Intervista di Giuseppe Leonelli.
“Un disastro politico che calpesta le evidenze scientifiche sugli effetti negativi della cannabis e che non fa altro che favorire un business sulla pelle dei cittadini”. Il professor Giovanni Serpelloni, già capo dipartimento anti-droga della Presidenza del Consiglio, attualmente senior fellow all’University of Florida, Drug Policy Institute, usa parole durissime per commentare l’emendamento approvato in Senato che dà di fatto il via libera alla cannabis light in Italia.
Professore in base all’emendamento approvato, sotto lo 0,5% di Thc la canapa non si può considerare sostanza stupefacente. Quali evidenze scientifiche vi sono a sostegno di tale tesi?
“Innanzitutto l’emendamento non permette comunque la vendita di cannabis per uso umano lasciando intatta l’ipocrisia di negozi che vendono sì droga, ma non per essere utilizzata dagli uomini che la comprano. Dal punto di vista scientifico la percentuale dello 0,5% vuol dire che in un grammo di vegetale possono esserci fino a 5 milligrammi di Thc. Ebbene questa quantità di Thc è quello che viene definitivo in termini tossicologi ‘dose minima drogante’ quindi assumendo tale quantità di sostanza si hanno effetti psicoattivi su coordinamento, guida dei veicoli e percezione della realtà. In una scatoletta di 8 grammi di vegetale, una di quella in commercio nei nuovi negozi, vi sono fino a 40 milligrammi Thc. Faccio presente che uno spinello medio ne contiene 25 milligrammi”.
Cosa a suo avviso ha mosso il Parlamento ad approvare tale emendamento?
“Credo si tratti di un grande favore che il Parlamento italiano ha fatto ai commercianti di vegetale drogante, una operazione di marketing sulla pelle dei cittadini messa in atto attraverso una variazione rocambolesca in Finanziaria volta a legittimare i negozi di cannabis light, una rete commerciale preparata in vista della legalizzazione della cannabis potenziata: del resto le persone impegnate nella rete commerciale di vendita della cannabis cosiddetta light, sono le stesse che propongono la legalizzazione della cannabis potenziata. Insomma, un emendamento dell’ultima ora per annullare gli effetti della sentenza della Cassazione che riconosceva e contrastava il pericolo delle false vendite di vegetali destinati in realtà all’uso umano”.
Quali rischi concreti vede in questa svolta legislativa?
“Questo emendamento è passato senza nessuna consultazione tecnico scientifica di tossicologici, medici legali, esperti: parliamo di un gruppo di politici, senza competenze specifiche in ambito sanitario, che si è mosso in barba al parere dello scorso anno del Consiglio superiore sanità, parere poi stravolto perchè contrario alla rete commerciale in essere. Questo emendamento pone da un lato una pericolo per la sanità pubblica, dall’altro agli studenti e ai ragazzi offre un segnale devastante. Passa cioè l’idea che la cannabis in genere sia legale con una evidente diminuzione della percezione del rischio. Peraltro nessuno dice ai clienti di questi negozi che se fumano cannabis light e la polizia li ferma, risultano positivi al drug test e viene ritirata loro la patente e sequestrato il mezzo. Vadano poi a dire al giudice che si trattava di droga ‘light’”.
Ora cosa auspica?
“Vi sono sessanta giorni per decreti applicativi e per il via libera del Ministero della Salute, dell’Interno e dell’Agricoltura. Sono certo il Governo avrà un approccio tecnico coscienzioso che terrà conto del disastro politico a cui stiamo andando incontro. Qui non si tratta di una manovra di destra o di sinistra, ma di una scelta fatta in una stanza insieme al principale produttore di questa sostanza senza alcun vantaggio per la sanità pubblica e per i ragazzi italiani”.
Fonte: l’Occidentale
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Cannabis legale, ecco perché quell’emendamento è inammissibile
di Carlo Giovanardi.
Nel 2006, Ministro per i rapporti con il Parlamento del Governo Berlusconi con delega alle tossicodipendenze, riuscii a far approvare dal Parlamento la legge Fini-Giovanardi che innovava la normativa in tema di contrasto allo spaccio delle sostanze, non facendo distinzione tra droghe pesanti o cosiddette leggere.
Il testo, che era stato discusso per due anni dalle Commissioni congiunte giustizia e salute del Senato, venne inserito come emendamento nella conversione di un decreto legge in materia di Olimpiadi Invernali e reati legati alla tossicodipendenza, approvato da Camera e Senato con il voto di fiducia.
Ma nel 2014 La Corte Costituzionale, relatrice Marta Cartabia, annullò le nuove norme con una innovazione giurisprudenziale secondo la quale nella legge di conversione dei decreti possono essere aggiunte soltanto norme strettamente collegate al testo originario del Decreto, nulla contando che quelle norme fossero state discusse, approfondite e approvate dalla Conferenza Nazionale sulle Tossicodipendenze di Palermo oltre che dalle Commissioni parlamentari competenti per materia del Senato.
Giovedì 12 dicembre nell’ambito della discussione della legge finanziaria, il movimento 5 Stelle in Commissione Bilancio ha fatto passare, con un colpo di mano, un emendamento che legalizza la vendita della cannabis light, contraddicendo la recente sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione e soprattutto il parere dell’Istituto Superiore di Sanità sul danno alla salute che può provocare l’uso di cannabis anche con thc inferiore allo 0, 5 per cento.
L’emendamento approvato è pertanto chiaramente inammissibile, contrario ai principi di legalità fissati dalla Corte Costituzionale e nel merito irresponsabile, sottratto alla discussione delle Commissioni competenti per materia per tutelare questioni di ordine e sanità pubblica.
Mi aspetto che la Presidenza del Senato tenga conto di tutti questi elementi per espungere una norma frutto di una inaccettabile forzatura che nulla ha a che fare con la Legge Finanziaria.
Fonte: l’Occidentale