
“Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede“, scriveva san Paolo. Certo non deve essere stato facile, per i cristiani, comunicare questo evento ai loro vicini, e ai vari popoli della terra. Risorgere è una faccenda complicata: può farlo solo Colui che è autore della vita; Colui che, coincidendo con l’Essere, non solo possiede la vita, ma è la Vita stessa.
La Resurrezione di Cristo è certamente, per i credenti, un miracolo e un mistero. Anzi, insieme con la creazione dal nulla, è il fondamento di tutti quanti i miracoli, i misteri, ed anche, a ben vedere, delle realtà più ordinarie. Dalla Genesi risulta che la morte è stata la conseguenza del peccato originale e la Resurrezione è quindi il conseguente atto di amore che Dio rivolge all’umanità.
La Resurrezione è infatti, in un certo senso molto impreciso, logicamente “necessaria”: se Dio esiste, e ha creato il mondo (miracolo su cui poggiano tutti gli altri, come insegnava l’ateo Ludwig Feuerbach, perché il creatore del mondo può far certamente risorgere i morti, e guarire i malati), lo avrà fatto per uno scopo; se la Vita esiste, come esiste, essa non può che risultare vincitrice sulla morte, perché l’Essere (la Vita) è, e il nulla (la morte), non è. Non si dà morte, senza Vita, come non si dà l’essere finito dell’Universo, senza un Essere eterno che lo giustifichi e lo “contenga”. Ma discussioni filosofiche e teologiche a parte, la Resurrezione sembra aver lasciato anche un segnale fisico: la Sindone. Stiamo parlando dell’oggetto più studiato al mondo, poiché da decenni indagato da fisici, ottici, matematici, ingegneri, chimici, informatici, esperti di numismatica, storici, storici dell’arte…
Tra i più appassionati estimatori del lino, vi è senza dubbio Giulio Fanti, professore di Misure meccaniche e termiche presso l’Università di Padova, spesso ospite di programmi televisivi dedicati al tema, e autore di numerose pubblicazioni, tra cui Sindone: primo secolo dopo Cristo! e La Sacra Sindone di Gesù Cristo.
Ing. Fanti, di cosa si occupa un Professore di Misure Meccaniche e Termiche?
“Gli argomenti di pertinenza sono svariati, ma in particolare un professore di Misure Meccaniche e Termiche offre la sua esperienza nel campo della scienza della misurazione applicata a sistemi fisici, soprattutto nel campo meccanico e termico. Di conseguenza misurazioni meccaniche sulla Sindone sono proprio adatte ad un docente universitario specializzato in questa materia, per non parlare delle misure termiche che sono state molto importanti sia per studiare gli effetti dell’incendio di Chambéry del 1532, che danneggiò gravemente la Reliquia più importante della Cristianità, sia per studiare gli effetti termici legati alla probabile esplosione di energia che produsse la doppia immagine corporea”.
Come è nato il suo interesse per la Sindone?
“Oserei dire che la Sindone “chiama”. Il mio interesse è nato durante un viaggio turistico a Torino quando avevo 12 anni, ma la ricerca scientifica sul tema è iniziata in concomitanza dell’inserimento nel mio corso per allievi ingegneri meccanici del tema riguardante l’analisi di immagini tramite sistemi di visione. Mi sono domandato: perché non studiare anche l’immagine sindonica al computer con le più nuove tecniche di elaborazione dell’immagine, per cercare di ridurre qualche lacuna sulla conoscenza della sua formazione?”
E quindi?
“Presentai una memoria al Congresso sulla Sindone di Nizza 1997 e da allora mi fu dato, gratuitamente e spesso senza chiederlo, talmente tanto materiale di studio che tuttora non posso pensare di smettere questa interessantissima ricerca che spazia nei più svariati campi del sapere”.
Attualmente Lei è l’unico scienziato che se ne occupa?
“Certamente no. Molti continuano ad interessarsi anche dal punto di vista scientifico della Reliquia. Questo è dimostrato dalle continue e numerose pubblicazioni scientifiche ad alto livello internazionale. Per esempio ho personalmente collaborato a questo riguardo con studiosi di diverse Università o Politecnici italiani (Bari, Bologna, Modena, Milano, Padova, Parma, Pavia, Udine), con l’ENEA, il CNR, e ricercatori francesi, inglesi ed americani. Molti di questi collaboratori mi hanno confidato di essere stati anche loro “chiamati” a studiare questa importantissima Reliquia e di non essere poi più stati capaci di abbandonare le ricerche intraprese”.
Come si è originata la Sindone?
“Questa è una domanda complessa, ancora senza risposta certa perché la doppia immagine corporea ivi impressa non è scientificamente spiegabile e tantomeno riproducibile, perfino con le attuali tecniche più innovative”.
Cosa è stato dimostrato?
“Anzitutto che il Telo sindonico, di finissimo lino, fu tessuto a mano nell’antichità su un telaio rudimentale probabilmente in India; questo risulta da un’analisi del DNA delle polveri aspirate dalla Sindone che ha evidenziato la prevalenza di contaminazioni da parte di popolazioni genetiche (aplogruppi) indiane”.
Quale fu la funzione del Telo?
“La Sindone fu usata come lenzuolo funerario per avvolgere un uomo duramente torturato, flagellato, incoronato con spine e morto in croce. Però avvolse il cadavere per non più di una quarantina di ore perché non ci sono tracce di putrefazione dell’Uomo che ne “uscì” in modo particolare, senza lasciare la minima sbavatura nelle trace ematiche ancora umide”.
Quindi il Telo avvolse Cristo?
“La tradizione afferma che la Sindone fu usata per avvolgere Gesù Cristo risorto dopo la sua morte e tutte le analisi scientifiche serie, nonché tutte le descrizioni tratte dalla Bibbia, sono coerenti con la tradizione. Anzi la Sindone integra dal punto di vista scientifico quello che i Vangeli descrivono più sommariamente”.
E la famosa datazione al carbonio 14?
“La radiodatazione al carbonio 14 eseguita nel 1988 ha fornito per la Sindone un’età medievale, ma l’articolo scientifico pubblicato recentemente dall’equipe del prof. Marco Riani dell’Università di Parma su un’importante giornale di statistica dimostra l’inattendibilità di tale risultato; nel 1988 sono infatti stati fatti diversi errori che non sono poi stati corretti. Le recenti datazioni alternative di tipo chimico, meccanico e numismatico eseguite sulla Reliquia la riportano invece al primo millennio dopo Cristo”.
Cosa c’è di miracoloso nella Sindone?
“Mi risulta che la Sindone faccia miracoli, anche fisici, ma soprattutto di conversione. Dal punto di vista scientifico la doppia immagine corporea, frontale e dorsale, contenente centinaia di macchie di sangue, è ancora oggi inspiegabile perché non risulta possibile riprodurre, tutte insieme, le sue più di cento caratteristiche estremamente particolari. Per esempio la superficialità dell’immagine sia a livello di filo, sia a livello di fibra di lino (dello spessore di meno di un milionesimo di metro), la sua colorazione uniforme attorno alla circonferenza della fibra, con l’assenza di colore delle fibre adiacenti, la colorazione causata da una reazione chimica del lino e quindi la mancanza di pigmenti pittorici, la tridimensionalità, l’apparenza come di un negativo fotografico, la monocromaticità con sfumature assai evidenti, etc. sono tutte caratteristiche che possono essere considerate un “miracolo scientifico” “.
Quale causa possiamo ipotizzare?
“Per tentare di spiegare tale immagine, bisogna ipotizzare un’intensa sorgente di energia proveniente dal corpo avvolto, probabilmente legata ad un fenomeno elettrico nominato “effetto corona”. Per avere un’idea dell’entità di tale energia, l’ingegnere americano Igor Bensen ha ipotizzato una cinquantina di fulmini agenti contemporaneamente nello stesso punto. Ovviamente la Risurrezione è un fenomeno che va oltre la scienza, almeno per la sua non riproducibilità, ma ragionando da un punto di vista più generale, metafisico, le moltissime prove a favore dell’autenticità e le ipotesi di formazione dell’immagine conducono senza dubbio alla seguente conclusione logica. Le tracce di sangue testimoniano le innumerevoli sofferenze subite da quell’Uomo (e aggiungerei subite volontariamente per la nostra salvezza), mentre l’immagine corporea testimonia che quell’Uomo sprigionò un’intensa energia molto probabilmente connessa alla Risurrezione (ed aggiungerei a dimostrazione dell’esistenza di una seconda vita materiale per la nostra anima immortale)”.
Lei parla di “lampo di energia”, di “esplosione di energia”; il fisico italiano Giuseppe Baldacchini, con cui lei ha collaborato, scrive “L’unico fenomeno conosciuto in Fisica che conduca alla sparizione completa della massa con produzione di energia equivalente è il processo di annichilazione materia-antimateria (AMA) … che è stato invece dominante subito dopo il Big Bang, cioè negli istanti iniziali di esistenza del nostro universo”. La Resurrezione come una “nuova creazione”?
“Rispondo a livello personale, fuori dal contesto scientifico in quanto la Risurrezione è un fenomeno che va al di fuori della scienza, almeno per la sua irriproducibilità. “Risurrezione come nuova creazione”? Sì, nuova creazione necessaria in seguito alla corruzione anche fisica prodotta dal peccato originale. Dio avvertì Adamo “Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire.” (Gen: 2,16-17). Dobbiamo considerare il livello figurato del discorso rivolto anche a uomini di migliaia di anni fa, ma il contenuto sintetico è chiaro: l’uomo corrotto dall’atto del “mangiare dall’albero” corruppe la specie che di conseguenza deve essere eliminata con l’introduzione della morte. Ecco la risposta di Dio che al peccato risponde con un atto di amore: tramite la Risurrezione della carne farà rivivere l’uomo in condizioni incorrotte”.
Cosa risponde a chi dice che il telo è di Leonardo?
“Mi viene spontaneamente da ridere perché chi fa affermazioni di questo tipo ovviamente non conosce a fondo le particolarità scientifiche dell’immagine corporea che, se non sono riproducibili oggi tutte insieme, tantomeno lo potevano essere anche per un genio diversi secoli fa. Anche dal punto di vista storico l’ipotesi non è credibile perché, quando Leonardo non aveva ancora compiuto un anno, la Sindone fu data ad Anna di Lusignano, moglie del duca Ludovico di Savoia, il 22 marzo 1453”.
Tratta da: https://www.dominusproduction.com/editoria/gli-scienziati-davanti-al-mistero-del-cosmo-e-dell-uomo
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