Fratel Ettore, missionario tra i barboni

Fratel Ettore Boschini nasce nel 1928. La sua infanzia è segnata dalle difficoltà economiche e di salute, che si aggravano visti i lavori pesanti che il ragazzo è costretto a svolgere fin dall’età di dieci anni.
Ettore cresce senza pregare e frequentare la Santa Messa e, anzi, pronunciando bestemmie e divertendosi con le ragazze.
A diciassette anni, la svolta: recatosi presso il Santuario della Corona, nel Veronese, davanti ad un’immagine della Madonna prega così: “Cara Mamma, tu conosci la mia vita disordinata, voglio cambiare, ma se tu non mi aiuti sono sicuro che domani ricomincerò da capo”.

La Madonna non lascia cadere inascoltata questa supplica.
La conversione di Ettore è radicale e, dopo qualche tempo di riflessione e preghiera, il giovane decide di rivolgersi ai frati cammiliani, ordine nel quale entra nel 1951, all’età di ventitré anni.

Fratel Ettore trascorre i primi vent’anni di vita consacrata a Venezia, dove svolge varie attività caritative presso l’ospedale. E’ questo un periodo che lo distrugge fisicamente e psicologicamente: soffre e teme di aver sbagliato scelta di vita.

Un superiore comprensivo lo sposta quindi all’ospedale San Camillo di Milano. Ed è proprio in questa città che fratel Ettore comprende la propria vocazione: aiutare le persone di strada, i barboni, i tossicodipendenti, le prostitute… Fratel Ettore, tuttavia, non si accontenta di fare loro la carità, intesa in senso prettamente materiale: egli dona loro se stesso, il proprio affetto; inoltre, egli desiderava per i suoi barboni la santità, e in tal senso non aveva alcuna remora nel proporre loro di pregare, rivolgendosi soprattutto alla Madonna, per la quale nutriva una grandissima devozione.

A settantatré anni fratel Ettore viene colpito da un tumore al midollo osseo, che nel giro di tre anni lo porta alla morte, avvenuta nel 2004.
Il giudizio più bello sulla sua vita lo ha pronunciato lui stesso, dicendo: “La mia è semplicemente una storia d’amore, un percorso scelto per me da Dio”.