Dalla pagina Facebook di Susanna Manzin QUI
Caro Fra Claudio, un anno fa non c’ero al tuo funerale ma adesso le mie vacanze in Toscana mi hanno permesso di partecipare all’Eremo di Minucciano alla S. Messa celebrata da Padre Lorenzo in occasione del primo anniversario della tua salita al Cielo. C’era tanta gente, molti avevano i fazzoletti in mano. Io naturalmente ero tra quelli. L’omelia di Padre Lorenzo è stata bellissima, ha citato tanti poeti e tu che sei un poeta avrai sicuramente apprezzato. Padre Lorenzo ogni tanto si doveva fermare, perché evidentemente il groppo alla gola non lo faceva continuare. Tra i fedeli c’erano anche i musicisti del Biglietto per l’Inferno. Sei sempre il loro leader, non solo
nell’esperienza musicale. [Ecco, qua ci sarebbe qualcosa da spiegare a chi non sa cosa sia quel gruppo, ma sto scrivendo a Fra Claudio, quindi non mi distraggo.]
Tornare a Minucciano non è stato facile, sapendo che non ti avremmo trovato sulla porta ad accoglierci. Mi sembrava di vederti, tutto indaffarato, a correre su e giù, a intagliare il legno, realizzare bassorilievi nel marmo, riordinare i libri della Liturgia delle Ore in coro. La cappella di San Bruno nel bosco dell’eremo, forse la tua ultima opera, è bellissima e abbellita con grande senso artistico. Tutto l’eremo è costellato dalla tua arte, questo rende ancora più struggente la tua assenza. Quando venivamo a Minucciano per trascorrere qualche giorno di preghiera e lavoro insieme a voi eremiti, la tua travolgente simpatia conquistava subito quelli che ti incontravano per la prima volta. Sgattaiolavi volentieri in foresteria, per vedere se avevamo bisogno di qualcosa, e si vedeva che ti faceva piacere chiacchierare con gli ospiti. Ascoltare il racconto della tua vita e della tua conversione era un insegnamento incoraggiante. Sei sempre stato alla ricerca della verità, del bello, dell’armonia. Hai peregrinato parecchio in quella tua personalissima “cerca del Graal”, prima di inginocchiarti davanti alla Beata Vergine del Soccorso e trovare lì la risposta a tutte le tue domande. La tua storia è così affascinante che sei stato anche invitato alla TV a raccontarla. Potrei testimoniare però, per quel poco che ho avuto occasione di conoscerti, che sei sempre stato umile e hai esercitato la virtù dell’obbedienza, ascoltando il tuo Superiore con amore e sottomettendoti alle sue decisioni, senza cercare una notorietà mediatica che avresti anche potuto avere. In un’epoca di preti che bivaccano nei talk show e di suore cantanti e ballerine, tu che valevi un milione di volte più di loro e avevi cose ben più edificanti da raccontare ti sei rinchiuso nel silenzio dell’eremo, a parte un paio di rare eccezioni.
Sono contenta di essere venuta, certo tante cose sono cambiate. Io per prima mi rendo conto quanto sono cambiata. E all’eremo non ci sei più tu che scolpisci un crocifisso e canti i vespri, con la tua voce fine ed educata all’armonia. Non ci sei più tu a offrirci con simpatica generosità la grappa a fine pasto (dopo avere chiesto rigorosamente il permesso al Superiore). Si fa fatica a riunire il vecchio gruppo di amici: non so se la vita sia diventata per tutti più complicata o se siamo noi a complicarcela, dando la priorità a cose che in realtà non sono così pressanti. Erano momenti importanti, sia per i benefici spirituali che si attingevano dalla frequentazione dell’eremo, sia perché si cementava l’amicizia tra di noi, nella simpatica autogestione della foresteria. Ma molte cose sono cambiate, e purtroppo non in meglio.
Ma bando alla malinconia, tu non vorresti queste lacrime. Dovrei essere contenta di avere un amico in Cielo, uno che ha pregato secondo le mie intenzioni (e con successo) quando era qui e che ora a maggior ragione può intercedere presso la Madonna che ha tanto amato. A noi il compito di continuare a tenere viva l’esperienza della spiritualità monastica, che tanti spunti ha per noi laici, anche raccontando la tua vita e il tuo esempio a chi non ha avuto la fortuna di conoscerti. Nella nostra cucina a Milano c’è il crocifisso che ci hai donato: ogni giorno nel nostro piccolo refettorio familiare ci sei anche tu.
Fra Claudio, sto realizzando una mostra sul monachesimo e metterò anche una tua foto su un pannello. Lo so, sei umile e magari non sei d’accordo, ma ho l’autorizzazione del tuo Superiore e quindi non puoi protestare. Credo che quel pannello sarà il mio preferito.