L’incidente è scivolato via senza far rumore. Ma non è di poco conto. Ha per oggetto nientemeno che l’ermeneutica con cui papa Francesco interpreta e attua il Concilio Vaticano II.
Ne sono stati protagonisti:
– Luis Badilla Morales, direttore del sito vaticano “Il Sismografo”;
– Massimo Faggioli, storico della Chiesa ed esponente di spicco della celebre “scuola di Bologna”, quella secondo cui il Concilio ha segnato una “rottura” e un “nuovo inizio” nella storia della Chiesa;
– e l’arcivescovo Agostino Marchetto, già diplomatico e alto dirigente di curia, il maggior critico dell’interpretazione “bolognese” del Vaticano II, nonché amico di lunga data di Jorge Mario Bergoglio.
La scintilla è scoccata giovedì 14 gennaio, quando “Il Sismografo” ha pubblicato una entusiastica intervista con Faggioli, firmata da Badilla e dall’altro curatore del sito Francesco Gagliano:
In essa Faggioli sostiene che papa Francesco “parla pochissimo del Concilio”, però “lo fa, lo applica costantemente, e la cosa più affascinante è che non ha mai mostrato interesse nella questione ermeneutica del Concilio”.
Francesco, infatti – a detta di Faggioli –, “è il primo papa che non ha incertezze su come il Concilio debba essere interpretato”, perché il suo pensiero è il seguente: il Concilio “ora l’abbiamo in mano noi e lo interpretiamo noi, senza riaprire controversie di trenta o quarant’anni fa”.
Naturalmente, l’entusiasmo di Faggioli e dei suoi intervistatori si spiega perché identificano l’interpretazione di Francesco del Vaticano II con quella della “scuola di Bologna”.
C’era quindi da aspettarsi che scattasse una reazione da parte del critico più sistematico dell’interpretazione “bolognese”, che è Marchetto.
E infatti, meno di tre ore dopo, su “Il Sismografo” è comparsa una replica di Marchetto, nella quale egli respinge come “non vera” l’affermazione secondo cui papa Francesco “non ha mai mostrato interesse nella questione ermeneutica del Concilio”.
A riprova di ciò Marchetto ha allegato due lettere che Francesco gli ha scritto e “ha voluto fossero lette pubblicamente”.
Nella prima di esse il papa lo ringrazia per avergli corretto “un errore o imprecisione da parte mia”; si felicita con lui per “la sua purezza negli studi fatti sul Concilio Vaticano II” e per l’amore dimostrato per “la Santa Madre Chiesa gerarchica”; e infine lo definisce “il migliore ermeneuta del Concilio”:
> Mons. Marchetto e l’intervista con il prof. Faggioli
Le due lettere del papa, peraltro già note, sono riprodotte integralmente più sotto. Ma per meglio comprendere la portata dell’incidente è utile prima richiamare altri dati.
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“Il Sismografo” non figura tra le voci ufficiali della Santa Sede. Ma è una sua emanazione. È diretto e curato da giornalisti della Radio Vaticana e ricade sotto la supervisione della segreteria di Stato, almeno fino a quando tale incombenza passerà alla neonata segreteria per la comunicazione presieduta da monsignor Dario Viganò, già direttore del Centro Televisivo Vaticano.
La ragion d’essere de “Il Sismografo” è di rilanciare a getto continuo, nel loro testo integrale, gli articoli riguardanti il papa e la Santa Sede che escono sui media di tutto il mondo, cattolici e non, parecchie decine ogni giorno, in varie lingue: italiana, inglese, francese, spagnola, portoghese.
Il tutto, fino a qualche tempo fa, senza commenti, anche per articoli molto critici dell’attuale pontificato.
Ma da alcuni mesi le cose sono cambiate. Luis Badilla Morales, il principale curatore del sito, interviene sempre più spesso con suoi commenti firmati, tutt’altro che neutrali.
Badilla è cileno. È stato ministro del governo di Salvador Allende e dopo il colpo di Stato del 1973 emigrò come esule in Europa. Da molti anni lavora alla Radio Vaticana. Ha lui in cura fin dall’inizio “Il Sismografo” e da qualche mese è anche onnipresente sugli schermi di TV 2000, l’emittente televisiva della conferenza episcopale italiana.
Gli interventi di Badilla su “Il Sismografo” sono stati particolarmente frequenti durante il sinodo dello scorso ottobre. E schierati.
Dapprima Badilla ha rilanciato senza commenti, l’8 ottobre, la rivelazione fatta dal vaticanista Andrea Tornielli su “La Stampa” e su “Vatican Insider” di una presunta cospirazione antipapale ad opera di “tredici cardinali e vescovi”:
> Sinodo pilotato, l’accusa di 13 prelati. Il papa replica: basta logiche cospirative
Ma poi, da quando il 12 ottobre www.chiesa ha smontato la tesi della cospirazione pubblicando la lettera scritta al papa dai tredici cardinali e i loro nomi, Badilla non si è più trattenuto. È intervenuto più volte su “Il Sismografo” con suoi commenti personali molto polemici con i porporati firmatari della lettera, che nel sinodo erano tra i più decisi nel contrastare i cambiamenti di dottrina e di prassi in materia di matrimonio.
E dagli Stati Uniti il professor Faggioli – che insegna storia del cristianesimo alla University of St. Thomas di Minneapolis e teologia alla Villanova University di Philadelphia – gli ha dato manforte, con attacchi ancor più virulenti e diretti, fino a reclamare la galera per uno dei tredici, il cardinale Robert Sarah, reo d’aver tenuto nell’aula sinodale “discorsi che avrebbero avuto rilievo penale in alcune democrazie occidentali”.
L’articolo di Faggioli contenente questa perla, uscito su “Huffington Post”, è stato puntualmente rilanciato da Badilla su “Il Sismografo”, senza che minimamente si indebolisse il sodalizio tra i due.
Anzi. Il sodalizio è culminato appunto nell’intervista di pochi giorni fa, introdotta da un peana di Badilla a Faggioli, magnificato “per la sua intensa, tempestiva e acuta attività giornalistica su diverse testate”, oltre che naturalmente per “la sua solida formazione di storico non solo della Chiesa”.
Che un sito semiufficiale come “Il Sismografo”, la cui costitutiva ragion d’essere sarebbe l’imparzialità, si sbilanci oggi con simili schieratissime scorrerie, è una questione che sarà sicuramente presa in esame, nel riordino che è in corso tra i mezzi d’informazione vaticani.
fonte: www.chiesa
