Il falso mito della buona Europa

profughi

Dopo la Buona Scuola ecco la buona Europa, che spalanca gioiosa le porte ai profughi di guerra siriani e non solo, che stanzia fondi per ospitarli al meglio, che non dice no a nessuno. Il Vecchio Continente si è dunque convertito all’accoglienza incondizionata? Così sembrerebbe. Eppure, se da un lato non ci si può che rallegrare per quanti sono fuggiti da morte certa, dall’altro – ad una riflessione appena più attenta – i conti non tornano. Infatti l’Europa che oggi quasi aborrisce le frontiere, non è la stessa i cui Stati, ieri, si sono resi responsabili della guerra in Libia? E se sì, dove sono le scuse per quell’orrore che tante fughe di disperati, e dunque tante vittime (pure) sul Mediterraneo ha causato, tenendo presente che nel 2010 v’erano appena 4.406 sbarchi, meno 88% dall’anno prima? «In Siria e in Libia qualche errore la comunità internazionale l’ha pur fatto», ha timidamente dichiarato Renzi alla Festa nazionale dell’Unità. Capito? «Qualche errore», nulla di più.

E la Germania, che ora si atteggia a guida morale d’Europa, non è forse lo stesso Paese il cui Governo si è finora ben guardato dal rispondere all’appello-denuncia contro l’embargo alla Siria per sanzioni – che l’Unione europea appoggia ed elenca (cfr. The European Union and Syria, doc. 131018/01: 5/2/2015) – in teoria contro il regime ma le cui conseguenze, manco a dirlo, gravano anzitutto sull’affamato popolo siriano, chissà come mai, ora in fuga? Continuando, come mai i governati europei e le autorità occidentali tutte ora convertite – sarebbe il caso di dirlo – sulla via di Damasco, non solamente combattono (quasi) solo a parole, per il momento, l’Isis, ma non si rendono conto che, oltre ad accogliere i siriani in fuga, si dovrebbe quindi evitare che costoro fuggano, cosa che, al di là di difficoltà per l’accoglienza (sono oltre 12 milioni, oggi, i siriani bisognosi d’assistenza umanitaria: ospitarli tutti sarebbe impossibile), concretizza il rischio – denunciato dal giornalista siriano Mustafa al-Mikdad – della perdita di risorse capaci, domani, di ricostruire il Paese?

Nella consapevolezza che le risposte a simili domande faticheranno a breve ad arrivare, sempre che un giorno poi arrivino, è a questo punto il caso di riportare fedelmente le parole di un appello che – possiamo contarci – la grande stampa non divulgherà affatto. «Ai governi occidentali dico che il punto centrale non è accogliere e ospitare i profughi, ma fermare il conflitto alle radici. Tutti devono essere coinvolti, dall’occidente alle nazioni arabe, dalla Russia agli Stati Uniti. Questo è ciò che aspettiamo, la pace. Non parole sui migranti e discorsi sull’accoglienza». Sono frasi del patriarca cattolico greco-melkita Gregorio III Laham, non di Matteo Salvini o di qualche altro sospetto nazistoide. Ciò nonostante state pure sicuri che – come si diceva – non troveranno né visibilità, né ascolto. Perché la giostra del buonismo gira ora a mille e con la massima copertura mediatica, come ciascuno può constatare, ed interromperla vorrebbe dire guastare il falso mito della buona Europa. Un peccato mortale.

giulianoguzzo.com

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