Antifona d’ingresso
Ecco, Dio è il mio aiuto,
il Signore sostiene la mia vita.
A te con gioia offrirò sacrifici
e loderò il tuo nome, o Signore,
perché tu sei buono. (Cf. Sal 53,6.8)
Commento artistico-spirituale al Vangelo della (DOMENICA XVI del Tempo Ordinaripio – ANNO A – 23 Luglio 2023
Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg
«Non c’è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose, perché tu debba difenderti dall’accusa di giudice ingiusto. La tua forza infatti è il principio della giustizia, e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti. Mostri la tua forza quando non si crede nella pienezza del tuo potere, e rigetti l’insolenza di coloro che pur la conoscono. Padrone della forza, tu giudichi con mitezza e ci governi con molta indulgenza, perché, quando vuoi, tu eserciti il potere. Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini, e hai dato ai tuoi figli la buona speranza che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento» (Sapienza 12,13.16-19).
Il libro della Sapienza, scritto in greco poco dopo l’anno 30 a.C. da un appartenente alla comunità giudaica di Alessandria d’Egitto, è formato da undici capitoli articolati in tre parti: confronto tra giusti ed empi nella vita e dopo la morte (c. 1-5); elogio della Sapienza di Dio, affinché diventi «la compagna della nostra vita» (c. 6-9); la sapienza nella storia della salvezza (c. 10-19).
Il brano citato appartiene a una sezione del terzo gruppo che tratta della filantropia divina.
Dopo aver solennemente professato la fede nel monoteismo, l’autore sacro sottolinea il modo di agire di Dio che, nella sua onnipotenza, è «indulgente con tutti», «giudichi con mitezza e ci governi con molta indulgenza». Da qui l’invito ad ogni persona ad amare concretamente i propri simili e a non perdere mai la speranza dal momento che c’è sempre spazio per il pentimento e il perdono.
La miniatura (ms. A.I.5-fol. 259r.) proveniente dalla Biblioteca del Monastero di San Lorenzo del Escorial (Madrid), commenta il versetto del libro biblico che dice: «La sapienza è infatti un tesoro inesauribile per gli uomini; chi lo possiede ottiene l’amicizia con Dio» (7,14). L’artista pone la Sapienza vestita di un abito rosso sormontato da un mantello blu altrettanto prezioso che, seduta su un trono solenne e con la corona sul capo, sta distribuendo in dono i libri ancora chiusi, nelle mani di due giovani che, grati e riconoscenti, partecipano contenti.
Sorprende che nella scena, davanti agli studenti siano miniati rispettivamente un anziano e un adulto nell’atto di omaggiare la sapienza consegnando le rispettive corone.
Charles Péguy nel «Il portico del mistero della seconda virtù» si rivolge a questa per far comprendere il valore delle parole di Cristo, sapienza di Dio.
«Gesù non ci ha dato neanche delle parole morte.
Gesù Cristo, bambina, non ci ha dato delle conserve di parole
ma ci ha dato delle parole vive
da nutrire./Le parole di vita
le parole vive non si possono conservare che vive
nutrite, portate, scaldate, calde in un cuore vivo».
don Tarcisio Tironi,
direttore M.A.C.S.