di Attilio Negrini
Primavera 2016, vigilia del campionato europeo di calcio in Francia. Ascoltando la registrazione di una magistrale lezione di Massimo Introvigne sulla Massoneria a un certo punto si parla dell’architetto del mondo, che secondo il rito di York si chiama Jahbulon, la divinità il cui nome è composto da Javeh, Dio dell’Antico Testamento, Bul, il nome del Cananeo dio Baal e On, il dio egizio Osiride.
Questo nome mi ricorda qualcosa, il pallone con cui giocano da qualche anno i miei figli. Il suo nome è “Jabulani”, e fu adottato come pallone ufficiale dalla FIFA nel 2010 in occasione dei mondiali di calcio giocati in Sud Africa.
Cuba è uno dei tanti miti atei del ventesimo secolo, che sopravvive nel ventunesimo, senza più essere un mito, Continua a leggere
Sono certo che molti avranno apprezzato la testimonianza che suor Maria de Guadalupe ha dato sulla sua esperienza di missionaria nella Siria in guerra. Penso possa essere interessante sapere più in dettaglio anche come è nata la sua vocazione.
Ecco quindi la traduzione di un’intervista realizzata da Pepe Alonso per il programma “Nuestra fe en vivo”, trasmesso da una famosa Tv cattolica degli Stati Uniti per i moltissimi ascoltatori di lingua spagnola, il 2 maggio 2016.
In questa calda estate – sotto diversi punti di vista, non tanto e non solo legati al meteo – a tenere banco ci sono i classici temi “sempreverdi” (appunto il caldo, gli italiani in vacanza, le autostrade da bollino nero, l’abbandono degli animali, il femminicidio…), con l’aggiunta di qualche novità: le Olimpiadi di Rio pro Lgbt, per esempio, o la propaganda in favore dei single.
Sì, oramai viviamo in un tempo in cui a fare notizia non sono la famiglia e i bambini, ma i gay e i single. Il tutto con uno sguardo che di lungimirante ha ben poco. Continua a leggere
C’erano tre transgender: nate donne, “trasformatesi” in uomini… e poi rimaste incinte grazie alla fecondazione artificiale, ma sempre sotto mentita spoglia maschile.
Questa – che potrebbe essere usata come storiella per misurare il grado di capacità di analisi di situazioni complesse da parte delle persone – altro non è la sintesi di una notizia riportata dal Daily Mail, che sta animando il dibattito pubblico in Inghilterra in questi giorni.
L’ideologia gender è divenuta uno dei punti cardine della sinistra mondiale degli ultimi decenni. In Argentina è appena uscito un interessante studio, “El libro negro de la nueva izquierda“ (Il libro nero della nuova sinistra), scritto da due giornalisti e studiosi, Nicolás Márquez e Agustín Laje, che analizzano quali sono i miti della nuova sinistra.
Parliamo oggi di Polonia. E lo facciamo con Roberto Marchesini, che ci propone un’approfondita analisi su questo Paese, che ha attraversato periodi storici molto complessi, alcuni dei quali ancora oggi controversi.
Pubblichiamo un’intervista concessa da don Karam Shamasha, giovane sacerdote iracheno fuggito dall’ISIS. L’intervista è stata pubblicata anche sul sito della comunità Nuovi Orizzonti.
di Pia Pisciotta
Don Karam, quanti anni hai e da dove vieni?
Ho 29 anni, vengo dall’Iraq e sono sacerdote da 4 anni. Sono stato ordinato nel mio villaggio vicino a Mosul. La mia parrocchia conta quasi 1.600 famiglie per un totale di 6.000 persone circa. Continua a leggere
da La Nuova Bussola quotidiana
Padre Rodrigo Miranda, sacerdote cattolico dell’Istituto del Verbo Incarnato, dal 2011 è stato parroco ad Aleppo. Per 4 anni. Lo contattiamo per sapere di questa esperienza, a suo modo unica; per capire cosa succede là, dove tanti scappano per arrivare in Europa. Lui è arrivato ad Aleppo poco prima che la tragedia esplodesse e l’ha vissuta in prima persona, sulla sua pelle. Continua a leggere
Qual’è l’azione più umana di fronte a bambini concepiti con stupro? “Non si può ripagare violenza con un’altra violenza”. Hanno risposto così i vescovi nigeriani, ribadendo, con parole chiare, quello che la Chiesa ha sempre insegnato: non è mai lecito uccidere il concepito.
Diversi gruppi internazionali, invece, stanno spingendo per risolvere il dramma delle donne stuprate dagli islamisti di Boko Haram offrendo loro di praticare l’aborto di massa. Chiunque non usi trucchi ideologici deve riconoscere che la risposta dei vescovi è di assoluto buon senso, infatti, l’aborto andrebbe solo ad aggiungere violenza a violenza. Continua a leggere