Il fascismo non è l’ autobiografia del paese! Uno dei tanti luoghi comuni sul fascismo, che permette di trasformarlo da fenomeno storico a realtà metafisica ed atemporale ( il fascismo eterno), è l’ idea che esso sia in qualche modo nel DNA del nostro popolo ( arretrato, poco democratico ecc ).
Si tratta di una narrazione senza fondamento perché il fascismo è stata una brevissima parentesi nella storia del popolo più universalistico e aperto del mondo. Roma è stata, nell’ antichità, il solo Impero capace, con tutti i limiti
naturali, di una apertura agli altri popoli senza eguali ( i Greci, per esempio, non hanno avuto nulla di simile).
L’ Italia cattolica è stata universalistica più di ogni altro paese al mondo, per secoli. Siamo un popolo accogliente, poco incline alle guerre ( anche in quelle mondiali siamo sempre entrati a scoppio già avvenuto), poco propenso al colonialismo ( comunque ben più umano, per esempio, di quello britannico ) ecc. Inoltre il fascismo è stato, nella sua brevità, un ‘ ideologia di importazione (nella sua componente atea e socialista – da Marx, dai rivoluzionari socialisti francesi- e in quella nazionalista – figlia in particolare dell’ idealismo tedesco).
Quanto ai finanziamenti che portarono il duce a diventare l’uomo forte del paese, provennero in buona parte dall’esterno, cioè da Francia ed Inghilterra, che videro in Mussolini il più deciso avversario della Germania e degli italiani che volevano la pace, contro il patto segreto di Londra, cioè i cattolici, i giolittini e i socialisti moderati.
Si ricordi che:
1) il fascismo non solo non ha vinto le elezioni, ma era un movimento con ben pochi voti, giunto al potere con un colpo di stato (nel 1921, alle elezioni, i fascisti cammuffati nel listone ottennero solo 35 deputati);
2) ha avuto consenso quando ha di fatto rinnegato se stesso, adattandosi, moderandosi ecc.
3) ha perso consenso a partire dal colonialismo in Etiopia (che gli Italiani non volevano e che il regime dovette sponsorizzare con una propaganda inaudita);
4) ha perso ulteriore consenso con l’ alleanza con Hitler e l’ entrata in guerra;
5) negli anni del consenso, come insegna tra gli altri la Arendt, è stato un regime autoritario e non totalitario come in Germania o URSS per il permanere di principi alternativi ( in particolare il cattolicesimo impedi’ al fascismo di farsi mistica politica);
6) ha perso consenso anche con le leggi razziali, che non furono ben accolte dal paese e che portarono poi gli italiani ad essere tra i più generosi difensori degli ebrei, non solo in Italia.
In sintesi anche il consenso, mai votato ma in un certo senso subito, mancò proprio di fronte ai delitti del fascismo.
Si può aggiungere che dopo il 1945 gli italiani, divenuti più accorti, impedirono al ” fascismo rosso” delle sinistre ( copyright Alcide Degasperi) di andare al potere…
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