Una discussa setta di ispirazione buddista punta al proselitismo e cerca visibilità attraverso una campagna umanitaria. E i comuni italiani concedono il patrocinio.
Chi potrebbe non essere d’accordo su un’iniziativa per il disarmo nucleare? Questo è il segreto della campagna “Senzatomica” promossa dalla Soka Gakkai, un nuovo movimento religioso giapponese di ispirazione buddista con una forte propensione al proselitismo, una campagna che in questi giorni viene presentata a Roma:
Un movimento che si può definire setta sia un quanto è separato dal buddismo tradizionale e non è appartenete all’Unione Buddista Italiana (UBI), ma ancor più per via di alcuni aspetti dell’organizzazione che hanno comportato forti critiche da parte di alcuni fuoriusciti. Al riguardo è possibile leggere siti come No alla Soka Gakkai,Fauno Silvestre, Vittime Soka Gakkai, Fiore di loto. Inoltre secondo una commissione parlamentare francese la Soka Gakkai deve essere inclusa tra le sette a tutti gli effetti.
Alla Soka Gakkai sono dedicate più di 70 pagine del libro “Occulto Italia” a firma di Giovanni del Vecchio e Stefano Pitrelli, edito dalla BUR nel 2011. Vediamo come si riassumono i unti essenziali della SG nella definizione di Wikipedia:
La Soka Gakkai o Soka Gakkai Internazionale (giapponese Sōka Gakkai, 創価学会: società per la creazione di valore) è una scuola laicabuddhista giapponese diffusa in tutto il mondo, talvolta definita come un nuovo movimento religioso, che pratica e diffonde il buddhismocosì come fu codificato dal monaco riformatore Nichiren (日蓮 Nichiren?) (16 febbraio 1222-13 ottobre 1282), o, secondo altri, una versione moderna dello stesso buddhismo Nichiren.
Fondata nel 1930 dall’educatore nipponico Tsunesaburo Makiguchi, la Soka Gakkai in origine fu una delle associazioni laiche che si affiliarono al tempio Taiseki-Ji, tempio principale della scuola buddhista giapponese Nichiren Shōshū (日蓮正宗), nata a sua volta in epocaMeiji dal riordino di tutti i templi che si riferivano al discepolo di Nichiren, Nikkō (日興, 1246-1333) e dalla quale si separa a seguito di uno scisma nel 1991.
Alla base della pratica della Soka Gakkai vi è la recitazione del titolo (daimoku) del Sutra del Loto, in giapponese “nam myōhō renge kyō” (南無妙法蓮華経) e la lettura quotidiana del Secondo e Sedicesimo capitolo del Sutra del Loto davanti al Gohonzon, pergamena che ne riproduce una incisa da Nichiren e che simboleggia la realtà ultima.
La Soka Gakkai, che in Giappone conta più di dieci milioni di fedeli, è presente in 192 Paesi del mondo. In Italia vi aderiscono circa 70.000 fedeli, pressapoco la metà deibuddhisti italiani[1]. L’attuale leader spirituale vivente è Daisaku Ikeda, terzo presidente, succeduto a Josei Toda nel 1960.
I seguaci della Soka Gakkai ritengono che si possibile ottenere la realizzazione di qualsiasi richiesta recitando un mantra davanti ad un oggetto sacro denominato “Gohonzon” che è la riproduzione di una pergamena del XII secolo:
Il Gohonzon
Ma più che oggetto sacro il Gohonzon andrebbe correttamente definito un oggetto “magico”, infatti ripetendo infinite volte dinanzi ad esso la frase, del daimoku (grande invocazione) “nam myōhō renge kyō” viene garantita la realizzazione di tutti i propri desideri, si tratta quindi più di una dottrina magica che religiosa. Tra gli adepti illustri in Italia si annoverano l’attrice Sabina Guzzanti, Vladimir Lxuria e Gianna Nannini, ma non bisogna dimenticare Roberto Baggio e Ornella Muti. Tra i nomi stranieri spiccano la cantante Tina Turner e l’attore orlando Bloom.
Sempre da “Occulto Italia” si apprende che lo psicologo Franco Nanni, che ha avuto un’esperienza nella Soka Gakkai, afferma che la ripetizione insistita del mantra induce stati alterati fino a giungere a volte alla trance, tanto che la stessa SG ne sconsiglia la recitazione ai bambini o a persone psicologicamente deboli o disturbate.
Il reclutamento di nuovi adepti avviene in modo diretto, cercando di coglierli possibilmente in un momento di difficoltà, da quel momento la presenza dei nuovi elementi alle iniziative viene schedata in report che vengono regolarmente inviati alla struttura superiore, si vuole anche sapere il numero di potenziali nuovi adepti ciascuno potrebbe contattare (metodo comune alle famigerate società multilevel). Poi i nuovi arrivati vengono inquadrati in “staff” dove ciascuno ha un compito ed è associato ad altri componenti realizzando così un controllo incrociato e contemporaneamente una “cannibalizzazione” del tempo libero che si risolve nell’allontanamento da tutte le precedenti amicizie e relazioni personali di ogni tipo, situazione che renderà molto difficile fuoriuscire dalla Soko Gakkai in quanto per l’adepto non esisterà più una vita al di fuori di essa.
Parte fondamentale per l’appartenente alla Soka Gakkai aoltre all’offerta del proprio tempo è quella della propria casa e, infine del proprio denaro che viene vista come una tecnica di separazione dagli attaccamenti (ma come, il mantra non serviva a realizzare i propri desideri anche materiali, e cosa sono questi se non attaccamenti?), e poiché la Soka Gakkai conosce tutto di te, le donazioni dovranno essere in proporzione alle disponibilità. L’offerta del denari avviene sia sotto forma di donazioni che di “indispensabili” oggetti di merchandising quali un’armadietto per la pergamena Gohozon (fino ad oltre 1000 Euro), alla campana, l’incenso, i cuscini ecc… Secondo i dati disponibili nel 2000 le offerte dei seguaci italiani raggiungevano i 7,2 miliardi di lire.
All’inizio del nuovo millennio la Soka ha attraversato un periodo di crisi quando la Prof. di Sociologia presso l’Università La Sapienza di Roma Maria Immacolata Macioti, che fino a poco tempo prima aveva firmato delle pubblicazioni favorevoli alla Soka, la descrive come una setta pericolosa e chiama in causa i suoi dirigenti. La Prof. Macioti in realtà non ha fatto altro che riferire delle lamentele di alcuni seguaci che denunciavano “processi” sul proprio comportamento con tanto di intimidazioni, minacce e perfino pedinamenti, la loro colpa sarebbe stata quella di non aver obbedito senza discutere agli ordini dei loro superiori.
Questa situazione giunse fino alla dirigenza in Giappone preoccupata che questa possa pregiudicare il riconoscimento dello status di religione da parte dello Stato Italiano e potenzialmente l’accesso all’8 per mille delle dichiarazioni dei redditi.
Ecco uno dei punti di rilievo della struttura denominata Soka Gakkai, il capo Daisaku Ikeda, che viene annoverato al 19° posto tra le persone più influenti del continente asiatico e con 8 milioni di seguaci in Giappone è in grado di influenzare un forza elettorale che sostiene il partito Komeito, nato proprio dalla Soka Gakkai, ma è anche uno degli uomini più ricchi, tanto che proprio all’inizio del millennio poteva permettersi l’acquisto di un Renoir per circa 60 milioni di Dollari ad un’asta londinese.
L’importanza delle mostre
Dall’inchiesta condotta da Del Vecchio e Pitrtelli emerge che le mostre rivestono un fondamentale elemento nella strategia della Soka Gakkai in quanto esse fungono sia da raccordo con le istituzioni e i personaggi in vista della cultura, che come mezzo per fare marketing mirato al proselitismo, chi potrebbe infatti dubitare di un’associazione le cui attività vengono patrocinate da un Comune, a maggior ragione se parliamo di realtà come quelli di Milano o Roma?
Il Presidente della Soka Gakkai Italia, Tamotsu Nakajima, e il Sindaco di Roma Ignazio Marino in occasione della mostra “Senzatomica”.
La tecnica di avvicinare personaggi in vista sia della cultura che della politica è funzionale alla creazione di un’immagine positiva a livello mondiale, non sono pochi i Nobel avvcinati dalla Soka Gakkai, e ogni mostra effettuata deve essere accompagnata da un riconoscimento di qualche genere che sia in grado di accrescere il “carnet” di attestati e onorificenze dell’associazione il cui capo sembra non nascondere l’aspirazione ad essere candidato al Nobel per la Pace.
“Soga Gakkai, in Italia è boom” titolava nel 2013 l’Espresso, il boom di un’associazione con molte ombre ancora da chiarire e che tende ad utilizzare la politica per espandersi, e ad espandersi per fare politica.
Colpisce la capacità dimostrata dalla SG di arrivare ai vertici di numerosi comuni italiani, un fatto allarmante in quanto le Istituzioni sono tenute a non spendere il loro patrimonio di immagine per rendersi strumento di marketing, in particolar modo di realtà con molte ombre.
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