“Che cosa cerchi?”

Maestro della Pala di San Giovanni, San Giovanni Battista indica Cristo come Agnello di Dio, 1500-1510
Museo d’arte – Filadelfia

Colletta

O Padre,
che per mezzo di Cristo,
Agnello pasquale e luce delle genti,
chiami tutti gli uomini
a formare il popolo della nuova alleanza,
conferma in noi la grazia del Battesimo,
perché con la forza del tuo Spirito
proclamiamo il lieto annuncio del Vangelo.

Commento artistico-spirituale al Vangelo della II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A 15 Gennaio 2023

Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg

La scena dipinta tra il 1500 e il 1510 dal Maestro della Pala di San Giovanni (forse Hugo Jacobsz) nell’opera «San Giovanni Battista che indica Cristo come l’Agnello di Dio», ora al Museo d’arte di Filadelfia, narra il brano di Vangelo secondo Giovanni (1,29-34). Sulla sinistra, attorniato dai suoi discepoli, Giovanni Battista «vedendo

Giovanni Battista «vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: ‘Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me’. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele”». Con l’«Ecce Agnus Dei» il Battista fa memoria della morte di Cristo che salva mentre Ponzio Pilato con l’«Ecce Homo» presenta alla folla l’uomo Gesù.
La tavola proviene da una pala d’altare realizzata per la chiesa di San Giovanni a Gouda, vicino a Rotterdam, che, dopo aver subito nel 1555 un grande incendio ed essere restaurata, pochi anni dopo fu messa a disposizione dei Riformati. Da allora non si sa che cosa sia successo alle altre immagini della stessa pala e alle altre opere d’arte.
Nella raffigurazione, il precursore, l’unico del gruppo con l’aureola, indica con la mano destra Gesù che veste proprio come lui. Lo conferma l’evangelista: «Giovanni testimoniò dicendo: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: ‘Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo’. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”».
Il Maestro con il capo attorniato da raggi dorati, guarda verso Giovanni mentre sul sentiero davanti ai suoi, tutti con l’aureola, sollevando la veste sta per «uscire» dal giardino e aprire il cancello così da poter annunciare a tutti l’amore incondizionato di Dio Padre.
Il poeta Clemente Rebora in «Curriculum vitæ» (1955), vede il ritrovamento del sentiero quando stava per perdersi durante una lunga gita in montagna come un simbolo del cammino spirituale allorché riconosce Gesù nell’immagine dell’agnello e della Madonna: «E sulla riva al vaneggiar dell’acqua / in un tremore di lane bagnate / scorgo il belante alla pecora accosto: / d’una carezza sfioro il roseo vello / con l’anima in un bacio. Ora c’è via; / e divallando per la sera chiara, / sosta fec’io a una dimora buona: / madre con bimbo su una soglia stava. / Nel proseguir poi lieto del cammino, / la pecora pensando e l’agnellino / presagio sorse nella fantasia: / Ecce Agnus Dei (mi dissi) e per Maria».

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Autore: Libertà e Persona

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