“La luce del vero”

Georges de La Tour, Sogno di san Giuseppe, 1640, Nantes, Musée des Beaux-Arts

Colletta

Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre:
tu, che all’annuncio dell’angelo
ci hai rivelato l’incarnazione di Cristo tuo Figlio,
per la sua passione e la sua croce
guidaci alla gloria della risurrezione.

Commento artistico-spirituale al Vangelo della IV DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A – 17 Dicembre 2022

Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg

Giuseppe non comprende che cosa sta accadendo nella sua promessa sposa Maria: «prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo», narra Matteo nel Vangelo (1,18-24). Il figlio di Giacobbe si trova di conseguenza nel dubbio del tradimento, sta male nel groviglio dei pensieri, si angustia per la scelta da fare. L’evangelista continua il racconto dicendo:

«Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla [Maria] pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto». L’autentica giustizia di quest’uomo si rivela nell’orientamento di seguire il cuore pieno d’amore per la sposa in grado di vincere anche la legge secondo la quale invece dovrebbe accusarla.
Guardiamo questo discendente di Davide inventato da Georges de La Tour attorno al 1640, nel dipinto «Sogno di san Giuseppe» ora al Musée des Beaux-Arts di Nantes. L’opera m’incantò quando la contemplai dal vivo nell’indimenticabile mostra «La luce del vero», tenutasi a Bergamo (2.000). Giuseppe seduto e addormentato in casa al buio, con una mano sostiene la testa, appesantita dalle numerose amare domande come annota il primo evangelista: «mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”».
Nella composizione intima e raccolta, l’angelo, raffigurato dall’artista come un ragazzino ben vestito, sta spiegando con ampi gesti il senso autentico degli eventi che prendono la vera forma quando si riconoscono guidati dall’alto come già annunciato dalla Parola di Dio, ancora sulle ginocchia di Giuseppe perché da poco consultata prima di crollare nel sonno. Pure l’oscurità più profonda è vinta dalla fede seppure flebile: «Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa».
Da chi forse non ci si aspetta – Jean Paul Sartre – ecco un intenso ritratto dello sposo di Maria che non lascia indifferenti: «Giuseppe, non lo dipingerei. Non mostrerei che un’ombra in fondo al pagliaio e due occhi brillanti. Poiché non so cosa dire di Giuseppe e Giuseppe non sa che dire di sé stesso. Adora ed è felice di adorare e si sente un po’ in esilio. Credo che soffra senza confessarselo. Soffre perché vede quanto la donna che ama assomigli a Dio, quanto già sia vicina a Dio. Poiché Dio è scoppiato come una bomba nell’intimità di questa famiglia. Giuseppe e Maria sono separati per sempre da questo incendio di luce. E tutta la vita di Giuseppe, immagino, sarà per imparare ad accettare».

Print Friendly, PDF & Email
Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo.

Autore: Libertà e Persona

La nostra redazione si avvale della collaborazione di studiosi attenti alla promozione di un pensiero libero e rispettoso della persona umana, grazie ad uno sguardo vigile sulle dinamiche del presente e disponibile al confronto. Nel tempo “Libertà e Persona” ha acquisito, articolo dopo articolo, un significativo pubblico di lettori e ha coinvolto docenti, esperti, ricercatori che a vario titolo danno il proprio contributo alla nostra rivista online. Gli articoli firmati "Libertà e Persona" sono a cura dei redattori.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

uno × tre =