , così che le iniziali dei singoli versi formano l’intero alfabeto, confermano che si tratta di una femminilità completa e reale.
Il marito contento, affida a lei i progetti che gli stanno a cuore e «non verrà a mancargli il profitto». Dalle numerose attività si comprende che questa donna è davvero di carattere: creativa in ogni impegno, capace di far fruttare le risorse, oculata nella gestione della casa, saggia nel discernere il bene dal male, solerte nell’aiutare i poveri, abile donna d’affari.
«Illusorio è il fascino e fugace la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare». Perciò, ancor oggi, nella sera del venerdì, liturgicamente già festa del Sabato, secondo una antica consuetudine, il marito ebreo canta alla moglie lo «‘esèt hayil», come l’elogio.
Il dipinto «Una donna valorosa» è opera di Karla Gudeon che nel 1998 abbandona la carriera d’insegnante per dedicarsi a tempo pieno all’incisione colorata a mano, ad acquerello, riprendendo temi a lei cari. Più volte, l’artista che vive a Smithtown (New York), ha trattato il tema biblico della «‘esèt hayil», appunto dell’immagine della donna forte e valorosa, determinata e in grado di organizzare al meglio la vita familiare e sociale. L’artista rivela la particolare ispirazione narrativa nella rappresentazione lirica e popolare d’una donna pienamente a suo agio e in movimento nella natura ricca di fiori e di animali, in una dialogante espressione di colori propri dell’abito femminile. L’insieme dell’incisone acquerellata che porta sulla sinistra il titolo in ebraico è un’interpretazione gioiosa e luminosa.
Dalla storia della Mesopotamia, ecco alcuni versi della prima poetessa attestata nella storia dell’umanità, Enḫeduanna, donna dalla forte personalità, sacerdotessa e principessa, vissuta a Ur, nell’attuale Iraq, tra il 2285 e il 2250 a. C.:
«Signore di tutti i Me
risplendente di luce chiara,
Donna virtuosa, vestita dello splendore divino,
diletta del Cielo e della Terra».
don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.