“Silenzio amoroso che parla dal cuore”

Sieger Köder, Elia sul Monte Oreb, 2015

Antifona

Volgi lo sguardo, Signore, alla tua alleanza,
non dimenticare per sempre la vita dei tuoi poveri.
Alzati, o Dio, difendi la mia causa,
non dimenticare la supplica di chi ti invoca
. (Cf. Sal 73,20.19.22)

Commento artistico-spirituale al Vangelo della XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A 13 Agosto 2023

Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg

«In quei giorni, Elia, [essendo giunto al monte di Dio, l’Oreb], entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: “Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore”.
Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna» (primo libro dei Re 19,9.11-13)

Elia («il mio Dio è Jahvè») nato a Galaad, ad est del Giordano, verso la fine del X sec. a.C., fu sacerdote

e profeta durante il regno di Acab, ed è ricordato anche come fondatore dell’Ordine carmelitano. Dopo aver vinto la sfida con i profeti di Baal, Elia sul monte Oreb si rifugia in una caverna per passarvi la notte.
Continuiamo la lettura del brano biblico attraverso la scrittura dell’artista tedesco Sieger Köder che, dopo aver vissuto la prigionia durante il nazismo, divenne sacerdote cattolico lasciando numerose opere fino a poco prima della morte (2015).

Nella tela «Elia sul Monte Oreb» il profeta è ritratto appena fuori della caverna, completamente vestito di rosso, compreso il volto ricoperto dalla mano destra mentre tutto attorno si svolge il passaggio del Signore. Probabilmente Elia si aspettava di incontrarsi con un Dio onnipotente e violento attraverso degli sconvolgimenti naturali. Invece, la manifestazione divina non è nel vento gagliardo (gli alberi appaiono troncati e spogli), non nel terremoto (le rocce sono sconvolte, le folgori solcano e attraversano il cielo scuro), non è nel fuoco (si alzano le fiamme).
Alla fine al profeta si rivela un Dio inedito, inatteso, fantastico: un Dio silenzioso, «una voce di silenzio sottile» (secondo il testo ebraico). Köder dipinge genialmente la sorpresa che rompe ad Elia gli schemi del passato rappresentando sulla mano sinistra una delle piccole foglie verdi mosse dal vento, «in una voce di silenzio fluttuante» come scrive il filosofo Martin Buber.
Assaporiamo la riflessione «Ecco il passaggio di Dio» postata sul sito delle Suore presenti nel Carmelo di Bruxelles.

«Fragile come il suono di una brezza leggera.

Nulla esiste tranne questo silenzio!

Questo silenzio amoroso che parla sul cuore.

Elia esce dalla caverna con tutto quello che sapeva di Dio.

Stupito, si vela il volto davanti al tenue respiro.

Per chi lo accoglie, è vulnerabile.

A chi ascolta, parla una nuova lingua».

don Tarcisio Tironi
direttore del M.A.C.S.

 

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Autore: Libertà e Persona

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