Il popolo della famiglia prenderà varie strade: qualcuno appoggerà il nuovo movimento politico, fondato da Mario Adinolfi e Gianfranco Amato; qualcuno continuerà a privilegiare la battaglia culturale; qualcuno voterà per i partiti o movimenti che hanno davvero lottato contro la Cirinnà-Lo Giudice (Idea, Lega, Fratelli d’Italia)…
Ogni strada è legittima, e il popolo del Family day è grande. Essenziale non trasformare la propria scelta nell’unica scelta possibile. Sarebbe
divisivo e inutile.
C’è poi un obiettivo, a nostro parere, che è perseguibile da tutti: il no al referendum sulle riforme costituzionali.
I motivi sono vari:
- anzitutto è l’unica scadenza decisiva vicina;
- è l’unico modo per dire davvero no a Renzi, al suo metodo, al suo modo antidemocratico, ducesco e furbesco, di intendere la politica;
- è, poi, l’unica cosa che Renzi teme davvero: è lì che può naufragare. Ed è dunque ciò che teme davvero, ora come ora.
Solo l’unità nel contrastare le sue riforme può farlo desistere dal procedere nell’approvazione del ddl Cirinà, del progetto di snaturamento delle adozioni e di apertura all’eutanasia.
Daremo, nel corso del tempo, motivazioni e carne al nostro no.
Intanto segnaliamo la nascita del Comitato Popolare per il NO al referendum
E’ nato il Comitato Popolare per il NO al referendum
Martedì 1 Marzo con atto notarile si è costituito a Roma il Comitato Popolare per il NO al referendum.
Tra i firmatari, i senatori Mario Mauro, Carlo Giovanardi, Ivo Tarolli, Luigi Compagna; gli Onn. Mario Tassone, Potito Salatto e Maurizio Eufemi; per ALEF (Associazione Libri e Forti) Ettore Bonalberti e Antonino Giannone, per gli amici del documento di Rovereto, Marco d’Agostini, e tanti altri esponenti di associazioni, movimenti e gruppi di ispirazione cattolica, popolare, laico liberale. Le ragioni di questa decisione sono contenuti nel documento sottoscritto che evidenzia alcuni punti negativi della legge; punti che saranno spiegati e sviluppati nella campagna per il referendum:
1 Il Presidente del Consiglio ha fatto sin dall’inizio della riforma un problema personale, riforma che stravolge i principi fondamentali della Costituzione Repubblicana, con norme disarticolate, facendo un uso scorretto della stessa Carta. È necessario che si costituisca una larga aggregazione trasversale a difendere, attraverso il referendum, la Repubblica Parlamentare e a ripristinare l’armonia istituzionale, come avvenne inoccasione del referendum del 2004 che bocciò quella riforma costituzionale votata solo da una parte del parlamento.
2 La Riforma Costituzionale modifica radicalmente l’impianto delle Istituzioni democratiche previste dai Costituenti, alterando il principio dell’equilibrio dei poteri e non definisce i compiti dei senatori
3. Gli elettori vengono spogliati dal potere di eleggere i Senatori che saranno espressione verticistica dei Consigli Regionali;
4. Il Senato della Repubblica è stato creato come un mostro dalle varie teste:
organo legislativo; di iniziativa legislativa; di impulso legislativo (ma senza poteri deliberanti), per la conversione dei decreti legge; organo cui viene inviato ogni disegno di legge approvato dalla Camera, in ordine al quale entro termini brevissimi, può formulare proposte di modifica del testo, modifiche che la Camera può disattendere; organo consuntivo; organo di rappresentanza delle istituzioni territoriali e di verifica dell’impatto delle politiche dell’Unione europea sui territori, ecc.;
5. Il Presidente della Repubblica ha poteri ridotti perché non potrà nei casi previsti dalla stessa Costituzione “sciogliere” il “nuovo” Senato;
6. Il Presidente della Repubblica vede affievolito il suo potere di rinvio alla Camera delle leggi, in quanto si scontrerebbe con la posizione dominante del Presidente del Consiglio;
7. La legge elettorale, che ha elementi di incostituzionalità perché non rispetta la sentenza della Corte, collegata alle modifiche costituzionali farà della Camera dei Deputati uno strumento del partito che vincerà le elezioni con una maggioranza relativa dei voti acquisiti in virtù di uno sproporzionato premio di maggioranza;
8. Il Presidente del Consiglio governa con il “suo” partito la Camera dei Deputati con il “controllo” della maggioranza dei deputati del “suo” partito;
9. I cittadini che invocano sempre maggiori controlli e verifiche sulla attività delle Istituzioni e dei rappresentanti, dirigenti e funzionari, si trovano di fronte a una riforma costituzionale che elimina ogni possibilità di sindacato ispettivo sostanziale e lascia il Paese al libero arbitrio del partito di maggioranza e del Presidente del Consiglio che esprime.
In conclusione i sottoscritti ritengono necessaria la battaglia referendaria: dire chiaramente NO a questa riforma costituzionale ed implicitamente alla legge elettorale rappresenta un dovere per ogni cittadino italiano che ha a cuore il valore della “rappresentanza democratica” in una Repubblica Parlamentare, ed allo scopo di promuovere e sostenere tale indirizzo
Accanto al già costituito comitato per il NO al referendum (Alberto Vannucci e Gustavo Zagrebelsky) e al comitato stati generali Repubblica italiana (Domenico Gallo e Alfiero Grandi, Paolo Maddalena) è sorto ora il comitato di ispirazione popolare che ha affidato la Presidenza all’On Giuseppe Gargani.
Due gli obiettivi che ci si propone: No alla pasticciata riforma costituzionale del trio toscano Renzi-Boschi-Verdini, SI all’abrogazione della legge super truffa dell’Italicum ora in corso di esame di costituzionalità presso la Consulta.
Nessuna volontà di divisione, semmai quella di apportare il contributo di una componente politico culturale che ha concorso con i suoi esponenti migliori (De Gasperi, Mortati, Lazzati, La Pira, Moro e Fanfani) alla costruzione della Carta fondamentale della Repubblica.
Siamo coscienti che quella del referendum sarà l’ultima occasione per impedire la deriva autoritaria che le forze del turbocapitalismo finanziario stanno determinando in Europa e nel mondo. E sappiamo che non lo facciamo per noi che siamo nati agli albori della Repubblica, ma per inostri figli e nipoti, affinché siano preservati per loro i diritti fondamentali di democrazia, giustizia e libertà oggi a grave rischio.
Con quanti dei diversi comitati saranno disponibili siamo impegnati a costruire in tutti i comuni italiani i Comitati civico popolari per la difesa della sovranità popolare e il NO al referendum.
Ettore Bonalberti
www.alefpopolaritaliani.eu
www.insiemeweb.net
www.don-chisciotte.net
Venezia, 3 Marzo 2016