L’uomo del terzo millennio, quello orientato al culto dell’apparire e dell’immagine di sé, è il narciso che trova sfogo e realizzazione sul social ed è visto come un individuo che si concentra solo sui propri desideri e bisogni (P. Riccardi, 2014). Tuttavia, questa vita così concentrata non porta ad un reale stato di appagamento interiore, anzi, al contrario, porta ad una serie di vizi e peccati quali elencati dall’antropologia biblica e dalla tradizione dei padri del Deserto (Larget C J., 2003).
I vizi e i peccati, in quanto, elementi di compromissione del benessere sono stati oggetto di studio sia della psicologia che della spiritualità. Nella psicologia, i vizi e i peccati vengono spesso visti come tratti negativi nella personalità che implicano comportamenti dannosi, per se stessi e per gli altri. Per la visione spirituale della vita, invece, i vizi e i peccati sono spesso visti come azioni, pensieri, comportamenti che allontanano l’individuo dalla sua relazione con Dio o dalla realizzazione del proprio potenziale spirituale. Appartengono al Diavolo e, nel significato originale del termine, “diavolo” deriva dal verbo greco διαβάλλω (diabàllo) che significa separare, frapporre, dividere. Il diavolo è colui che crea, attraverso separazione, inimicizia tra uomo e Dio, tra uomo e uomo. È colui che crea, attraverso l’inganno, un plagio dell’animo umano. In questo contesto, la psicologia e la spiritualità, possono insieme aiutare le persone a capire e superare i propri vizi e peccati che dividono, separano da un certo grado di Benessere.
Considerazioni dalla Bibbia
Ad esempio, l’egoismo, descritto come “l’amore per sé stessi”, viene condannato come peccato:
perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi (2 Timoteo 3:2).
La vanità, o l’ossessione per l’apparenza esteriore, è descritta come “vanità delle vanità” che altro non è che la modalità del sentirsi sempre insoddisfatti e bisognosi: “Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità, tutto è vanità (Ecclesiaste 1:2). E che dire della lussuria, ovvero, di quello sfrenato desiderio di sessualità e piacere del sesso descritta come fornicazione e impurità:
Mortificate dunque quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quella avarizia insaziabile che è idolatria, (Colossesi 3:5).
Ed ancora, la Bibbia descrive l’ingordigia del piacere della pancia, del famelico, nell’ingoiare tutto attraverso i peccati di gola, o l’ossessione per il denaro e i beni materiali, come “idolatria” (Colossesi 3:5) e l’invidia come “odio”, come sentimenti che ci fanno ammalare fisicamente:
Un cuore calmo è la vita del corpo, ma l’invidia è la carie delle ossa. (Proverbi 14:30).
Sentimenti negativi che alterano le condizioni psicosomatiche come la scienza psicologica rileva (Riccardi P., 2021).
Tuttavia, la Bibbia non solo descrive questi vizi e peccati, ma offre una chiarezza sulle conseguenze psicofisiche di essi, proponendo quale via d’uscita le parole e la fede in Gesù Cristo (Riccardi P., 2016). Gesù dice:
Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Giovanni 14:6).
Attraverso la fede in Gesù, l’uomo moderno può superare i suoi vizi e peccati e vivere una vita piena e significativa. Ma anche se l’individuo vacilla sulla fede in Gesù non può non tenere conto del senso e significato degli insegnamenti di Gesù per l’uomo moderno o, meglio, l’uomo che non riesce a trovare la propria dimensione esistenziale. Del resto, lo stesso Gesù afferma di essere venuto per i malati (Matteo 9,12).
Un aiuto dalla psicologia
Ora, la psicologia può aiutare a capire come i vizi e i peccati si sviluppano e come possono essere trattati. Attraverso un prendere distanza con specifiche tecniche di auto: distanziamento da pensieri, emozioni e comportamenti. D’altra parte, la spiritualità può fornire un contesto di perdono e guarigione come la preghiera, la meditazione e il digiuno per aiutare le persone a superare i propri vizi e peccati e a raggiungere uno stato di pace e armonia.
In conclusione, l’uomo moderno, che vive nella liquidità della vita, (Bauman Z. 2011) è senza orientamento poiché non ha punti di riferimento se non nel piacere fine a se stesso e si concentra solo sui propri desideri e bisogni, con tutte le conseguenze psicologiche che ne derivano. Dio gli appare come una vuota parola senza senso.
Ma dalle antiche culture sapienziali …
Dio è considerato importante nella vita dell’uomo, capace di fornire un orientamento nel caos dell’esistenza. L’orientamento, dal punto di vista psicologico, dà senso e significato alla vita, fornisce scopo e significato al proprio agire.
Avere orientamento, aver un progetto, avere uno scopo, agisce sulla psiche con un impatto positivo sull’equilibrio mentale e studi, acclarati scientificamente, sugli effetti della preghiera, della meditazione, della contemplazione, lo rilevano.
In sintesi, possiamo dichiarare, con l’esempio dello scrittore e poeta Pascal (1623-1662), matematico, fisico, filosofo e teologo francese che, pur affermando di non credere, si convinceva che è conveniente credere in Dio (Blaise Pascal, 1994).
Bibliografia
Blaise P., Pensieri, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1994,
Bauman Z., Modernita’ liquida, Ed. Laterza 2011
Riccardi P., Ogni vita è una vocazione per un ritrovato benessere. Ed. Cittadella, Assisi 2014
Riccardi P., La dimensione amorosa tra intimità e spiritualità, Ed. D’Ettoris, Cosenza 2021
Riccardi P., Parole che trasformano, psicoterapia dal vangelo, Ed. Cittadella, Assisi 2016
Larget C. J., La terapia delle malattie spirituali, Ed. San Paolo, Mi 2003