Sempre attento e preciso, su www.rossoporpora.org Giuseppe Rusconi commenta la prolusione del cardinal Bagnasco del 27 gennaio .
Ho trovato interessanti soprattutto due passaggi:
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Scorrendo le pagine della prolusione subito appare una novità di forma (che non sembra irrilevante). La prolusione è assai più breve del consueto (5 pagine invece della tradizionale decina, con la parziale eccezione della prolusione del settembre scorso, già ridotta a 7 pagine). Anche papa Francesco del resto ha introdotto un nuovo modo di comunicare fondato su poche parole e testi ridotti nella lunghezza.
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Dalla prolusione sono spariti i capitoli dedicati alla politica internazionale – di solito quelli iniziali o immediatamenti successivi – e alla politica italiana. Sono pagine che venivano divorate dai giornalisti alla ricerca della frase che potesse servire per il commento e per il titolo del giorno dopo. La mancanza di una trattazione dettagliata di aspetti delicati della politica internazionale e, soprattutto, l’assenza di una diagnosi approfondita e complessiva della politica nazionale segnalano probabilmente un aggiustamento/cambiamento di rotta nei rapporti con quel mondo. Ancora nel senso di quanto voluto da papa Francesco.
Personalmente, mi sembra un dato positivo: che il presidente della Cei semtta di rubare il posto ai politici, e si tenga lontano dalla politica di tutti i giorni, è solo un bene.
L’importante è che poi, quando serve, intervenga. Della serie: un po’ meno, e in modo più incisivo.