Quando la forma ti frega

di Giuseppe Leonelli.

Tutto vero, l’Europa davanti alla prova della pandemia sta dimostrando tutti i limiti che conoscevamo. Anzi ora risultano amplificati, tanto amplificati da fare danni potenzialmente devastanti, gli stessi che può fare un raggio di sole filtrato da una lente di ingrandimento. La rigidità nella applicazione degli strumenti finanziari necessari a contenere il disastro economico causato dalla pandemia, l’arroganza dei Paesi-traino, a partire dalla Germania, la strategia lenta e attendista… sono atteggiamenti che pesano certamente sulla credibilità e sulla tenuta stessa dell’Unione Europea.

Tutto vero, dicevamo.

Ma le dichiarazioni sprezzanti di ieri di Matteo Salvini non servono in questa fase. Anzi potrebbero amplificare ulteriormente il danno. “Si sono riuniti e hanno deciso che ci penseranno per due settimane, se e come aiutare. Se questa è l’Unione europea è una schifezza. Ma andate a zappare – ha detto in diretta da TeleLombardia -. Altro che ‘Unione’, questo è un covo di serpi e sciacalli. Prima sconfiggiamo il virus, poi ripensiamo all’Europa. E, se serve, salutiamo. Senza neanche ringraziare”.

Frasi simili per chi si candida a Governare un Paese non sono accettabili e lo dice chi si trova dalla stessa parte della ‘barricata politica’ rispetto al leader della Lega. Si possono certamente dare giudizi durissimi, ma con linguaggio consono. Oggi contro questa Europa si è creata una unità nazionale, dal Capo dello Stato Mattarella a Prodi, in uno scenario simile il leader dell’opposizione non può farsi mettere nell’angolo per una questione di stile.

L’Europa deve offrire soluzioni vere di fronte alla distruzione umana, sociale ed economica creata dal virus, ma per ottenerle occorre lavoro e senso di responsabilità. Oggi, è vero, c’è la consapevolezza diffusa che l’Unione Europea potrebbe saltare: non sarebbe quindi una divina sorpresa, ma sarebbe comunque una catastrofe dalle conseguenze inimmaginabili e derubricare il tutto a ‘schifezza’ o a ‘covo di serpi’ non serve a nessuno.

Siamo davanti a un precipizio, le forzature, le spinte improvvise in questa situazione sono controproducenti perchè sotto, in un baratro di cui nemmeno conosciamo la profondità, non vi è alcuna rete di protezione. E anche Salvini, ne siamo certi, lo sa perfettamente.

Fonte: l’Occidentale

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