da l’Occidentale.
“Malgrado la denuncia lanciata nei giorni scorsi dal Comitato difendiamo i nostri figli (promotore dei due grandi family day) e ripresa da molti organi di informazione, agli alunni di molte classi II degli istituiti superiori italiani continua ad essere somministrato il questionario di matematica finito al centro delle polemiche per le domande inerenti temi sensibili ed attinenti alla sfera educativa familiare quali aborto, omosessualità e comportamenti sessuali”, così il vicepresidente del Family day, Simone Pillon e avvocato al foro di Perugia.
“Nella lettera inviata ai dirigenti scolatici la referente italiana di questo progetto europeo spiega che l’obiettivo del test è studiare le differenze nel rendimento in matematica di ragazzi e ragazze. Ma andando sulla scheda del progetto Ue (EU project 752874 – Acronym: GE.GAP-EDU) si scopre che tutta l’iniziativa parte dal presupposto che gli stereotipi influenzano il rendimento delle ragazze in matematica”, prosegue l’avvocato perugino.
“In pratica dopo le prime 50 domande su funzioni e serie numeriche, si chiede a ragazzine e ragazzini di 14 e 15 anni di valutare affermazioni di questo tenore: l’omosessualità maschile è una perversione, è accettabile che una donna abbia rapporti sessualicon una persona appena conosciuta, alcune gentilezze verso le donne sono umilianti perché le fanno sentire impotenti e relegate in un ruolo stereotipico, approvo che una donna assuma un ruolo aggressivo in un rapporto sessuale, il tutto correlato da domande sullo status sociale ed economico dei genitori per mappare le famiglie. E’ chiaro che l’obiettivo sia dimostrare una correlazione tra profili sensibili ad alcune questioni etiche e il livello di propensione delle femmine allo studio delle scienze”, afferma ancora l’esponente del Family day.
“Alla luce di questa indebita ingerenza nel privato dei ragazzi, l’istituto Alessandro Volta di Perugia ha annullato la somministrazione del test, programmata senza il consenso delle famiglie. Ci giunge notizia però che, proprio in questi giorni, un istituto superiore di Assisi ha aderito al progetto e per ovviare ad eventuali polemiche ha chiesto l’autorizzazione ai genitori tramite email. Peccato che il consenso sia stato richiesto in maniera incompleta, poiché la email giunta alle mamme e ai papà diceva in modo fuorviante che il questionario avrebbe posto domande anche su “temi di attualità”. Dopo ulteriori verifiche dei nostri delegati locali è emerso, fra l’altro, che nemmeno il personale docente era a conoscenza delle domande più intime sui comportamenti sessuali e lo status sociale delle famiglie”.
“Per tutti questi motivi chiediamo nuovamente che in tutte le scuole d’Italia sia sospesa la somministrazione del test e che i presidi e i professori vigilino sulle attività proposte da soggetti esterni e informino le famiglie circa il reale obiettivo di questa ricerca europea che mappa le famiglie in base ai loro convincimenti valoriali”, conclude Simone Pillon (Comitato difendiamo i nostri figli).