Sui soldi e sul Senato, Renzi inganna il popolo italiano

 

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Il bilancio del Senato italiano

 

Il premier Matteo Renzi per vincere il referendum punta soprattutto sul fastidio che la gente prova, sempre di più, verso la politica e i politici. Presenta dunque le sue riforme anzitutto come portatrici di un grande risparmio: “mandiamo a casa 200 senatori e risparmiamo 500 milioni di euro“.

Quale messaggio più attraente per un paese ormai stufo dei politici e degli sperperi!

Eppure dovrebbe venire più di qualche dubbio, se a fare queste promesse è un uomo che ha fatto nella vita solamente il politico, che è segretario di un partito, e che, da quando è a palazzo Chigi, ha speso più di tutti i suoi predecessori.

Vediamo nel dettaglio la promessa: “risparmieremo 500 milioni di euro”.

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Chiediamoci: quanto costa, ogni anno, il Senato?

Circa 500 milioni di euro.

Se il Senato, pur riducendo il numero dei senatori, rimane aperto ed operante, come può ridursi, il suo costo, a zero?

Per capire come stanno le cose basta andare a leggere il bilancio del Senato: i senatori in carica costano circa 42 milioni di euro;

la parte restante delle spese consiste di diarie, rimborsi spese, personale ausiliario, vitalizi degli ex senatori (solo questi valgono circa 230 milioni)…

Dunque, dal momento che il Senato rimane; che le diarie, i rimborsi spese per i 100 senatori rimangono; che il personale, almeno in parte, rimane; che i vitalizi per gli ex senatori rimangono… se ne deduce che il risparmio sarà inferiore a 50 milioni di euro (cifra peraltro prevista dalla Ragioneria di Stato)1

Un decimo di quello che Renzi va dicendo.

Aggiungiamo due cifre, per capirci.

Quanto costa Palazzo Chigi (cioè il governo) all’anno?

3,7 miliardi di euro, cioè circa 7 volte il Senato.

E quanto costa la Rai, che oggi paghiamo in bolletta?

Sembra che le entrate quest’anno siano di 1,8 miliardi di euro, cioè più di 3 volte il costo del Senato (si noti che l’ad della Rai, nominato da Renzi, prende 650 mila euro all’anno; un senatore eletto dal popolo prende circa un quinto!).

In altre parole: se solo si fossero tagliate alcune spese del Senato, senza tagliare un solo senatore, si sarebbe risparmiato molto ma molto di più; se ci fosse la volontà di sprecare un po’ meno in Rai, si potrebbero risparmiare milioni e milioni di euro.

Ma a Renzi non interessa risparmiare. Come dimostra anche il fatto che il Pd ha rimandato in commissione proprio ieri la proposta di Grillo di dimezzare lo stipendio del deputati. Interessa dare in mano al suo partito (cioè a lui, che ne è segretario, padre e padrone) il controllo di una sola Camera, e ai partiti il controllo del Senato.

Con buona pace dei cittadini, a cui verranno dati non panem et circenses, ma solo i costosi circences della Rai renzizzata (costerà pure 3 volte il Senato, ma vuoi mettere quanto serve per imporre al popolo le proprie menzogne di regime).

 

 

  1. https://www.libertaepersona.org/wordpress/2016/09/i-presunti-risparmi-delle-riforme-costituzionali/
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Autore: Libertà e Persona

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