Dolcezza senza fine alla tua destra
Sal 16,11
Come sappiamo bene, oggi non solo nella società, ma anche nella Chiesa e addirittura nel clero si stanno diffondendo vizi sessuali particolarmente gravi: la pedofilia e la sodomia. Possiamo chiederci quali possano essere le cause di una corruzione morale così grave. E quali i rimedi.
Questi vizi dipendono dall’idea che il piacere sessuale va apprezzato e cercato con qualunque mezzo come bene assoluto, massimo ed irrinunciabile, non importa se naturale o contro natura, se regolato o non regolato dalla ragione o dalla fede, se si concili o non si concili con lo spirito, se turbi o non turbi la coscienza, se debba o non debba avere limiti e modo.
Origene di Alessandria (187-253 o 254)[1] è stato uno dei più grandi, fecondi, dotti ed influenti teologi e maestri spirituali dei primi secoli del cristianesimo, uomo certamente di virtù e di vita austera, ma non tale da meritare di esser canonizzato, come è avvenuto per altri teologi, che figurano tra i Padri della Chiesa, e tra i suoi stessi discepoli.
Ciò che oggi colpisce ed amareggia i cattolici e tutte le persone a modo, anche se non credenti, è la diffusione delle più svariate forme di corruzione sessuale non tanto nei laici, chè ciò è sempre accaduto, ma nel clero, nei religiosi, nei vescovi e persino nei Cardinali o con implicazione diretta o con favoreggiamento o col lasciare impuniti i colpevoli o tollerando pubblicazioni, che tentano di giustificare la corruzione, fatta passare per espressione di libertà o di «diversità».
All’udienza generale del 2 gennaio scorso, il Papa ha pronunciato le seguenti parole: «C’è gente che è capace di tessere preghiere atee, senza Dio e lo fanno per essere ammirati dagli uomini. E quante volte noi vediamo lo scandalo di quelle persone che vanno in chiesa e stanno lì tutta la giornata o vanno tutti i giorni e poi vivono odiando gli altri o parlando male della gente. Questo è uno scandalo! Meglio non andare in chiesa: vivi così, come fossi ateo».
Il Papa sembra qui preferire l’ateo al cattolico incoerente o ipocrita, che va a Messa, ma non ama il prossimo. A proposito di costui il Pontefice parla di «preghiere atee», espressione paradossale, che significa «preghiere insincere», quindi di un ateismo pratico, di uno che onora Dio con le labbra, ma non col cuore.
Nel corso della recente intervista concessa dal Papa ai giornalisti in aereo, di ritorno dalla visita in Panama, il Pontefice, parlando della necessità di una corretta educazione sessuale nelle scuole, è uscito con l’enunciazione di principio fondamentale, addirittura teologico, dell’etica sessuale, affermando che «il sesso è un dono di Dio». E precisa: «Il sesso come dono di Dio deve essere educato, non con rigidezza, educare viene da “e-ducere”, trarre il meglio dalla persona e accompagnarla nel cammino».
Un aspetto della predicazione di Papa Francesco che suscita disagio è la sua apparente tendenza a contraddirsi, causata dal fatto che pare che egli concepiscail messaggio evangelico non nella categoria dell’universalità, ma in quella della diversità, non in quella dell’unità, ma in quella della molteplicità. E’ l’immagine della Chiesa a lui cara del poliedro e non della sfera. Non tutti raggi uguali che escono da un centro, ma una pluralità di facce coordinate tra di loro nella diversità.
Nella Chiesa si sentono voci allarmate: «Aiuto! Scandalo! Il Papa non è cattolico! Il Papa è eretico! Il Papa ha perso la fede! Il Papa è contro la Tradizione! È un modernista! È un rahneriano! È un hegeliano! È un luterano! È un massone! È un comunista! È un relativista! È un indifferentista! È un lassista! Odia la dottrina! Non rispecchia gli insegnamenti di Cristo! Non crede ai valori non negoziabili! Ha cambiato il Credo della Chiesa! Ha mutato l’essenza della Chiesa! Scende a patti con le idee del mondo! È un falso Papa! È l’Anticristo! Invochiamo S.Michele Arcangelo!».
Al termine di un incontro coi giovani a Roma l’11 agosto scorso, al Circo Massimo, il Papa ha risposto alle domande di alcuni giovani, tra i quali un certo Dario di 27 anni, che si è rivolto al Papa così: «Ci sono le grandi domande: com’è possibile che un Dio grande e buono (così me lo hanno raccontato) permetta le ingiustizie nel mondo? Perché i poveri e gli emarginati devono soffrire così tanto? Il mio lavoro mi pone quotidianamente davanti alla morte e vedere giovani mamme o padri di famiglia abbandonare i propri figli, mi fa chiedere: perché permettere questo?».
In un Discorso del 30 novembre scorso, parlando ai Religiosi, il Papa ha dato una definizione di ciò che egli intende per «clericalismo» come grave errore da evitare nella formazione del clero e come causa dell’attuale grave corruzione sessuale del clero.
In questa occasione il Papa usa il termine «clericalismo» in un nuovo significato, sul quale è bene che ci fermiamo. Ricordiamo infatti che il significato dei termini evolve e si basa solo su convenzioni contingenti, per cui è ad libitum. Tuttavia, la prudenza nel linguaggio consiglia, nel caso si voglia cambiare il significato di una data parola, di tener conto dell’uso che fino ad allora si è fatto di quella parola, nonchè delle origini storiche del significato di detta parola.
Stiamo vivendo un’epoca del Papato quale mai si è verificata in tutta la storia della Chiesa. Appare sempre più chiaramente, per quanto il fatto sembri sconvolgente ed inaudito, che la Chiesa oggi è turbata proprio da colui che in essa ha da Cristo l’ufficio di guidarla nella pace: il Sommo Pontefice. Il fatto nuovo, che mette a dura prova la fede dei cattolici, è che essi faticano enormemente a riconoscere in questo Papa il Vicario di Cristo, il Successore di Pietro, il maestro della verità evangelica.