Il giudizio del Padre e la prova

giuliano

di Marcello Giuliano
Il Giudizio Universale della cappella di Santa Maria della Carità, con il Cristo assiso nella mandorla, non è sulla parete retta dall’Arco trionfale, bensì sull’ampia controfacciata, che sovrasta l’ingresso, alle spalle di chi entra e di fronte a chi esce. La “porta”, -Cristo porta delle pecore, pecore che dalle tenebre vengono alla luce-, è, al contempo, Giudice e termine del cammino di conversione.
Tenuto conto che la Cappella è tradizionalmente orientata con l’abside ad est,

-verso Cristo, Sole che sorge -, e l’ingresso verso ovest, ove il sole tramonta, -lasciando il posto alle tenebre nel loro ciclo naturale-, chi entra nella Cappella non si trova di fronte il Giudizio Universale, bensì l’Annunciazione con il Padre, sotto la quale, all’aurora, le due monofore ed il rosone filtrano la luce del Sole.
Chi entra nella Chiesa di Cristo, infatti, non incontra prima il Giudizio, ma la Verità, la misericordia e il perdono. L’uomo è accolto da Dio Padre in trono, immortalato nella sua operatio ad extra, ovvero, nell’annuncio a Maria, opera di misericordia verso l’Umanità.
La Trinità Santissima si china verso l’umanità con grande misericordia e non solo con il giudizio. Il Giudizio divino avrà luogo solo alla fine di un cammino, che, dopo le alterne vicende della vita, potrà valutare l’intero percorso spirituale del credente, percorso che Giotto accompagna non solo con il corteo delle scene dell’Antico e del Nuovo Testamento, ma anche delle virtù cardinali e teologali come dei vizi capitali, che illustrano lo zoccolo della Cappella.
Il cristiano, che ha ascoltato il Vangelo dell’Annunciazione, e che è stato introdotto alla mensa-altare, al sacrificio di comunione, una volta assisosi al divino desco, terminata la celebrazione, si volge per avviarsi verso l’uscita dell’edificio. Cristo Giudice, sormontato dalla trifora simbolo della Trinità, è posto al di sopra della Croce. Accanto alla Croce Maria Santissima, modello di ogni virtù, San Giovanni, che compare in dodici degli affreschi del ciclo, rappresentando le diverse fasi del cammino spirituale del cristiano e Santa Caterina di Alessandria, indomita martire del IV sec. e, quindi, esempio speciale di fedeltà a Cristo.
Il devoto, dopo aver guardato in alto, è invitato a dialogare con i vizi e le virtù, che gli indicano le prove e le vittorie del vivere nel mondo.
Questa scena gigantesca, di grande effetto, realizzata con incantevole arte, è addirittura divenuta più famosa di tutte le altre rappresentazioni della Cappella, tanto che la Cappella è conosciuta e apprezzata soprattutto per questa. Ma come intenderla, con quel minaccioso inferno, che occupa un buon sesto dell’affresco, peraltro illuminato solo da luci di Paradiso?
Se non si dimentica che il Signore e Regista della salvezza è il Padre, ricco di Misericordia e di Verità, anche l’Inferno ed il Giudizio ritrovano la giusta collocazione, che va liberata dalle distorsioni di una mentalità antropomorfica e luciferina, che vuole vedere nel Padre un tiranno e nel Figlio una vittima del Padre, come della vita.
Commentando la Crocifissione, citavamo la parabola dei Vignaioli omicidi. È nella giusta relazione tra Creatore e Creatura che tutto viene compreso; senza, tutto viene non solo frainteso, ma falsificato.

 

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Nel mondo è ancora presente la prova-tentazione

Dopo aver constatato ed ammirato l’elevato simbolismo dell’arte di Giotto, pur se in una forma diversa dal simbolismo bizantino ed orientale, ci stupiscono le parole di Geno Pampaloni mentre commenta la visione dei troni vuoti in Cielo, che attendono San Francesco ed i suoi frati nella basilica di Assisi : «Nell’arte di Giotto non esistono simboli da interpretare o dotti riferimenti da decifrare; al contrario il suo discorso è improntato a una chiarezza formale, a una semplicità di modi nella quale ogni particolare umano o divino, trova la sua concreta espressione. All’assenza di pathos delle icone bizantine, così come all’accesa drammaticità dei dipinti gotici d’oltralpe, Giotto oppone una pittura di misura classica, dove il sentimento non si manifesta in gesti concitati, ma si evidenzia attraverso l’azione».
Possiamo invece dire che proprio il simbolismo di Giotto, così trasparente, sia nell’azione umana che nell’azione e natura divina, ci ha potuto fare intendere qualcosa del mistero del Padre.
Grazie Giotto e grazie Alberto da Padova con i vostri collaboratori, tra i quali Enrico Scrovegni, mossi, forse, dal pentimento.

 

Alcuni suggerimenti bibliografici e sitografici

Grazie alla rete interbibliotecaria della Provincia di Bergamo sono disponibili oltre 50 titoli su Giotto e, in particolare, sulla Cappella di Santa Maria della Carità, detta degli Scrovegni (Padova), considerata il capolavoro di Giotto:

Saggi specialistici e divulgativi con numerose e pregiate illustrazioni:

– Roberto Filippetti, Il Vangelo secondo Giotto. La vita di Gesù raccontata ai ragazzi attraverso gli afreschi della Cappella degli Scrovegni, Itaca, Castel Bolognese, 2002¹, 2013², pagine 75. Testo di ampio rispiro artistico e religioso. Graficamente accurato.
– Giuliano Pisani, I volti segreti di Giotto. Le rivelazioni della Cappella degli Scrovegni, Rizzoli, Milano, 2008, pagine 366.
– Federico Zeri, Giotto. Compianto su Cristo Morto, Rizzoli, Milano 1968, pagine 48.
– Chiara Frugoni, Gli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova. Inglish version included, Einaudi 2005, pagine 210 con DVD
– Angelo Tartuferi, a cura di, Giotto. Bilancio critico di sessant’anni di studi e ricerche, Giunti Firenze Musei 2000, pagine 240
– Albert Skyra, Giotto. La Cappella degli Scrovegni, Fabbri, 1968, 1983 ristampa, pagine 72
– Skyra Masters, Giotto. Skira, Milano 2014.
– Marco Valsecchi, Cappella degli Scrovegni, Ist. Geogr. De Agostini, Novara 1962, pagine 84.
– Gina Lagorio, Giotto. La storia di Gesù, Collana l’Arte per bambini, A. Vallardi, 1982.
– Stefano Zuffi, Giotto, Arnoldo Mondadori Arte l’Unità, 1991, pagine 63

Testi iconografico-didascalici con numerose e pregiate illustrazioni:

– Paola Baldin, Rossana Comida, Giotto. Assisi e Padova, Edizioni Corsare 2010, pagine 47
– Guide artistiche electa, La Cappella degli Scrovegni a Padova, 49
– Guida Skira, Giotto e gli Scrovegni, 2002, pagine 111.
– Guide Skira, Giotto. Cappella degli Scrovegni a Padova, 2004, pagine 85
– Geno Pampaloni, Giotto ad Assisi, Ist. Geografico De Agostini, 1998, pagine 76

Sitografia:

– Cappella degli Scrovegni: http://it.wikipedia.org/wiki/Cappella_degli_Scrovegni, 28 Dic. 2014

– La Cappella degli Scrovegni a Padova: http://www.cultorweb.com/Giotto/Gc3.html, 28 Dic. 2014

– È on line la Cappella degli Scrovegni di Giotto, al più alto livello di definizione al mondo. Vi sono poi opere di Botticelli, Leonardo, Lotto, Tiziano, Caravaggio …. Per usufruire del sito occorre iscriversi (l’operazione è semplicissima ed immediata): www.haltadefinizione.com. È possibile utilizzare il sito anche avvalendosi delle tecniche della LIM.

– Roberto Filippetti: www.filippetti.eu Cartella ARCHIVIO: “è se opera” con lavori riguardanti soprattutto Giotto nella scuola primaria.

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Autore: Libertà e Persona

La nostra redazione si avvale della collaborazione di studiosi attenti alla promozione di un pensiero libero e rispettoso della persona umana, grazie ad uno sguardo vigile sulle dinamiche del presente e disponibile al confronto. Nel tempo “Libertà e Persona” ha acquisito, articolo dopo articolo, un significativo pubblico di lettori e ha coinvolto docenti, esperti, ricercatori che a vario titolo danno il proprio contributo alla nostra rivista online. Gli articoli firmati "Libertà e Persona" sono a cura dei redattori.

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