Mainstream e web, cosa intendiamo?

‘Mainstream’ –chi legge lo sa-, inizialmente indicante un termine genericamente riferito alle arti, alla cultura, privilegiava una corrente, un ambito più tradizionale e “convenzionale” dominante e seguito dal più grande
pubblico, in seguito è passato a significare la stampa ed i media ufficiali, cioè, “di stato”, fortemente vicini allo stato o, comunque, caratterizzati da ampio e datato prestigio. Essi hanno come primario interlocutore le istituzioni, i partiti, i governi e, naturalmente, chi li finanzia.
Il Web (World Wide Web = mondo, vasto, ragnatela, ovvero, rete mondiale), agli inizi fu presentato come la massima opportunità moderna di manifestazione del libero pensiero, grazie ai numerosissimi siti che lo costituiscono e, quindi, garanzia di democrazia, pluriculturalismo, libertà. Spesso il Web ospita fonti e articoli sempre più in contrasto con il mainstream.
Anche il singolo cittadino, lo sappiamo, può scrivere e farsi leggere tramite il web e i social, salvo essere censurato, vedendo sparire dal ‘web’ le proprie pubblicazioni. E’ avvenuto, per esempio, anche per studi scientifici pubblicati a riguardo del Covid 19 (Caso India, per esempio).
Più volte, in quest’anno definito pandemico, abbiamo sentito i giornalisti dei TG invitare i cittadini a non seguire assolutamente quanto diffuso dal web perché semplicemente falso ed in contrasto con quanto affermato dagli scienziati.
Dobbiamo fare notare che anche TV e giornali partecipano del ‘web‘ e che, a rigor di logica, dovrebbero essere considerate potenzialmente false anche le loro informazioni e interpretazioni, stando alla loro affermazione così drasticamente accusatoria, più che critica?
Talvolta, soggetti dissenzienti dalla ‘narrazione’ del ‘mainstream‘, sono anche giunti a tavole rotonde televisive e, possibilmente, ridicolizzati. Sono ordinariamnete accusati di diffondere le famose notizie false (Fake News).
Se un noto Direttore di TG, e competente giornalista, si permettesse, con sottile ironia, di velatamente deridere un grande scienziato, come Luc Montagnier, -colui che individuò il virus dell’HIV e che dedicò tutta la vita a tale ricerca e cura (ma già ne parlai), che penseremmo? Eppure è accaduto.
Chi scade in simili strategie, di norma non ha molti argomenti ed inizia a trasformarsi, anche inconsapevolmente, in mero, per quanto abile, megafono di voci altrui. Anche perché quando, in un TG si sostenesse di sottrarsi alla moda delle ‘telenovela’ e di ritornare su una notizia solo in presenza di nuovi e significativi sviluppi e, invece, ogni giorno, per quasi tutto il tempo del Covid 19, ci si ritirasse nella ripetizione delle stesse notizie e “si desse conto” solo di esse, dimenticando mondo, conflitti, povertà, cultura (e così si comportassero tutti gli altri TG) e, ancor peggio, settimanalmente, si misurassero con il bilancino da farmacista le oscillazioni del gradimento popolare dei partiti, non vorrebbe dire che l’informazione non sarebbe poi così originale e critica?
E’ pur vero che, tramite il web, circolano notizie anche non documentate, o radicalmente inventate, ed occorre essere vigili. Ma la conduzione del ‘mainstream‘, oggi ampiamente di sinistra -questo è un fatto-, non appartiene a quella cultura che da sempre rivendicò la libertà di informazione, accusando quella ufficiale di non essere affidabile perché di parte? Ma ora ‘loro’ sarebbero la Pars Maior e tutto, così, andrebbe bene?
L’informazione sulla “pandemia”
Sull’informazione circa il Covid 19, gli ‘organi ufficiali di informazione’ hanno svolto un ampio lavoro, nel bene e nel male. Di sicuro, come ho avuto modo di affermare in precedenti articoli, si sono esposti alla diffusione di informazioni e comportamenti contraddittorî. Quando, per esempio, e molto banalmente, con voci angosciate, in televisione annunciavano l’avanzare incontrollato, tumultuoso, della epidemia, poi pandemia, e, contemporaneamente, invitavano a non allarmarsi; quando riempivano le ‘dirette’ di riprese e foto di Bergamo, ritraenti la lugubre colonna di camion dell’esercito, che trasportava innumerevoli feretri verso destinazioni alternative per il crescere dei decessi, senza specificare adeguatamente che le sepolture erano state sospese e che, quindi, il numero esorbitante di bare insepolte dipendeva anche da questa scelta di -chiamiamolo- ordine pubblico di che informazione si trattava? E quanti altri esempi potremmo portare! Ma i lettori, i telespettatori se li ricordano benissimo!
La ricostruzione “complottistica” o fantapolitica ….
Nel frattempo, sul Web circolavano ricostruzioni diverse, del seguente tenore:
Il Presidente del Consiglio Conte dichiara lo stato di emergenza il 31 gennaio 2020. L’8 febbraio manda in onda uno ‘spot’ RAI che dice che il contagio non è affatto facile. Iniziano per più di un mese i preparativi, poi chiudono Codogno, ma non Bergamo. L’OMS dichiara che le mascherine non servono. Il Protocollo terapeutico affidato ai medici di base indica di non visitare i pazienti a casa e di prescrivere la Tachipirina e di inviare in ospedale al raggiungimneto di determinati sintomi e segni, quando, cioè, il paziente fosse grave.
I ricoverati in Terapia intensiva sono intubati fino alla morte ma i medici vengono dissuasi dalle autopsie. Quando medici non acquiescenti avviano le autopsie, invece, scoprono le cause dei decessi (tromboembolie e non polmoniti interstiziali bilaterali) ed avviano nuovi protocolli di loro ideazione per curare a base di eparina e idrossiclorochina. Chi ha l’autorità per prendre in considerazione questo nuovo modus operandi, che dà risultati indubbi, non lo fa perché, nel frattempo li ha chiamati Bill Gates, ordinando il suo vaccino sperimentale a tecnica genica. Il Consiglio di Stato, però, dopo aver indicato di non utilizzare la idrossiclorochina, a seguito di contro indicazioni, la riabilita, ma non viene comunque potenziata adeguatamente la medicina territoriale, mantenendo ancora il protocollo iniziale di cura: no visite dei pazienti, solo contatti telefonici, supporto di tachipirina fino all’insorgere della febbre e di tutti i sintomi e segni ben noti. A quel punto, il Medico di Base dovrà solo far chiamare l’ambulanza per andare in Ospedale. Ma molti medici egualmente curano la gente a casa e con successo ed in modo gratuito.
All’inizio, a dichiarazione della stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, dicevo, le mascherine non servivano e poi, invece, venivano dichiarate indispensabili.
Nel frattempo, l’ordine costituzionale è stato messo in quarantena con la temporanea chiusura del Parlamento. L’economia nazionale, che si regge sul Terziario, viene distrutta. Ora, il vaccino sperimentale, che non ha comunque superato la quarta fase di sperimentazione, in quanto essa richiede alcuni anni, viene pubblicizzato al massimo, dichiarando che non presenterebbe rischi significativi né a breve, né a medio e lungo termine o, comunque, inferiori, percentualmente, ai rischi conseguenti al Covid 19.
Nelle ultime settimane, i gravi disguidi nella distribuzione e consegna dei vaccini avvia il ripensamento -già ben presente sul web- anche tra i giornalisti più consapevoli (vedi, per esempio, l’articolo “Così il governo ha scelto di gestire il covid senza curarlo” a firma di Andrea Branzano del 24 Dicembre 2021 su La Bussola QUI)
La genetista francese Alexandra Henrion-Caude, pro-vaccino, ma prudente

Il 20/01/2021, a firma di Sara Adorno, il quotidiano Tecnica della Scuola ripropone i contenuti dell’intervista di TVLibertés, rivolta alla genetista francese Alexandra Henrion-Caude, Direttrice dell’Unità di ricerca genetica ed epigenetica dell’Istituto francese di ricerca sanitaria e medica. Secondo la ricercatrice, la ricerca sulle possibilità riservate dall’utilizzo dell’RNA non è ancora giunta a risultati direttamente utilizzabili in medicina, pur durando da una decina di anni. Le strategie RNA sono per lo più basate su corte molecole di RNA o di DNA, che agiscono modulando l’espressione dell’RNA messaggero (mRNA) mediante il meccanismo di “RNA interference” o di regolazione dello “splicing” (un processo di maturazione del mRNA). Sono terapie molto innovative, ma non rientrano nella definizione tecnica di Advanced Therapy Medicinal Product (ATMP), quindi, non sono terapie avanzate, pur restando tra le tecnologie più rilevanti in ambito biotecnologico, ma in fase di ricerca e sperimentali. La ricercatrice, nell’immediato, nega che sia corretto utilizzare preparati a base di mRNA (Cf. Osservatorio Terapie Avanzate QUI)
Cosa fa la politica?

Il Governo Draghi è all’altezza delle aspettative? Riuscirà a risolvere i tanti problemi dell’Italia? Queste le domande a cui, intanto, Mario Giordano cerca di trovare risposta insieme alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, martedì 16 febbraio QUI , nel nuovo appuntamento con FUORI DAL CORO, in onda in prima serata su Rete 4 e disponibile in ‘streaming on demand’ su Mediaset Play.
Nel corso delle tre ore di diretta, la stessa trasmissione, dopo aver riacceso i riflettori sull’inchiesta relativa all’inefficacia delle mascherine provenienti dalla Cina, con il contributo di Pierpaolo Sileri, torna ad approfondire il tema delle cure domiciliari contro il Covid-19, la situazione epidemiologica del Paese e la necessità di rivedere i Protocolli di cura (00:48:16).

Perché rivedere i Protocolli di cura?
Il Dr. Massimo Antonelli, del CTS, intervistato al telefono, finalmente parla di revisione del protocollo di cura… ma, naturalmente, per lui “basta aspettare un attimo”, perché tanto non è “che si facciano i morti” (!!!). E fino a qualche giorno prima, al CTS, si sosteneva che le linee guida non fossero da rivedere. In questa affermazione, particolarmente acceso il Prof. Luca Richeldi, proprio del CTS!
Ritardi nelle cure al plasma, ritardi nelle terapie domiciliari, ritardi sui vaccini antinfluenzali (si badi bene, non solo su quelli anti covid). I vaccini antinfluenzali sono arrivati tutti molto tardi ed adesso verranno buttati: 10 milioni di Euri di vaccini!
Sulla revisone dei protocolli terapeutici, il Vice Ministro Pierpaolo Sileri risponde che potevano essere rivisti prima. Ma una revisione dei protocolli si basa non solo sulla esperienza clinica (dei medici in campo), ma anche sulla evidenza, che agli inizi fu mutuata da altri paesi, come la Cina. Comprensibile la risposta prudente del Vice Ministro, che, comunque, riafferma:
“Non sono daccordo che le linee guida non debbano essere riviste, anzi, devono essere riviste!”. Non solo rivedere le terapie farmacologiche più adeguate, ma la vera assistenza domiciliare, quello che avete mostrato voi, cioè, il medico che va a casa due volte al giorno, a vedere il paziente …”. “Va bene, risponde Giordano, le direttive ancora al 30 Novembre dicevano Tachipirina e vigile attesa; assistenza telefonica, non andate a visitare!” Il Dr. Sileri risponde: -Questo per il paziente asintomatico, con lievi sintomi, ma per gli altri no, deve essere assolutamente visitato.
Ma, sottolineamo, il ‘protocollo’ diceva altro e, come scrissi nel precedente mio articolo (Parlano i ‘Medici di famiglia’ e i pazienti curati a casa. Come vincono il Covid 19 QUI), codesto ‘protocollo’ non mi sembra conforme ai principi del giuramento di Ippocrate dai medici professato e che supera ogni norma con esso contrastante. Gli Istituti competenti, presi dall’allarme, non se ne resero conto agli inizi? Probabilmente, ma dopo?
Il Ministero della Salute non se ne rese conto? Se ne resero conto tanti medici, poco per volta, che andarono gratuitamente nelle case, ancora oggi, ed altri medici -così è stato detto, che ci andarono dietro un modico compenso di € 20,00 (Fonte ‘Fuori dal coro’, se non ricordo male), e anche questo non fu carino!
Il Dr. Mangiagalli replica che loro medici avevano capito molto presto che non ci si poteva accontentare della vigile attesa. E il Dr. Sileri, non più Vice ministro uscente, ma ora Vice Ministro confermato, conclude che i protocolli debbano essere in costante revisione!
Un grosso passo in avanti, dunque, su questo punto chiave!
Ma ci deprime, benché non ci stupisca, l’intervento, -tra l’altro da autogoal-, del Sottosegretario del PD Baruffi, riportato con video da SportLegnano, pubblicazione dell’Altomilanese (26 Aprile 2020 – 17:50) e che è rimbalzato in più ambienti.
Le incredibili parole di Baruffi: “No allo sport per dare un senso al regime di restrizioni”
… Abbiamo proibito l’attività fisica non perché sia la situazione più a rischio, ma perché volevamo dare il senso di un regime molto stringente …
Ci rendiamo conto che gli Italiani sono anche in grado di capire di essere considerati degli incapaci, dei minus abentes? Sono state tenute ferme, e continuano ad essere tenute ferme, le attività sportive, come le culturali, non per necessità, ma per far capire … E’ stato manipolato il significato dell’informazione, insinuando nelle persone delle norme non supportate da alcun dato scientifico e dai “responsabili” stessi ritenute di per sé non necessarie. Questo, oltre ad essere falsità, implica inevitabilmente un procurato allarme!
Ma gli Italiani lo sanno, ed il rischio è che, anche laddove delle norme restrittive fossero veramente utili, o necessarie, per reazione, molti non le applicherebbero più!
Il Consiglio di Europa ci viene parzialmente in soccorso e, almeno, ad oggi, il vaccino non sarà obbligatorio.
Medicina Democratica (Movimento di lotta per la salute) riporta, con una sua traduzione, la Risoluzione del Consiglio di Europa datata 27 Gennaio 2021 (testo integrale QUI) che concorda con molti punti importanti posti più volte in evidenza da quel Web così vituperato dai mezzi di informazione considerati ufficiali:
– messa a disposizione di tutti di vaccini (in Europa e nel mondo) in relazione alle priorità e non alla forza (PIL, “importanza” del Paese ecc);
– superamento dei vincoli legati ai brevetti e trasparenza nei contratti con le aziende farmaceutiche; e, in particolare, …
– rigorosi controlli di sicurezza sui vaccini e sugli eventuali effetti avversi;
– nessun obbligo e nessuna discriminazione per chi non intende vaccinarsi.
Ecco un nostro stralcio dal Documento del Consiglio d’Europa emanato il 27.01.2021 nella sua risoluzione 2361/2021 (il grassetto è nostro) circa i rischi di antieticità dei vaccini in determinate condizioni.
7 Gli scienziati hanno fatto un lavoro notevole a tempo di record. Spetta ora ai governi agire.
L’Assemblea sostiene la visione del Segretario Generale delle Nazioni Unite secondo cui un vaccino covid-19 deve essere un bene pubblico globale. L’immunizzazione deve essere a disposizione di tutti, ovunque. L’Assemblea esorta pertanto gli Stati membri e l’Unione europea a:
7.1 per quanto riguarda lo sviluppo dei vaccini Covid-19:
7.1.1 garantire prove di alta qualità, valide e condotte in modo etico, conformemente alle pertinenti disposizioni della Convenzione sui diritti umani e la biomedicina (ETS n. 164, Convenzione di Oviedo) e del suo protocollo aggiuntivo sulla ricerca biomedica (CETS n. 195) e che includano progressivamente bambini, donne incinte e madri che allattano;
7.1.2 garantire che gli organismi di regolamentazione incaricati di valutare e autorizzare i vaccini contro il Covid-19 siano indipendenti e protetti dalle pressioni politiche;
7.1.3 garantire il rispetto delle pertinenti norme minime di sicurezza, efficacia e qualità dei vaccini;
7.1.4 attuare sistemi efficaci di monitoraggio dei vaccini e della loro sicurezza in seguito alla loro introduzione alla popolazione in generale, anche al fine di monitorarne gli effetti a lungo termine;
7.1.5 mettere in atto programmi indipendenti di indennizzo dei vaccini per garantire il risarcimento dei danni indebiti e dei danni derivanti dalla vaccinazione;
7.1.6 prestare particolare attenzione all’eventuale insider trading da parte dei dirigenti farmaceutici, o delle case farmaceutiche che si arricchiscono indebitamente a spese pubbliche, attuando le raccomandazioni contenute nella risoluzione 2071 (2015) sulla sanità pubblica e gli interessi dell’industria farmaceutica: come garantire il primato degli interessi della sanità pubblica?
7.1.7 superare gli ostacoli e le restrizioni derivanti dai brevetti e dai diritti di proprietà intellettuale, al fine di garantire la produzione e la distribuzione diffuse di vaccini in tutti i paesi e a tutti i
cittadini;
….
7.3.1 garantire che i cittadini siano informati che la vaccinazione NON è obbligatoria e che nessuno è politicamente, socialmente o altrimenti sotto pressione per vaccinarsi, se non lo desiderano da soli;
7.3.2 garantire che nessuno sia discriminato per non essere stato vaccinato, a causa di possibili rischi per la salute o per non voler essere vaccinato;
….
7.3.5 comunicare in modo trasparente il contenuto dei contratti con i produttori di vaccini e renderli pubblici al controllo parlamentare e pubblico; …
7.5.2 utilizzare certificati di vaccinazione solo per lo scopo designato di monitorare l’efficacia del vaccino, i potenziali effetti collaterali e gli eventi avversi;
7.5.5 sostenere il settore emergente della ricerca sulle avversomie che studia le variazioni inter-individuali delle risposte ai vaccini basate sulle differenze nell’immunità innata, nei microbiomi e nell’immunogenetica.
8 Con riferimento alla risoluzione 2337 (2020) sulle democrazie che affrontano la pandemia di Covid-19, l’Assemblea ribadisce che, in quanto istituzioni fondamentali della democrazia, i parlamenti devono continuare a svolgere il loro triplice ruolo di rappresentanza, legislazione e supervisione nelle circostanze pandemiche. L’Assemblea invita pertanto i parlamenti ad esercitare tali poteri, se del caso, anche per quanto riguarda lo sviluppo, l’assegnazione e la distribuzione dei vaccini Covid-19.
Però ad oggi non ci risulta che il punto 7.1.4 della Risoluzione sia stato in Italia attuato. Così il 7.1.5. Poco o nulla è stato fatto per garantire il punto 7.3.1
garantire che i cittadini siano informati che la vaccinazione NON è obbligatoria e che nessuno è politicamente, socialmente o altrimenti sotto pressione per vaccinarsi, se non lo desiderano da soli;
7.3.2 garantire che nessuno sia discriminato per non essere stato vaccinato, a causa di possibili rischi per la salute o per non voler essere vaccinato;
E, di fatti, notizia ANSA del 17.02.2021 (QUI) già il Comune di Torriglia va all’attacco:

Il Comune di Torriglia (Genova) ha deciso di mandare i vigili a casa degli over 80 che non risponderanno alla chiamata per vaccinarsi contro il covid. Lo fa “per avere la certezza che tutti sappiano di questa opportunità” e se confermeranno di non volersi vaccinare “i vigili raccoglieranno in modo formale la loro rinuncia”.
Lo annuncia all’ANSA il sindaco Maurizio Beltrami, che amministra una comunità di 2300 abitanti. “Non è una forma di pressione, ma di autotutela da parte del Comune”. “Il Comune di Torriglia sta telefonando a tutti gli over 80 per prenotare il vaccino e sta predisponendo un servizio di trasporto assistito all’ambulatorio Asl. Chi telefonicamente ci dirà che non vuol fare il vaccino, riceverà nei giorni successivi la visita della polizia locale con un modulo in cui è scritto che è stato informato sull’opportunità della vaccinazione e che l’ha rifiutata”. “Non è una pressione – ribadisce il sindaco – ma un modo per il Comune di tutelarsi. Voglio evitare che un anziano, se si infetta, possa dire che il Comune non mi ha informato e presenti una denuncia”.
Voglio credere alle buone intenzioni ed alle esigenze di autotutela del Sindaco di Torriglia (GE) e dell’Amministrazione comunale, ma essere inseriti in una lista di persone che si rifiutano di accedere alla vaccinazione non sarebbe una forma di pressione?
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Para los especialistas en conservacion de sistemas y los ingenieros, manejar con dispositivos de ajuste es crucial para asegurar el funcionamiento estable y seguro de cualquier mecanismo rotativo. Gracias a estas soluciones avanzadas modernas, es posible minimizar considerablemente las oscilaciones, el sonido y la presion sobre los cojinetes, prolongando la longevidad de partes costosos.
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