“LA PRIMA VITTIMA DELLA GUERRA È LA VERITÀ”

Gen. C.A. Mario Bertolini, già capo del Comando operativo interforze e presidente dell’associazione paracadutisti italiani

La prima vittima della guerra è la verità. Destano perplessità le conclusione tirate da Avvenire del 12 Marzo c. a. nel riportare la posizione del Patriarca Kirill. (Più sotto il link di Avvenire) che così sintetizziamo con alcune delle ultime righe dello stesso articolo: “Manca totalmente nell’analisi di Kirill un qualsiasi riconoscimento delle responsabilità moscovite nel conflitto. E la stessa preghiera che conclude la lettera contiene un indiretto atto di accusa”.

E perché desterebbe perplessità l’impostazione dell’articolo di Avvenire? Perché la posizione orientale è perfettamente identica a quella occidentale, la quale ritiene che l’oriente abbia le sole responsabilità.

“La versione di Kirill: colpa dell’Occidente”

«La Nato ha ignorato le preoccupazioni di Mosca. Sta crescendo una russofobia senza precedenti» Di: RICCARDO MACCIONI – Avvenire
Data di pubblicazione: 12 Marzo 2022 (QUI )

L’Ucraina che vorremmo ricordare. Monte Overla

Su La Verità del 6 Marzo (QUI ), e su Il Messaggero del 7 Marzo c. a. (QUI), il Gen. C.A. Mario Bertolini, già capo del Comando operativo interforze e presidente dell’associazione paracadutisti italiani, spiegava a La Verità e a Il Messaggero il conflitto tra Russia e Ucraina nei seguenti punti:

1) Le armi all’Ucraina sono un atto di ostilità, mai visto prima, che rischia di coinvolgerci nella guerra: Bastavano le sanzioni, anche inasprite.

2) Putin non è un pazzo né il nuovo Hitler: “Voleva interrompere il percorso che avrebbe dovuto portare l’Ucraina nella Nato” per non perdere “l’agibilità nel Mar Nero”.

3) Il governo italiano non conta nulla e Di Maio, che dà dell’“animale” a Putin, “ci taglia fuori da ogni trattativa”, diversamente dalla Francia di Macron.

4) Guai a seguire Zelensky sulla no fly zone, che “significherebbe avere aerei Nato sull’Ucraina e l’incidente inevitabile”.

5) I negoziati non sono un bluff, ma una “dimostrazione di buona volontà delle due parti”.

5) La sconfitta di Putin esiste solo nei nostri sogni e nella propaganda occidentale: la Russia s’è già presa l’Est, collegando Crimea e Donbass; “le grandi città al momento sono state risparmiate e non è partita la caccia a Zelensky” per “precisa volontà” di Mosca, che finora ha limitato al minimo “i bombardamenti dall’alto” per non moltiplicare le stragi e non provocare un “intervento Nato”.

6) Putin non ha bombardato la centrale di Zaporizhzhia: “Non ho visto missili, ma bengala per illuminare gli obiettivi” degli scontri con gli ucraini lì vicino: le radiazioni avrebbero colpito pure il Donbass e la Russia, che le centrali vuole controllarle, non farle esplodere.

7) Putin non vuole conquistare l’Europa né rifare l’Urss né “governare l’intera Ucraina”, ma “trattare una ricomposizione”: un regime fantoccio sull’intero Paese scatenerebbe anni di guerriglia antirussa. “La Russia vuol essere europea e noi non facciamo che schiacciarla verso Asia e Cina”.

Un successo ucraino è, purtroppo, fuori discussione.

I possibili esiti sono due: una vittoria russa dopo “una lunga guerra”; o un negoziato che i soli mediatori credibili – Israele, Francia, Cina e Turchia – possono favorire se aiutano le due parti a trattare con reciproche concessioni anziché “istigarle a proseguire” nella guerra.

Questa è la verità e non quella paventata dai vari pseudo giornalai che vogliono far passare, ad ogni costo, il presidente Ucraino come il nuovo Che Guevara europeo, sacrificando anche la popolazione benché inerme e incolpevole. Anche il New York Times è molto critico, come riportammo in News dalla rete il 9 Marzo 2022 (QUI)

L’Ucraina che vorremmo ricordare. Un torrente nei Carpazi

Credo che ricordarsi alcuni passi falsi compiuti dall’Occidente dopo la caduta del Muro di Berlino, che non seppero valorizzare tutta la portata di quell’evento, sarebbe utile a tutti.

Passi falsi

1989-1991
La Russia permette l’abolizione della linea di demarcazione tra Germania Est e Ovest e scioglie il Patto di Varsavia, ritira le sue truppe dall’Europa dell’Est e si affida alla promessa verbale di Genscher e Baker che gli ex membri del Patto di Varsavia non entreranno nella NATO. Le truppe americane restano. Come mai? Nel 2004, quasi tutti i membri del Patto di Varsavia entrarono nella NATO, ma i russi rimasero in silenzio.

2001
Putin fa un’offerta all’Occidente nel Bundestag tedesco per una stretta collaborazione per superare le divisioni del passato. La proposta non è accolta. Resta un cuscinetto tra la NATO e la Russia con la Bielorussia, l’Ucraina e i 3 stati baltici.

2004
Gli stati baltici diventano membri della NATO. Una prima violazione della zona cuscinetto. Non rtisulta che la Russia abbia reagito.

2014
L’Occidente favorisce in Ucraina la sostituzione del governo filo Russia con un governo favorevole agli Stati Uniti. Vera ingerenza. Nello stesso momento, gli Stati Uniti, guidati da Hunter Biden, Monsanto, Black Water e consiglieri militari statunitensi, prospettano all’Ucraina l’adesione alla NATO. Ecco, dunque, seconda violazione della zona cuscinetto.

Di contro, al colpo di stato americano, c’è l’occupazione della Crimea.

2020
Seguendo l’esempio del 2014 in Ucraina, l’Occidente ora cerca anche di rovesciare il governo in Bielorussia, che fallisce, ma è stato il terzo attacco alla zona cuscinetto tra Nato e Russia. La Russia sembra non muoversi.

2022
Putin esige garanzie sul fatto che l’Ucraina non diventi un membro della NATO e che Donetsk e Lugansk sianno autorizzati a governarsi autonomamente. Questo viene rifiutato dagli Stati Uniti.

Ora
La Russia invade l’Ucraina. Per porre fine alla guerra, Putin chiede una garanzia di neutralità e smilitarizzazione dell’Ucraina, il riconoscimento di Donetsk e Lugansk come repubbliche popolari e il riconoscimento della Crimea come territorio russo. Questo viene rifiutato dagli Stati Uniti.

L’Ucraina che vorremmo ricordare. Una chiesa in legno

Questi sono fatti. Non stupisce, dunque, che, nel momento in cui il Patriarca vede nel governo Russo, e nel suo ideologo Aleksandr Gel’evič Dugin (cf “Europa mentalmente debole, la Russia è forte”. Parla Dugin, in Il Foglio-2 Marzo 2017 QUI) una protezione contro la deriva morale dell’Occidente, ritenga giusto sostenerlo nel momento in cui l’Oriennte, a torto o a ragione, si senta aggredito. La risposta del Patriarca è adeguata alla situazione? No, se guardiamo alla situazione militarmente grave creatasi e alle persone che, come in ogni guerra, ne subiscono la brutalità.

Ma gli americani hanno sempre definito queste conseguenze “danni collaterali”. Ovviamente, questi “danni”non possono essere ridotti al livello di collaterali, poco importanti ed inevitabili, ma non credo che né l’Europa, né l’Italia, né gli Stati Uniti possano fare la morale alla Russia, o a chicchessia, dopo aver diretto la distruzione della Libia e dell’Iraq, alla ricerca di gas e di produzioni nucleari belliche inesistenti, dopo aver fomentato l’Islam in territorio Siriano in funzione anti russa, causando la nascita dello Stato Islamico, avvenuta nel 2014, proprio quando sorgevano le repubbliche autoproclamate del Dombas, ecc.

Non ha senso parteggiare per l’una o l’altra parte! Occorre partire dai fatti, sopra accennati, anno per anno e i fatti non sono così complicati, parlano quasi da sé, mentre le interpretazioni sì, sono complesse. La guerra ormai si fa sulle interpretazioni e sulla propaganda, ora più che mai.

Mentre stiamo scrivendo, la diplomazia lavora e, quasi per assurdo, si intensifica l’azione militare, quasi il segno di voler ottenere il più possibile da un accordo che non può non giungere, salvo colpi di scena.

Ursula von der Leyen all’inaugurazione del Wef nel 2019
da Il Corriere.it 26 agosto 2020

Ma se continueremo ad assolvere i “buoni” e a condannare i “cattivi”, non vedremo che l’attuale epifenomeno ucraino non è che la punta dell’iceberg, che si chiama conflitto per il dominio del mondo.

Da un lato abbiamo l’Occidente, con gli accordi dei grandi privati di Davos, che corteggia i politici, garantendo finanziamenti; dall’altro lato, la Russia e la Cina, a loro volta, con la presenza dei presidenti Xi Jinping e Vladimir Vladimirovič Putin, molto critici verso l’ideologia del World Economic Forum di Davos e del suo fondatore Klaus Schwab. Ma Russia e Cina vogliono il medesimo dominio supremo.

Concluderei chiendo: “ha ragione il cardinal Hollerich, oppure il patriarca Kirill circa la dottrina dell’omosessualità e le sue conseguenze sull’Europa? E che dire della differenza sulla dottrina della guerra tra il Papa, che ha modificato un articolo del Catechismo, e il Patriarca che giustifica con ragioni ‘metafisiche’ la guerra in corso? Un contrasto clamoroso”. (Da La Nuova Bussola Quotidiana del 12 Marzo 2022, Nicola Bux, Ucraina: Vaticano fuori gioco, è il fallimento dell’ecumenismo).

Kirill ha ragione dal lato dottrinale e ha detto quello che anche Papa Francesco in altre occasioni ha detto; ma in casa cattolica, si è persa la capacità di pensare la guerra.

“Dove invece il Patriarca sbaglia, è nel giustificarla (la guerra) come mezzo per riportare l’ordine morale in Europa. Gesù ha chiamato a conversione il genere umano, ma non con le armi”. (Ibidem)

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Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O. F. M. Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Ancora con Padre Gianmarco Arrigoni O. F. M. Conv., Non è qui, è Risorto! Mimep-Docete, Marzo 2024.

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