Il 24 marzo 1977 papa Paolo VI nomina Joseph Ratzinger arcivescovo di Monaco e Frisinga e il 28 Maggio dello stesso anno riceve l’ordinazione episcopale nel Duomo di Monaco.
Come motto scelse la locuzione Cooperatores Veritatis (collaboratori della verità), tratto dalla Terza lettera di Giovanni. Ratzinger offrì spiegazione del motivo affermando così:
«Per un verso, mi sembra che fosse questo il rapporto esistente tra il mio precedente compito di professore e la nuova missione. Anche se in modi diversi, quel che era e continuava a restare in gioco era seguire la verità, stare al suo servizio. E, d’altra parte, ho scelto questo motto perché nel mondo di oggi il tema della verità viene quasi totalmente sottaciuto; appare infatti come qualcosa di troppo grande per l’uomo, nonostante che tutto si sgretoli se manca la verità».
Tutta l’esistenza di Benedetto XVI è stata al servizio della verità che è Gesù. Egli si rese conto di come andasse preservata la dottrina da possibili incursioni personaliste e nichiliste, che oggi sembrano in svariati ambiti della società aver preso il sopravvento.
Il 27 Giugno 1977 papa Paolo VI lo nomina cardinale assegnandogli il titolo presbiterale di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino.
Nell’ agosto e ottobre 1978 partecipa ai due conclavi che eleggono al soglio pontificio Albino Luciani con il nome di Giovanni Paolo I e successivamente Karol Wojtyla con il nome di Giovanni Paolo II.
CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
Conosciuta come Santa Inquisizione, o Sant’ Uffizio, essa venne eretta il 21 luglio 1542 da papa Paolo III con la costituzione apostolica Licet ab initio. Lo scopo era difendere la fede da errori e eresie. Dopo un lungo periodo, nel 1908 papa Pio X riorganizzò il nome in Sacra Congregazione del Sant’Uffizio. Il 7 dicembre 1965 papa Paolo VI cambiò nuovamente il nome in Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, sostituendo la condanna con la comprensione, cercando quindi un dialogo, una mediazione prima di esporre una sentenza.
FUNZIONI DELLA CONGREGAZIONE:
Dottrinali: promuovere la teologia e la catechesi come azione evangelizzatrice per meglio comprendere il significato della fede
Controllo: esaminare tutti i documenti inerenti alla fede, per evitare contenuti che possano contrastare la dottrina.
Uffucio Matrimoniale: si occupa delle cause di scioglimento del vincolo matrimoniale in favore della fede (Dichiarazione di nullità del matrimoni).
Sezione disciplinare: Si occupa dei delitti contro la fede, la morale e la celebrazione dei sacramenti, promuove iniziative volte a favorire una maggior comprensione delle norme canoniche.
RUOLO DI RATZINGER ALLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
Il 25 novembre 1981 san Giovanni Paolo II papa, riconoscendone le capacità, lo nomina Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Fu un ruolo da lui ricoperto con dedizione e cura per venticinque anni. Egli dovette affrontare e risolvere le questioni scabrose, per esempio, lo scisma di Marcel Lefebvre, vescovo oppositore del Concilio Vaticano II che ordinò quattro vescovi senza l’approvazione della Santa Sede.
Altro eminente problema fu la Teologia della Liberazione, che sembrava attecchire anche in Italia. Un duro lavoro fu la lotta alla pedofilia, l’attuazione degli aggiornamenti proposti dal Vaticano II in materia liturgica, la collaborazione alla stesura del documento sulla libertà religiosa: Dominus Jesus. Nel 1986 firmò il documento intitolato Cura pastorale delle persone omosessuali, ove ricordava l’importanza di guidare chi manifesta tali tendenze, pur riconoscendo l’omosessualità un’inclinazione disordinata.
Di notevole importanza fu la pubblicazione avvenuta il 18 maggio 2001 del documento De delictis gravioribus (i delitti più gravi) ove veniva fatta esplicita richiesta ai vescovi di aggiornare e informare la Congregazione per la Dottrina della Fede circa i crimini gravi.
VIA CRUCIS DEL 2005 AL COLOSSEO
Il cardinale Joseph Ratzinger fu amato da molti, contrastato da altri. A Roma chi lo ha avvicinato, sia chierici che laici, lo ricorda come una persona giusta. Egli era un uomo umile, gentile, timido, ma sempre pronto all’accoglienza e all’ascolto. Non ha mai proferito offese verso alcuno e se costretto alla correzione sempre in nome di Cristo, Somma Verità e a favore delle anime ne spiegava le motivazioni, proprio come accadde il giorno del Venerdì Santo 2005, in occasione della Via Crucis al Colosseo (Giovanni Paolo II non poté presenziare a causa delle condizioni sempre più cagionevoli di salute), denunciando una cristianità stanca che ha abbandonato il Signore, ma anche gli abusi e la sporcizia che imperversavano nella Chiesa. Si riporta il suo personale intervento:
«Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano. La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti. Abbi pietà della tua Chiesa!»
CONCLUSIONE
In questo secondo articolo si è messa in luce una delle tante fasi di vita più complessa di Joseph Ratzinger, futuro Benedetto XVI in quanto, ricoprendo il ruolo di prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, ed essendo uno dei più stretti collaboratori del pontefice, ha guidato la Chiesa in uno dei periodi più complessi della storia, dove tra l’avanzare della secolarizzazione da un lato e la costituzione di nuove forme di vita familiare e affettiva che minavano la morale naturale e cristiana, dall’altro, egli ha cercato di rimettere Dio al centro per riscoprire l’identità dell’uomo e il fine per cui è creato: la vita eterna.