Era più darwinista Darwin o i suoi seguaci?

Charles DarwinFonte Wikipedìa

Questo dubbio che sollevo, apparentemente sciocco, ha qualche ragion d’essere alla luce dell’analisi degli scritti di Darwin confrontati con l’interpretazione che ne è stata fatta dai suoi seguaci.

Un punto del suo pensiero poco valutato è il seguente: come si concilia la sua teoria dell’evoluzione delle specie dovuta a selezioni per cause genetiche ed ambientali – che quindi escluderebbe interventi divini – con il creazionismo, che presuppone invece l’azione di un Creatore, mai negato aprioristicamente dallo scienziato?

La questione è certamente posta in modo molto superficiale: una teoria non esclude l’altra se si presuppone

un Creatore che si limita ad un intervento di creazione iniziale lasciando che l’evoluzione si determini seguendo le leggi naturali insite nell’ordinamento cosmico. Il dubbio, poi, non riguarda solo l’esistenza o meno di un Creatore, ma anche la connotazione della sua azione: solo demiurgica (input creativo iniziale senza altro seguito) o anche deterministica, cioè, controllata, plasmata ed orientata ad un fine? 

Il positivismo scientifico degli ultimi due secoli ci ha voluto consegnare Darwin come un campione di ateismo, quasi sprezzante dell’esistenza di Dio. Presupposto, questo, per un materialismo che non lascia spazio a scrupoli etici ricollegabili a questioni metafisiche.

Il riflesso di questa esclusione di Dio dalla società umana è stato purtroppo il diffondersi di molte ideologie che si sono sviluppate a partire da teorie di selezione della specie e sopravvivenza o preminenza del più adatto (per esempio razzismo, eugenetica, malthusianesimo, ma anche, per certi versi, eutanasia e aborto).

Ma Darwin rientrava davvero in tale cliché? Ha incarnato pienamente lo stereotipo dello scienziato ateo e materialista o solo fino ad un certo punto? 

Per affrontare la questione, partiamo dalla valutazione di alcuni principî etici e dalla formazione spirituale del Darwin storico (non di quello diffuso dall’agiografia positivista).

La vita ed il pensiero di Darwin presentano infatti situazioni, che possono creare imbarazzi a chi lo vuole presentare come uomo di scienza tutto d’un pezzo. Chi volesse esaltare la figura di un libero pensatore, affrancato da ogni scrupolo etico, fondato sulla fede cristiana, deve fare i conti con parecchie ambiguità.

Darwin, il pio?

Contrariamente a quel che si pensa, Darwin fu uomo di una certa sensibilità religiosa, mai nascosta. Cresciuto secondo i buoni principi dell’alta borghesia inglese di inizio Ottocento, arrivò, ad un certo punto della sua formazione, ad abbracciare studi teologici, col proposito di dedicarsi alla carriera ecclesiastica. E, del resto, morì confortato dai sacramenti.

Certamente non è il caso di presentare Darwin come modello di santità cristiana. Tuttavia, possiamo affermare che mai Darwin rinnegò la sua fede o che utilizzò polemicamente le sue teorie contro la fede. 

Anche le sue ipotesi evoluzioniste, lungi dal negare la presenza di un Creatore, partono da un presupposto di superiore rispetto della divinità. Pareva infatti a Darwin poco riguardoso pretendere che il Creatore si affaccendasse continuamente a intervenire con distinte opere di creazione delle specie. Bastava l’input iniziale: la Natura aveva inscritte in sé, secondo i voleri divini, le leggi per svilupparlo.

In linea con questa convinzione, nell’ultimo capitolo de L’origine delle specie[1],  Darwin afferma: 

“Io credo che gli animali discendano al massimo da quattro o cinque progenitori e le piante da un numero di progenitori uguali o inferiori. L’analogia mi porterebbe ancora un passo avanti, cioè mi indurrebbe a credere che tutti gli animali e tutte le piante discendano da un unico prototipo”[2].

Leggendo L’origine delle specie, ci imbattiamo, poi, in molteplici e interessanti accenni all’opera creatrice di Dio. Ad esempio, all’inizio del capitolo 2 – ‘La variazione in natura’[3], il nostro scrive che

“Il termine specie contiene un elemento imponderabile, ossia un atto separato di creazione”. E laddove, in vari altri contesti dell’opera, si parla di creazione, creature, creato, non è possibile prescindere, nella mente dell’autore, dall’esistenza di un Creatore.

Riconsiderando l’opera di Darwin alla luce del suo mai rinnegato senso religioso, risulta poi particolarmente interessante, quanto espresso alla fine dell’introduzione de L’origine delle specie[4]

“Dopo aver profondamente meditato e giudicando con tutta l’imparzialità di cui sono capace, non ho più dubbi sul fatto che l’opinione sostenuta da molti naturalisti non sia errata. Mi riferisco all’idea che ciascuna specie sia stata creata indipendentemente. Sono profondamente convinto che le specie non sono immutabili, ma discendono da qualche altra specie, per lo più estinta”. 

È la teoria della filogenesi, sviluppata dal Lamarck sin dal ’700. Dunque, questo aveva in mente Darwin quando diceva: ‘Natura non facit saltus’.

La natura non fa salti, ma il pensiero di Darwin sì 

In effetti, la natura non procede per salti: ci possono essere innumerevoli variazioni nell’ambito di una specie, ma i passaggi tra specie e specie sono sempre stati supposti, mai dimostrati. Per convenzione (anche se l’argomentazione non mette d’accordo tutti gli studiosi), si parla di specie per definire un gruppo di individui geneticamente isolato, cioè, non fertile con individui di altre specie.

Esiste, infatti, una barriera invalicabile fra una specie e l’altra, definita dalla natura stessa. Tuttavia, è vero anche che Darwin ha ipotizzato misteriose porte che hanno permesso il passaggio da specie inferiori ad altre superiori: queste porte sono state chiamate ‘anelli di congiunzione’. Esse costituiscono il momento in cui la natura è costretta a fare il salto, potremmo dire, forzando le sue leggi. 

Gli anelli di congiunzione

E qui nasce un quesito che assume risvolti problematici: come poteva Darwin ipotizzare anelli di congiunzione, ovvero salti da una specie ad un’altra, dal momento che escludeva alla natura la possibilità di compierli? Per spiegare tali salti evolutivi, Darwin e i suoi seguaci hanno teorizzato infiniti passaggi, adattamenti determinati da selezione naturale, uso o disuso di organi, influenze ambientali di vario tipo. 

In mancanza di migliori giustificazioni, si è ricorsi (soprattutto da parte dei neo-darwinisti) all’azione del ‘caso’. Che però è una spiegazione di comodo, non all’altezza della statura scientifica di Darwin. Si tratta, infatti, di una non-spiegazione, antiscientifica in quanto elusiva. 

Guarda caso, (e allora guardiamolo bene!) questo signor ‘caso’, che dirige la natura verso forme più evolute, assomiglia ad un Deus ex machina, cioè, un ad attore esterno: si potrebbe allora con buona ragione (e ragionevolezza) dire che il caso sarebbe pseudonimo di Dio. La natura, che evolve continuamente, lo fa perché ha inscritto in sé leggi infinitamente complesse e perfette che non può essersi data da sé.

Va osservato che anche il pensiero di Darwin, ad analizzarlo bene nei suoi scritti, evolve e compie dei salti. E, in ultima analisi, questi salti non sono certo dovuti al caso ma, più prosasticamente, a situazioni di opportunismo.

E qui si rivela, una volta di più, l’ambiguità di uno scienziato double face.

Prima faccia: nobiltà, umiltà ed apertura mentale

La grandezza che va riconosciuta a Darwin, come scienziato, è quella del metodo di studio adottato: la ricerca paziente, lenta, ma precisa, l’estrema cautela nel formulare ipotesi e teorie, l’apertura a critiche costruttive, l’umiltà nel riconoscere i propri errori, il rispetto per ogni obiezione. A conferma della sua onestà, citiamo nell’opera principale, L’origine della specie[5], il passaggio in cui ammette candidamente: 

“Se si potesse dimostrare che esiste un qualsiasi organo complesso, che non può essersi formato tramite molte tenui modificazioni successive, la mia teoria crollerebbe completamente”. 

Ed oggi, tra le più chiare dimostrazioni dell’insostenibilità della teoria evoluzionistica, c’è proprio questa motivazione: la cosiddetta’ ‘complessità irriducibile’ di certe strutture organiche, il cui funzionamento dipende dall’interazione di molte parti tra loro; meccanismi che nell’insieme non funzionerebbero affatto se solo una delle parti mancasse o non lavorasse appropriatamente. Sistemi che non possono essersi formati per lenta evoluzione, ma debbono necessariamente essere stati progettati e composti tutti insieme. 

Seconda faccia: l’opportunismo e il carrierismo

Certo, questa nobiltà ed apertura nei confronti di critiche avverse, la pacatezza espositiva, il rispetto delle teorie ‘creazioniste’, furono massime all’inizio della propria carriera, quando le proprie ipotesi erano avversate dalla maggior parte del mondo accademico e dall’opinione pubblica. Tuttavia, con il passar degli anni e con la progressiva accettazione delle teorie evoluzionistiche, mutò l’atteggiamento di Darwin nei confronti di chi le rifiutava, assumendo tratti più polemici e un po’ meno tolleranti. 

Ecco delineate, in estrema sintesi, alcune ambiguità di un personaggio, che si presta a strumentalizzazioni di opposte fazioni.

Conclusioni

Ognuno può trarre le proprie conclusioni considerando il pensiero di Darwin a partire dai suoi stessi scritti. Potrà così valutare se è preminente la statura del Darwin araldo di un positivismo granitico ed improntato ad un ateismo inflessibile, consegnatoci dai libri di storia e da quelli che leggiamo a scuola, ovvero, dello scienziato che onestamente continua a porsi dubbi, disposto a mettere discussione le teorie avanzate in precedenza; atteggiamenti, questi ultimi, che non sono da considerare espressioni di incostanza e incoerenza, bensì, tipici di una mente prudente, leale ed aperta.

Non si tratta qui di fare revisionismo a fini ideologici, ma di suscitare un approfondimento di carattere epistemologico, che riguarda, cioè, la filosofia e il senso della ricerca scientifica. 

Soprattutto in questi tempi, occorre sottrarre la scienza alle lusinghe opportunistiche culturali, politiche, economiche o a qualsiasi ritorno carrieristico.

I grandi scienziati sono quelli che hanno fondato la loro ricerca anteponendo l’amore del vero. Una tensione di ricerca fondata sul desiderio di voler conoscere l’oggetto per ciò che veramente è. Il che esige una leale accettazione di esiti anche non in linea con aspettative e preconcetti. Il nemico della scienza, oggi, è sempre più il condizionamento ideologico o utilitaristico. Oppure il BIAS, cioè, l’errore sistematico di giudizio, l’elemento soggettivo, a volte inconscio, che inquina o interferisce sul risultato di una ricerca.

La scienza dovrebbe essere non un mezzo (utilitaristico), ma un fine (di conoscenza). Solo così può meritare credibilità e fiducia.

Per un credente, poi, l’oggetto della ricerca scientifica dovrebbe essere considerato ‘Parola di Dio’, una manifestazione divina, che avviene con il linguaggio di leggi fisiche, chimiche e matematiche. 


[1] Vedi Darwin, C.,  L’origine della specie, L’origine dell’uomo e altri scritti sull’evoluzione, Newton Compton, 20113, pag. 854.

[2] Tale tesi è ribadita anche in  L’origine della specie, L’origine dell’uomo e altri scritti sull’evoluzione, 18726 – Darwin, C ., op. cit., pp. 860-861.   

[3] Darwin, C., op. cit., p. 569.

[4] Darwin, C., op. cit. p. 546.

[5] Darwin, C., op. cit., capitolo 6, Difficoltà della teoria, p. 656

Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo.

Autore: Roberto Allieri

Nato a Pavia nel 1962, sposato e padre di quattro figli, risiede in provincia di Bergamo. Una formazione di stampo razionalista: liceo scientifico, laurea in giurisprudenza all’Università di Pavia e impiego per oltre trent’anni in primario istituto bancario. L’assidua frequentazione di templi del pensiero pragmatico e utilitarista ha favorito l’esigenza di porre la ragione al servizio della ragionevolezza e della verità. Da qui sono seguite esperienze nel volontariato pro-life, promozione di opere di culto, studi di materie in ambito bioetico, con numerose testimonianze e incontri per divulgare una cultura aperta alla vita, ancorata alla fede e alla famiglia. Collabora al Blog Oltre il giardino QUI Vedi tutti gli articoli di Roberto Allieri

109 pensieri riguardo “Era più darwinista Darwin o i suoi seguaci?”

  1. An impressive share! I’ve just forwarded thi onto a
    frieend whoo hhas been doing a lttle research onn this.
    Andd he iin fsct boyght mee lunh because I discoverted itt ffor him…
    lol. So allow mme too reworfd this…. Thznks for thee meal!!

    Buut yeah, thanx forr spending some tije to dijscuss this subjeft here oon your blog.

  2. order generic clomid without rx where buy generic clomiphene without dr prescription get cheap clomiphene prices clomid medication uk cost generic clomiphene without a prescription where to get clomiphene without prescription buy generic clomiphene without prescription

  3. Эта статья сочетает познавательный и занимательный контент, что делает ее идеальной для любителей глубоких исследований. Мы рассмотрим увлекательные аспекты различных тем и предоставим вам новые знания, которые могут оказаться полезными в будущем.
    Получить больше информации – https://vyvod-iz-zapoya-1.ru/

  4. I’ve been browsing online greater than 3 hours lately, yet I by no
    means discovered any interesting article like yours.

    It’s lovely worth sufficient for me. In my view, if all site
    owners and bloggers made good content material as you probably
    did, the web will probably be a lot more helpful than ever before.

    Here is my blog – vpn

  5. Howdy outstanding website! Does running a blog like this require a great deal of work?
    I have absolutely no understanding of computer programming however I had been hoping
    to start my own blog soon. Anyhow, should you have any
    suggestions or techniques for new blog owners please share.
    I know this is off topic nevertheless I just had to ask.
    Thanks! https://tinyurl.com/27xe7che gamefly

  6. Aw, this was an extremely nice post. Taking the time and
    actual effort to produce a good article…
    but what can I say… I procrastinate a lot and don’t manage to get nearly
    anything done.

  7. Hi! Do you know if they make any plugins to protect against hackers?
    I’m kinda paranoid about losing everything I’ve worked hard on. Any recommendations?

  8. You can protect yourself and your family by way of being alert when buying medicine online. Some druggist’s websites function legally and offer convenience, reclusion, bring in savings and safeguards over the extent of purchasing medicines. http://playbigbassrm.com/fr/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *