L’accusa americana alla Cina: laboratorio? Sta in piedi?

A mio personale giudizio Il Giornale è uno dei pochi quotidiani ad avere approfondimenti seri ed interessanti di politica estera.
Proprio dal Giornale apprendo il nome di colui che starebbe dietro la svolta dell’amministrazione Usa riguardo al Covid 19: Matthew Pottinger
(https://it.insideover.com/…/chi-e-il-falco-che-guida-trump-…).

Sempre il Giornale ricorda che codesto Pottinger sostenne, nel 2004, che anche la SARS era un virus di laboratorio (vedi Wall Street Journal). Tesi vecchia, dunque, e per il passato certamente falsa (che venga ripetuta oggi dalla stessa persona è quantomeno sospetto).

Senza alcuna simpatia per il governo comunista cinese (mi auguro anzi che questa crisi possa proprio far saltare il partito unico), mi limito a sostenere che, PER ORA, l’autorevolezza e la imparzialità dell’accusa mi sembrano scarsine (per ora neppure un laboratorio americano o anglosassone o occidentale ha proposto la tesi del virus artificiale, anzi gli studi più seri sembrano negarla); aggiungo che da 30 anni sento parlare gli Usa di armi chimiche usate da altri, e ogni volta si scopre che si tratta di una menzogna.
Chi vivrà, vedrà (virus naturale? Virus artificiale? Virus naturale scappato da laboratorio?..ma in quest’ultimo caso, come saperlo? E con quali conseguenze? Far ancora finta che non ci siano altri virus naturali devastanti in agguato in Cina, Asia, Africa?)

Ma perchè Trump sposa questa posizione, dopo che per diversi mesi non la aveva neppure presa in considerazione?

Le ipotesi sono 2:

1) ci crede davvero (ma allora a breve dovremo vedere le prove di cui Pompeo ha parlato, e che però sono state negate subito dopo: “La Cina ha distrutto le prove”).

2) Trump ha deciso solo ora di “credere” alla tesi del virus in laboratorio per lo stesso motivo per cui hanno finto di crederci, qualche mese fa, i cinesi (quando il partito comunista cinese lanciò l’accusa che a produrre il virus in laboratorio erano stati gli americani): per motivi elettorali.
Infatti il virus miete molte vittime negli Usa e rischia di bloccare la grande ripresa economica avvenuta con Trump.

Propongo infine un’ ipotesi: dall’inizio della sua presidenza Trump gioca una battaglia a nascondino con i falchi, assecondandoli, ed emarginandoli (Bolton è l’esempio più eclatante, imbarcato e defenestrato); così ha fatto con i falchi anti Russia, anti Corea, anti Iran… Un colpo al cerchio ed uno alla botte, stando ben attento a non far precipitare le cose in un conflitto armato vero e proprio.

Ecco, secondo me il suo gioco è ancora questo: per vincere le elezioni di novembre aumenterà i toni dello scontro, ma subito dopo tornerà alla sua politica (contenere la Cina, il suo imperialismo, ma senza arrivare alla guerra, consapevole che ormai il “secolo americano” è un sogno del passato e che lo scontro frontale con Russia e Cina (che pure fa, giustamente, tanta paura) potrebbe essere mortale per tutti.

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Autore: Francesco Agnoli

Laureato in Lettere classiche, insegna Filosofia e Storia presso i Licei di Trento, Storia della stampa e dell’editoria alla Trentino Art Academy. Collabora con UPRA, ateneo pontificio romano, sui temi della scienza. Scrive su Avvenire, Il Foglio, La Verità, l’Adige, Il Timone, La Nuova Bussola Quotidiano. Autore di numerosi saggi su storia, scienza e Fede, ha ricevuto nel 2013 il premio Una penna per la vita dalla facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in collaborazione tra gli altri con la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana). Annovera interviste a scienziati come  Federico Faggin, Enrico Bombieri, Piero Benvenuti. Segnaliamo l’ultima pubblicazione: L’anima c’è e si vede. 18 prove che l’uomo non è solo materia, ED. Il Timone, 2023. Ha una pagina youtube: https://www.youtube.com/channel/UC4keWMPfcFgyMAe3ke72HOw  

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