La campagna per il No della Lega si basa sullo slogan: No alla riforma delle banche.
Si tratta di uno slogan veritiero?
Qualunque cosa si pensi di chi lo ha creato, lo slogan è sicuramente vero.
Matteo Renzi deve buona parte del suo successo politico a Tony Blair, l’ex premier britannico, oggi considerato da molti, nel suo paese, poco meno che un criminale per il modo con cui ingannò il suo popolo riguardo alla guerra in Irak.
Blair tiene da tempo i contatti con Renzi e Boschi, causa la sua dimora fiorentina, ma soprattutto il suo ruolo in JP Morgan, potente banca d’affari americana che, secondo molti, ha dettato vari punti della riforma costituzionale italiana.
Se alla banca di Blair, aggiungiamo quella di Pierluigi Boschi, padre del ministro Maria Elena Boschi, e vice presidente di Banca Etruria, le banche sono già due:
Finito qui? No, l’altro padre costituente è Denis Verdini, già presidente del Credito Cooperativo fiorentino, accusato di bancarotta, truffa sui contributi dell’editoria e false fatture:
E siamo così a 3.
Finito? No, ecco la quarta, Monte dei Paschi di Siena, la banca del Pd toscano: qui l’ex direttore del Corriere De Bortoli, racconta i legami Monte dei Paschi-Renzi-Jp Morgan:
Mentre qui, in “I segreti di Renzi” Maurizio Belpietro, direttore de La Verità, ex direttore di Libero (licenziato dall’accoppiata Renzi-Verdini), racconta qualcosina su Renzi-JP Morgan e sull’idea della banca secondo cui la nostra costituzione sarebbe troppo “socialista“, che vuol poi dire, nel linmguaggio dei banchieri, non sufficientemente prona alle ragioni del capitalismo più selvaggio e internazionale:
vedi anche: https://www.libertaepersona.org/wordpress/2016/11/manifesto-contro-la-rottamazione-della-costituzione/
e:
La rivoluzione Renzi-Boschi taglia gli elettori e le elezioni