“Complimenti per il tuo avvocato!”

Fratelli Zugravul, Creazione del mondo, 1596, monastero ortodosso di Sucevita -RomaniaFonte Diocesi di Bergamo

Alleluia

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 

16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito

perché rimanga con voi per sempre

Commento artistico-spirituale al Vangelo della VI DOMENICA DI PASQUA – ANNO A 4 Maggio 2023

Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg

Chi da «cristiano» o «cristiana» s’affida a Cristo e vive secondo la sua parola, è ben difeso anche nelle situazioni peggiori, come san Giovanni rassicura: «Figlioli miei, se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto» (Prima lettera 2,1). Il Paràclito è «il chiamato accanto a qualcuno», un avvocato

difensore, un assistente che aiuta e accompagna. Gesù, durante l’Ultima Cena, prega il Padre per i discepoli, prega per noi. Nel brano evangelico (Giovanni 14,15-21) dichiara: «Pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità». Gesù parla di «un altro Paràclito». Mentre continua infatti a fare l’avvocato difensore dei discepoli, sostenendoli e consolandoli, egli annuncia che, dopo il ritorno al Padre, sarà lo Spirito a continuare tale servizio.
Nella parte dell’affresco sulla «Creazione del mondo», dipinto dai due fratelli Zugravul nel 1596, sotto un arco nella chiesa del monastero ortodosso di Sucevita (Romania), a sinistra e a destra si intravedono le mani dei due angeli che sostengono rispettivamente il sole e la luna.
Nell’immagine centrale, Dio Padre – riconoscibile per il nimbo a otto punte, attorno al capo – è circondato dalla cosiddetta «gloria», un riflesso a forma di mandorla. Secondo l’abitudine da secoli in uso negli ambienti bizantino e latino, il Padre è qui rappresentato con il volto di Gesù Cristo, colui che l’ha rivelato, come disse il Maestro all’apostolo Filippo e come rispose ai Giudei: «Io e il Padre siamo una cosa sola».
Il Padre che si identifica con il Figlio – come confermano le lettere IS CS («Gesù Cristo») poste sopra il capo – tiene nella sinistra il rotolo e benedice con la destra una grande colomba con la stessa aureola crociata del Padre e del Figlio, al centro della «gloria», con il medesimo nome «Gesù Cristo». I due scrittori-teologi Zugravul riscrivono in immagine, la promessa del Cristo: «il Padre vi darà un altro Paràclito» perché se già abita «presso di voi», poi sarà «con voi per sempre» fino a essere addirittura «in voi». Rappresentando il Paràclito nella forma corporea della colomba, i fratelli moldavi sin dalla Creazione fanno coincidere il Cristo con lo Spirito Santo e attualizzano l’impegno del Maestro ai suoi: «Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete».
Quindi, da cristiani, grazie all’azione di questo Avvocato, continuiamo a seguire Gesù per crescere ogni giorno nell’amarci vicendevolmente. Agostino, nel Dibattito con Felice Manicheo, (397-398), aveva chiaro il compito dello Spirito: «Non si legge nel Vangelo che il Signore abbia detto: “Vi manderò il Paràclito che vi insegnerà come vanno il sole e la luna”. Voleva formare dei cristiani, non dei matematici».
don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.

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Autore: Libertà e Persona

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