Di htagliato, pubblicato su CS.
In una pubblicazione scientifica su Nature si sostiene la molteplicità dei sessi biologici. Quando la scienza si piega all’ideologia.
Ho avuto la possibilità di avere tra le mani il numero di Febbraio 2015 di Nature, una delle più prestigiose riviste della comunità scientifica internazionale insieme a Science. Uno dei temi di quel numero anticipati in copertina era il “gender”, per cui ho subito pensato alla cosiddetta Teoria del Gender (che secondo alcuni non esiste, ma i suoi principi sono comunque considerati veri da chi ne nega l’esistenza).
Tale presunta teoria afferma che la sessualità di ogni essere umano è costituita di quattro elementi: il sesso biologico (maschile o femminile); il genere, “gender” in inglese (sarebbe l’orientamento sessuale, che secondo alcuni può avere un numero davvero elevato di forme: eterosessuale, omosessuale, bisessuale, trans, transessuale, transgender, intersex, intergender…); l’identità di genere (cioè il sesso e il genere a cui il singolo individuo afferma di appartenere) e il ruolo di genere (cioè che ruolo occupa un dato genere nella società e nella famiglia). Oltre a questo complesso di strutture, la Teoria del Gender afferma che può essere lecito il passaggio (psicologico o anche fisico) da un genere ad un altro.
Quando sono andato a leggere l’articolo di Nature intitolato “Sex redefined” (il cui testo è liberamente consultabile al link) ho scoperto con stupore che il suo messaggio era che si dovrebbe concettualmente andareoltre anche la semplice “fluidità del genere” e ammettere pure quella del sesso biologico, la prima componente della sessualità. Tutto è sintetizzato dalla tabella allegata al mio articolo, che è una copia con Excel di quella presente sulla rivista cartacea. Essa rappresenta lo “spettro sessuale”, cioè mostra ai due estremi il caso dei sessi noti, maschile e femminile, in tutti gli aspetti (dal genetico al più propriamente corporeo), mentre in mezzo tutte le presunte “vie di mezzo” fisiche tra maschile e femminile.
(Fare click sull’immagine per ingrandire)
Dal momento che siamo tutti pieni di impegni e mi dispiace rubarvi tempo, anticiperò subito la tesi del mio articolo, in modo che, se volete, dopo aver letto la proposizione successiva, potrete saltare subito all’ultimo paragrafo (dove parlerò delle ripercussioni sociali degli argomenti dell’articolo di Nature e di una sorpresa finale) evitando la parte più monotona. A mio avviso, la “ridefinizione di sesso” è inutile perché tutto ciò che costituisce la parte centrale dello spettro sessuale è fatto solo di malattie e malformazioni e non di una vera e propria alternativa biologica ai sessi maschile e femminile.
Siccome abbiamo a che fare con Nature e non con Voyager, dobbiamo analizzare quanti più casi riportati possibili per dimostrare quanto il tentativo di negare il bipolarismo sessuale sia in realtà una grande arrampicata sugli specchi.
Iniziamo dal caso della signora australiana che durante un’amniocentesi scopre che il figlio è sano, ma che lei ha buona parte delle cellule del proprio corpo con cromosomi sessuali maschili (XY). L’articolo stesso sostiene che probabilmente quando la donna era a sua volta un embrione, parte del suo corpo si fuse con l’embrione di un gemello maschio mai venuto alla luce. Di conseguenza, aggiungo io, si è trattato solo di un malfunzionamento durante la gestazione, la signora è solo una donna con delle cellule “rubate” dal fratello.
L’articolo prosegue dicendo che esistono molti casi di discrepanza tra il sesso genetico e il sesso mostrato dalle gonadi e/o dal resto dell’anatomia, questa condizione è detta “Disorder of Sex Developement” (DSD, da notare il fatto che l’acronimo stesso parla di disordini, non di alternative biologiche ai due sessi “standard”). Secondo alcuni ricercatori, una persona su 100 possiede uno di questi DSD, ma in questo piccolo 1% della popolazione rientrano anche quelli che hanno solo uno squilibrio ormonale, quindi questo 1% è già associato ad una categoria forzatamente allargata.
Gli scienziati hanno scoperto che sono molti i geni che possono essere coinvolti in un DSD, per cui sono molti i gradi con cui esso si può manifestare, quindi l’articolo procede con una sorta di ordine cronologico dei momenti dello sviluppo sessuale in cui possono manifestarsi tali disordini.
Fatta la considerazione banale per cui in un embrione il sesso non è la prima cosa che si forma (e ci mancherebbe pure!), viene spiegato che dopo la formazione dei reni si creano dei rigonfiamenti che poi diventeranno le gonadi maschili o femminili, le quali a loro volta produrranno gli ormoni che indirizzeranno la formazione dei genitali dell’uno o dell’altro sesso bloccando lo sviluppo dei genitali “scorretti”, cioè quelli diversi dal sesso previsto dai cromosomi.
A inizio del millennio si scoprì che esistono geni predisposti allo sviluppo delle ovaie e alla soppressione dei testicoli, come uno chiamato WNT4. Il testo pone l’esempio di individui XY che con copie extra di questo gene sviluppano genitali e gonadi atipiche, come un utero rudimentale. “Copie extra”, appunto, cioè geni di troppo rispetto ad una norma di cui implicitamente si ammette l’esistenza.
Nel 2011 si è scoperto un altro gene detto RSPO1 che se non funziona normalmente induce i soggetti XX (femmine) a sviluppare gli “ovotesticoli”, gonadi con aree che presentano uno sviluppo sia di ovuli sia di testicoli. Di nuovo, ci troviamo di fronte a un gene che non funziona normalmente.
Siccome si è dimostrato che lo sviluppo sessuale biologico è caratterizzato da una rete di attività genetiche, il clinico Eric Vilain si aspetta un “cambiamento filosofico del nostro modo di vedere il sesso”, ma stiamo vedendo quanto in realtà parliamo solo di processi molto sofisticati scientificamente, ma nulla di speciale filosoficamente.
Come succede spesso quando si legge di una scoperta sensazionale in biologia, ci accorgiamo che tale scoperta per la precisione riguarda i topi. Nel 2009 e poi nel 2011 ricercatori hanno scoperto che disattivando un gene delle ovaie, le cellule relative alla produzioni di ovuli diventavano produttrici di sperma e viceversa che, disattivando un altro gene, cellule testicolari diventavano cellule delle ovaie. Tutto ciò sorprese gli scienziati perché succedeva post-nascita. Capisco quindi che l’esperimento non sia stato affatto banale, ma dal punto di vista della tesi dell’articolo non si è scoperto una “via di mezzo” dei sessi, sono sempre i soliti due con in più una maggiore conoscenza dei meccanismi che determinano il sesso.
L’articolo supera l’argomento gonadi per passare agli altri caratteri sessuali, ma tratta di nuovo una malattia, la sindrome detta CAIS per la quale le cellule di un individuo XY sono purtroppo sorde agli ormoni maschili, per cui i testicoli sono presenti ma i genitali esterni sono femminili. Una malattia a tutti gli effetti, per cui l’autore, lo scrittore freelance Claire Ainsworth, subito precisa che casi come questi vengono subiti da una persona su 4’500, siccome però lo scopo di Nature era di dimostrare lo spettro sessuale, andiamo avanti con altri casi da buttarci dentro.
Viene citata una DSD detta CAH che produce un eccesso di ormoni maschili, per cui gli individui XX presentano genitali ambigui (che è meglio che non descrivo). Una forma più tenue di CAH, comporta invece tratti facciali maschili, maggior peluria, cicli mestruali irregolari e problemi di fertilità. Meno male che è la forma più tenue!
L’articolo per poco si dà una zappa sui piedi quando spiega che molti individui giungono a scoprire che sono affetti da una DSD perché sono andati a farsi analizzare problemi di sterilità. Mi sa che più che di spettro sessuale stiamo descrivendo uno spettro e basta, con tutte queste malattie su malattie!
Quasi a mo’ di barzelletta, viene riportato anche il caso di un uomo di 70 anni, padre di quattro figli, che scoprì casualmente, durante un intervento, di avere un utero. Se però non se ne accorto per 70 anni ed ha addirittura avuto dei figli, allora è solo una piccola malformazione avvenuta durante la gravidanza della madre di quest’uomo, non uno stato intermedio maschio-femmina!
Si torna quindi di nuovo a qualcosa di più consistente ma lo si fa citando la sindrome di Turner, che avviene quando un individuo XY per errore “perde” il cromosoma Y e il risultato è una donna con altezza ridimensionata e ovaie sottosviluppate (ma di nuovo si precisa subito che ne è affetta una su 15’000). Ormai abbiamo capito il problema di fondo di questo articolo: per espandere lo spettro sessuale, si inseriscono blande malformazioni, per aggiungervi casi più significativi, si citano malattie.
Siccome si vuole riportare di tutto e di più, viene presentata anche la storia di una donna che era incinta di un bambino maschio di cui una parte delle cellule attraversarono la placenta e si fusero col corpo della madre. Queste cellule maschili vennero ritrovate 27 anni dopo la nascita del bambino, il che è una notizia interessante, quasi divertente, ma non dimentichiamo il tema dell’articolo, per cui ci tengo a sottolineare che la donna era una donna e il bambino era un maschietto “e basta”. Sempre per allungare il brodo, si cita anche il fatto che una donna, analizzata dopo la sua morte, presentava nel cervello cellule XY. “Era una donna che sapeva pensare da uomo?” vi chiederete voi che sicuramente vorreste farci una battuta, ma parlando seriamente, di nuovo stiamo trattando di una “comune donna”, perché quelle cellule XY svolgevano il regolare compito di cellule neuronali.
Siamo giunti all’ultimo paragrafo. Se non avete saltato la parte precedente, vi ringrazio per la pazienza, se invece l’avete fatto, non vi rimprovero ma invito anche voi a riflettere su altre due questioni presenti nell’articolo di Nature.
Cominciamo col dire che chi fosse stato così ingenuo da ritenere che l’articolo trattasse solo di scienza, senza mettere in mezzo la politica, si sbagliava. Riporto testualmente:
Biologists may have been building a more nuanced view of sex, but society has yet to catch up. True, more than half a century of activism from members of the lesbian, gay, bisexual and transgender community has softened social attitudes to sexual orientation and gender. Many societies are now comfortable with men and women crossing conventional societal boundaries in their choice of appearance, career and sexual partner. But when it comes to sex, there is still intense social pressure to conform to the binary model.
Tradotto dall’inglese all’italiano politicamente corretto, siccome i biologi hanno scoperto che una volta su cento qualcosa non va nello sviluppo della sessualità biologica, del tipo uomini che nascono con l’utero, allora sarebbe bene che la società rinunciasse al bipolarismo maschio-femmina e approvasse almeno le unioni civili, meglio ancora matrimoni ed adozioni per i gay. Da notare che se quello spettro sessuale in figura presentasse una qualche forma di corrispondenza con l’orientamento sessuale, del tipo “eterosessuale agli estremi, bisessuale al centro e omosessuale negli altri casi”, allora sarebbe stata una vera rivoluzione scientifica perché si sarebbe trovata una spiegazione biologica alla manifestazione dei vari gender, ma purtroppo abbiamo visto che non è così, è l’autore che sta inserendo in modo pretestuoso le “questione gay” in un articolo che è stato fin qui solo un elenco di disturbi fisici.
Ora ammirate questa che secondo me è una palese contraddizione: prima viene detto che
This pressure has meant that people born with clear DSDs often undergo surgery to ‘normalize’ their genitals. Such surgery is controversial because it is usually performed on babies, who are too young to consent, and risks assigning a sex at odds with the child’s ultimate gender identity
è sbagliato scegliere di intervenire chirurgicamente sui bambini affetta da una grave DSD quando sono troppo piccoli per decidere autonomamente sulla loro identità sessuale, però
doctors and parents should at least wait until a child is old enough to communicate their gender identity, which typically manifests around the age of three, or old enough to decide whether they want surgery at all.
ossia a tre anni il bambino/a può già dire quale sia la sua identità di genere. A tre anni! Quando cerco di tornare con la mia mente al ricordo più vecchio che ho, visualizzo mio padre che gioca con me a fare i colpi di testa con un pallone nel bosco di Capodimonte, ma non sono affatto sicuro che tale ricordo risalga ai miei tre anni, probabilmente dopo e di certo non avevo ancora la più pallida idea che, aldilà del fatto che ero un maschietto in un mondo diviso in maschietti e femminucce, il genere fosse una cosa su cui potevo pensare, riflettere, valutare e scegliere!
La “propaganda gender” si fa più forte nelle battute finali:
Yet if biologists continue to show that sex is a spectrum, then society and state will have to grapple with the consequences, and work out where and how to draw the line. Many transgender and intersex activists dream of a world where a person’s sex or gender is irrelevant.
Che detto in modo rude significa che se i biologi continueranno a raccogliere casi volti a dimostrare il fantomatico spettro sessuale, le società che non l’avessero fatto saranno “costrette” a dover approvare i matrimoni gay. Lo dice la Scienza!
L’alternativa dovrebbe consistere nello stabilire un criterio per affermare se un individuo sia maschio o femmina, ma “alla luce dei dati raccolti” elencati nell’articolo, nasce un problema:
So if the law requires that a person is male or female, should that sex be assigned by anatomy, hormones, cells or chromosomes, and what should be done if they clash?
Cioè, quel’1% di persone che purtroppo hanno subito una DSD con che criterio le cataloghiamo sessualmente? Valutando caso per caso, con un metodo scientifico, in particolare senza le forzature che abbiamo visto? No, ma
“My feeling is that since there is not one biological parameter that takes over every other parameter, at the end of the day, gender identity seems to be the most reasonable parameter,” says Vilain. In other words, if you want to know whether someone is male or female, it may be best just to ask.
In pratica, quale sia il sesso è una cosa che può decidere il singolo, alla faccia della coerenza “pensiero-realtà”: è il pensiero che stabilisce la realtà. Immagino quel vecchio di 70 anni che, scoperto di aver sempre avuto un utero, impone ai nipoti di farsi chiamare “nonna”. Dopotutto, citando Voltaire, “la pace è preferibile alla verità”, specialmente quando si ha la possibilità di evitare questioni in famiglia. Ho citato di nuovo quel caso particolare per farvi osservare che se il sesso dovrà essere quello dichiarato verbalmente dal singolo, allora anche un individuo che sia maschio dal DNA ai peli se dice di voler essere chiamato ”Beatrice” allora dovrà essere accontentato, è un fatto di coerenza.
Ora veniamo alla seconda questione finale, la sorpresa a cui alludevo. A cavallo tra la terza e la quarta pagina dell’articolo si legge:
Scientists are now finding that XX and XY cells behave in different ways, and that this can be independent of the action of sex hormones. “To tell you the truth, it’s actually kind of surprising how big an effect of sex chromosomes we’ve been able to see,” says Arnold. He and his colleagues have shown that the dose of X chromosomes in a mouse’s body can affect its metabolism, and studies in a lab dish suggest that XX and XY cells behave differently on a molecular level, for example with different metabolic responses to stress. The next challenge, says Arnold, is to uncover the mechanisms. His team is studying the handful of X-chromosome genes now known to be more active in females than in males. “I actually think that there are more sex differences than we know of,” says Arnold.
La sorpresa è che le differenze tra uomo e donna non sono solo riprodotte a livello “informatico” nei cromosomi, cioè i cromosomi XX e XY non si limitano a contenere le informazioni che ad una scala maggiore si manifestano nella mia barba e nei miei baffi e nelle curve delle donne, ma già a livello cellulare la singola cellula XY si comporta, a prescindere di quale parte del corpo faccia parte, in modo diverso da quella XX!
Detto scherzando, è come dire che non sono solo “io” (sul piano mentale) che vorrei andare a vedere un film horror al cinema mentre la mia ragazza no, anche le mie cellule sono d’accordo (piano microbiologico). Concludendo, in questo brano che pare anomalo rispetto al resto dell’articolo, la differenza uomo-donna non è disciolta come si cerca di fare nel resto del testo, ma è addirittura rafforzata rispetto a quello che sapevo prima!
NB: il presente articolo è di un autore di CS che si firma htagliato, il nome di Enzo Pennetta che compare all’inizio è quindi da intendersi solo come quello di chi ha riportato l’articolo su Libertà e Persona.
.
.
.