Bannon vuole far crollare l’Ue

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di Roberto Vivaldelli.

Sono proprio le idee dello chief strategist di Trump a spaventare le élite europee, in un momento storico in cui l’Ue appare estremamente vulnerabile, nel pieno di una grave crisi politica, ideologica ed economica che potrebbe farla implodere. Steve Bannon vuole la fine dell’Ue e l’establishment del Vecchio Continente comincia a temerlo seriamente.

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È considerato il “guru ideologico” del presidente statunitense Donald Trump: un fedelissimo del tycoon che influenza tutte le sue scelte, nonché membro in pianta stabile del Consiglio per la sicurezza nazionale e del comitato di presidio degli Usa. Si tratta di Steve Bannon, fondatore di Breitbart News ed esponente di spicco di quella “Alt-right” che potrebbe cambiare, per sempre, il mondo e i suoi equilibri.

Sono proprio le idee dello chief strategist di Trump a spaventare le élite europee, in un momento storico in cui l’Ue appare estremamente vulnerabile, nel pieno di una grave crisi politica, ideologica ed economica che potrebbe farla implodere. Steve Bannon vuole la fine dell’Ue e l’establishment del Vecchio Continente comincia a temerlo seriamente: ora non è più un semplice giornalista e fondatore di un visitatissimo sito conservatore ma è il consigliere anziano dell’uomo più potente del mondo.

Steve Bannon contro le élite europee

Interessante ciò che scrive in merito Michael Crowley su Politico: “Dopo che la Gran Bretagna ha votato a favore dell’uscita dall’Unione Europea il mondo occidentale era sotto shock. Dopo 45 anni, la quinta più importante economia del mondo aveva improvvisamente annunciato il divorzio. ‘Una calamità’ l’ha definita il New York TimesSteve Bannon ha avuto una reazione diversa. Per festeggiare l’evento, ha invitato Nigel Farage come ospite nel suo programma radiofonico. Nei primi mesi del 2014, Bannon lanciò la sede londinese di Breitbart, un’apertura su quello che definì un nuovo fronte ‘nella nostra guerra culturale e politica’. Il sito attaccò l’Ue con un vasto numero di articoli e divenne un alleato dell’Ukip di Farage”.

Nel corso della campagna elettorale americana, il fondatore di Breitbart  dichiarò che, in caso di vittoria, “Trump avrebbe sfidato le élite globaliste”: “Il punto centrale in cui credo – è che siamo una nazione economica non un’economia da mercato globale e frontiere aperte; siamo una nazione con una cultura e una determinata ragion d’essere”.

“Ue strumento del globalismo”

Al di là della visione “mercantilista” della politica estera americana e della volontà di alleviare il malessere interno, Steve Bannon promuove una “deglobalizzazione” che parta dagli Stati Uniti e investa il Vecchio Continente: un nuovo “nazionalismo” che sconfigga il globalismo imperante.  “Bannon odia l’Unione Europea – afferma Ben Shapiro, ex collaboratore di Breitbart – per lui è uno strumento del globalismo, il contrario di ciò che serve per migliorare la civiltà occidentale”. “Ciò che egli ha intenzione di fare con la sua influenza – osserva Michael Crowley – è diventato motivo di grande preoccupazione presso diplomatici, funzionari ed esperti di relazioni transatlantiche in Europa. In più di una dozzina di interviste mi hanno raccontato, con un certo terrore, i modi con cui lo stratega di Trump potrebbe esercitare il suo potere e far crollare l’Ue”.

Una sfida su scala globale

Per lo chief strategist, la Brexit e la vittoria di Donald Trump rappresentano qualcosa di più grande, una rivolta su scala globale che potrebbe ripristinare le “sovranità” nel mondo occidentale: “Credo che i movimenti nazionalisti rendano i Paesi più forti- affermò in un incontro pubblico svoltosi in Vaticano nel 2014 – sono quelli che hanno costruito mattone su mattone l’Europa e gli Stati Uniti. Il mondo giudaico-cristiano è in crisi. I cittadini europei sono irrequieti perché rivogliono la sovranità del proprio Paese e l’interesse nazionale: non credono in questa Unione Paneuropea”. Secondo Bannon, l’Unione Europea non è altro che una minaccia per l’intera civiltà occidentale: “Un corpo che annacqua l’identità nazionale e le cui politiche di frontiera permettono all’Islam di invadere l’Occidente, un rifugiato alla volta” – osserva sempre Crowley sulle colonne di Politico.

Ripristinare sovranità e confini nazionali anche in Europa

La soluzione del guru ideologico di Donald Trump? Ripristinare i confini nazionali, anche in Europa, per contenere l’immigrazione islamica e preservare l’identità religiosa e nazionale che la “società aperta” minaccia. “Ammiro i movimenti nazionalisti in tutto il mondo – dichiarò al Wall Street Journal, poco dopo la vittoria di Trump – “Come ho detto più volte, le nazioni potenti rendono più forti anche i vicini”. Tale strategia, volta alla dissoluzione dell’Ue, è dimostrata dall’aiuto che il consigliere di Trump ha fornito a Geert Wilders, candidato della destra euro-scettica olandese, attraverso un sostanzioso aiuto economico di 150 mila dollari donati al leader del Pvv dalla Freedom Center, l’organizzazione del conservatore David Horowitz, amico di Bannon.

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