I giornali in questi giorni prontamente ripresi dai programmi televisivi non si stancano di raccontare le gesta della scienza, soprattutto quando si tratta di ridurre l’uomo ad una particella di materia evoluta
. Nessuna creatura, nessun creatore, questa è l’ossessione che alimenta una parte della comunità scientifica. L’ uomo viene in tal modo confuso con un qualsiasi prodotto. Siamo il prodotto dell’evoluzione cieca e casuale? Saremo il prodotto di un calcolo, saremo noi ora a fare l’uomo a immagine e somiglianza dei nostri desideri.
Non più di Dio, “colui di cui non posso disporre”. Saremo figli; ma del desiderio, della moda, della nuova scoperta tecnica; ma davanti a questa corsa, oggi, voglio raccontare, voglio ricordare altri uomini, altre donne, creature che per amore di Dio, seminano amore nel mondo. Sono missionari, laici e consacrati, di cui nessuno parla se non per registrarne in non pochi casi la scomparsa.
Penso a due umili e anziane suore che vivono in solitudine in una regione della Turchia, sono le uniche cattoliche rimaste. Una fiamma che arde nel buio, dopo una vita spesa come missionarie in giro per il mondo. La loro testimonianza è fatta di amore e silenzio, un silenzio che affonda nella preghiera, “ abbiamo imparato ad essere e ad esserci” dicono. Penso ad un’altra sorella che da trent’anni vive in Uganda al fianco dei più diseredati e la vedo piangere mentre lotta per dare cibo e dignità a persone dimenticate da tutti. Poi, ci sono missionari che raccolgono i disperati, gli handicappati, i moribondi, lungo le periferie di tutti i continenti.
Cosa li muove tutti, cosa li sostiene se non l’amore? Dove trovano la forza davanti all’abisso del male che ha i volti dei senza casa, senza famiglia, senza salute, senza pane? Eppure non mollano e sono a loro modo felici perchè Cristo li nutre e sostiene. Senza Cristo, è vero, la morte di un solo bambino innocente ci getterebbe nella disperazione, ma con lui, il male si può affrontare. E poi ci sono i martiri, hanno il volto di preti, volontari laici, suore, semplici fedeli; quanto sangue versato ogni giorno, sangue che il deserto dell’indifferenza beve, senza lasciare traccia. Ma di questo stampa e televisione non si occupano. Nei programmi scorrono, in una passerella di vanità e finzione personaggi che presentano fatiche editoriali, cinematografiche, musicali, gonfiando le vene della fronte e del collo, in difesa di diritti astratti. Passano sotto i riflettori profeti dai lauti compensi, per distillare perle di demagogia e moralismo, passano gli indagatori della mente e del cuore, convinti che un giorno sapremo tutto dell’uomo. Ma l’amore dei testimoni di Cristo, proprio non lo comprendono.
Perché la Carità e l’amore per i propri nemici, sono l’opposto di “quella natura”che essi pretendono di conoscere. C’è un surplus, un sovrappiù determinante che fa dell’uomo il custode amorevole di ogni vita, il senso stesso delle cose. Si chiama grazia, si chiama Cristo. È lui la sconfitta definita del male del mondo, la sconfitta della natura ferita, decaduta. Perchè la natura, ogni natura, anche la più intelligente, porta li stigma della Caduta, di un peccato che ci perseguita, fino a quando non spalanchiamo le porte al Redentore. Grazie, umili, silenziosi, instancabili, perseguitatati, dimenticati, testimoni di Cristo nel mondo. Buon Anno.