Dal Diario Facebook di Sabato 3 Aprile 2023
Una giovane amica studentessa universitaria a Padova – Sofia – sta approfondendo Petrarca in vista di un esame. Ieri, volendo immedesimarci per un giorno nell’esperienza di questo poeta, siamo andati a visitare
Arquà Petrarca, delizioso borgo (il secondo nella classifica dei borghi più belli d’Italia) nel cuore dei Colli Euganei che proprio lì s’inarcano ad abbracciarti (Arquà: arquata).
A Petrarca piaceva rifugiarsi in luoghi come questo o come VALCHIUSA, vicino ad Avignone: “luoghi ameni”, immersi nel verde, chiusi e protettivi come un grembo materno… E lì (magari coccolando la propria gatta, di cui si conserva la mummia) immergersi nella lettura dei classici e nella scrittura, protetto e abbondantemente finanziato dai mecenati che se lo contendevano Ad Arquà si ammira la sedia del poeta, emblema di un uomo che ha passato gran parte della vita seduto a leggere e scrivere.
Petrarca ha toccato l’apice del successo, a Roma è stato incoronato Poeta dal re di Napoli (un po’ come sarebbe oggi il Nobel per la Letteratura), ma neanche questo lo ha appagato (vale per lui ciò che dirà Pavese quando vinse il premio Strega: “A Roma apoteosi. E con questo?”). Tutta la sua vita è stata attraversata, com’egli scrive nel “SECRETUM”, da una strana SECREZIONE INTIMA di sapore acre ed acido che egli chiama appunto “acedia” o “aegritudo”, che è poi il “tedio” di Leopardi o lo “spleen” di Baudelaire.
Petrarca ha amato Laura, donna vera e simbolo del Lauro: l’idolatrata corona d’alloro della gloria letteraria. Ma Laura è morta nella peste del 1348 e il Lauro tanto bramato non lo ha soddisfatto.
Con Sofia siamo andati ad Arquà Petrarca a fare esperienza del Senso Religioso. La CONFORT ZONE non basta; il successo non soddisfa il “cuore”; il “divus” moderno – di cui Petrarca è l’archetipo – s’illude di conquistare il cielo facendo grandi cosa sulla terra, ma non trova ali adeguate, come confessa egli stesso: “Qual grazia, qual amore, o qual destino / mi darà penne in guisa di colomba, / ch’i’ mi riposi, e levimi da terra?”
Tornando verso casa, Sofia ed io non avevamo dubbi: la “confort zone” non fa per noi. A Laura preferiamo di gran lunga Beatrice. E una vita all’insegna del “Mai più tranquilli”!