«Il Risorto e l’apostolo Tommaso». La luce fa schiudere muri

Velasco Vitali, Il risorto e l’Apostolo Tommaso, Lezionario della Chiesa Italiana, 2007-2009

Víctmæ pascháli láudes: ímmolent Christiáni.

Agnus redémit oves: Christus

ínnocens Patri reconciliávit

peccatóres.

Mors et vita duéllo conflixére miràndo:

dux vitæ mórtuus, regnat vívus.

Dic nobis, María, quid vidísti in via?

Sepúlcrum Christi vivéntis: et glóriam

vidi resurgéntis.

Angélicos testes, sudárium, et vestes.

Surréxit Christus spes mea: præcédit

vos in Galilǽam.

Scímus Christum surrexísse a mórtuis

vere: tu nobis, victor Rex, miserére.

(Traduzione in italiano QUI)

Commento artistico-spirituale al Vangelo della II DOMENICA DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIA – 16 Aprile 2023 ANNO A

Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg

Nel «Lezionario» – il libro per l’annuncio della Parola nella celebrazione della Messa – sono contenute le letture dell’Antico e del Nuovo Testamento con a fianco, secondo la tradizione della Chiesa, immagini «narranti» il

significato dei passi proclamati, con la scrittura artistica: è la proclamazione-mostrata della parola di Dio.

Dal 2007 al 2009 la Chiesa italiana ha predisposto un «Lezionario», in nove volumi, per i vari tempi dell’anno liturgico, con 211 tavole create da 88 pittori che, di volta in volta, «riscrivono artisticamente» il brano biblico, realizzando così una vasta galleria d’arte sacra contemporanea.
Nell’immagine di Velasco Vitali – pastello e acquarello su carta in «Lezionario domenicale e festivo, Anno A», tra pp. 252 e 253 – leggiamo il brano del Vangelo di Giovanni (20,19-31) che parla de «Il Risorto e l’apostolo Tommaso».
Nel Cenacolo, a porte chiuse, la sera del «primo giorno della settimana», in assenza di Tommaso, il Risorto appare agli apostoli, mostra i segni della passione, dona la pace e lo Spirito. Al racconto di ciò che è avvenuto, l’apostolo reagisce dicendo: «Se non vedo… io non credo». Il Signore comprende tutto questo e otto giorni dopo la Pasqua, si presenta agli undici in casa e invita Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!».
Vitali dà forma con efficacia al testo evangelico dividendo in due il racconto. Nella parte superiore della tavola, colorata di leggerezza, a destra si legge il Risorto, in movimento e nella quella sottostante, al centro, compare in cerca di luce un grande occhio aperto che sta per essere sfiorato da un dito. Si tratta infatti dell’indice d’una mano destra che viene dall’alto, disegnata dall’artista con una sottile linea di pastello azzurro come il manto del Risorto. È evidente il richiamo biblico: l’espressione «dito di Dio» nell’Antico Testamento indica la cura attenta, premurosa di Dio verso le creature da lui plasmate e nel Nuovo Testamento è applicata al Cristo che dona salvezza.
Gesù con la mano guarisce Tommaso che non vede perché non crede, ridandoli la capacità della «vista» e afferma: «Beati coloro che credono senza vedere». Il Risorto chiama beati, felici, realizzati pure coloro che fanno fatica a credere, chi ricomincia, chi cerca a tentoni, appunto chi non vede, come l’apostolo.
Lasciarsi guarire, ascoltare la parola che ricrea e che narra la convivenza di Dio con la storia e con le nostre storie, può diventare per ognuno una memoria incantata, in una ripresa di vita, come lo fu per Tommaso.
Infatti – recita un frammento mirabile d’una poesia di Pierluigi Cappello – «la luce, se nasce fa schiudere muri».
don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.

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Autore: Libertà e Persona

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