Non ha fatto parlare troppo finora la normativa che permetterà ai cittadini greci, già a partire dai 15 anni compiuti, di richiedere all’anagrafe il cambiamento di sesso (o di genere come dicono i progressisti), senza neppure dover fare una operazione chirurgica chiarificatrice. E i poveri transgender di 14 anni? Continueranno a essere discriminati? Mah!
Di solito, almeno fino ad un recente passato, i paesi più meridionali dell’Europa e quelli di tradizione cattolica o ortodossa in particolare, erano i più conservatori e tradizionalisti in fatto di morale, di famiglia e diciamolo pure, di buon senso. Da sempre contrapposti alle avanguardie storiche rappresentate dalla Svezia, dall’Olanda e in fondo dalla stessa Gran Bretagna (avanguardie, va precisato, a base di educazione sessuale fin dalle elementari, droga più o meno libera e tollerata, aborto come diritto umano imprescrittibile per le signore anche minorenni, pornografia libera e garantita per tutti e a qualunque ora, eutanasia dei minori e dei malati probabilmente inguaribili, etc. etc.). Leggi tutto “Il parlamento greco autorizza il cambiamento di sesso”
Autore: Enrico Maria Romano
Marco Tarquinio contro i “razzisti senza vergogna”
Ci sarebbe molto da dire sulla linea adottata da anni dal quotidiano “di ispirazione cattolica” Avvenire, sia quanto alla pertinenza di tale ispirazione – rivendicata e contraddetta non raramente nelle stesse pagine del giornale – sia per altri motivi non proprio secondari.
Sulla cattolicità della stampa, della pubblicistica e della teologia cattolica, nei cinquant’anni dell’inverno post-conciliare, mi è sufficiente notare che i papi Giovanni Paolo II (1978-2005) e Benedetto XVI (2005-2013) hanno molte volte denunciato le rotture e le discontinuità presenti e gravi nell’ambito ecclesiale.
E’ noto a tutti il discorso del Natale 2005 di Benedetto XVI sulla doppia ermeneutica che ha fatto seguito al Concilio Vaticano II (1962-1965) in cui la cosiddetta “ermeneutica della discontinuità” era denunciata dal pontefice come prevalente su quella giusta e ortodossa. Tra i cattolici insomma non mancavano (come non mancano) coloro che prendono lucciole per lanterne, credendosi divinamente ispirati… E il papa in qual discorso si riferiva, come si capisce dal contesto, ad ambienti assai influenti nella Chiesa, come quelli appunto della stampa, dell’associazionismo, dell’episcopato e della docenza teologica.
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Lo Stato laico non esiste
Il problema dello Stato laico è onnipresente, e benché di norma in penombra nei dibattiti da salotto tv, resta in un certo senso insuperabile. Dietro alle derive dell’islam politico terroristico, che ormai ha insanguinato metà delle storiche nazioni dell’Europa (ex) cristiana, come Spagna Francia Germania Russia e Scandinavia, c’è evidentemente il problema dell’accoglienza di persone di diversa religione, e dell’armonizzazione tra islamismo e tradizione cristiana.
Violenze della sinistra, violenze della stampa
Tra le cose più menzognere oggi c’è senz’altro l’informazione filtrata dei grandi mass media: pilotati, teleguidati e sempre più posseduti e diretti da grandi network e da grandi colossi industriali tutt’altro che neutri dal punto di vista ideologico.
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Il problema della scuola laica
Nella società di oggi tutte le certezze sembrano vacillare e nulla resta fisso e sicuro come una casa costruita sulla roccia. Le stesse basi etiche e sociali su cui poggiò solidamente l’Italia per un lungo lasso di tempo (almeno dal 1870 al 1970) paiono sgretolarsi come un gigante dai piedi d’argilla. Leggi tutto “Il problema della scuola laica”
Mentire con classe: Lili Gruber
La giornalista patinata Lili Gruber, sulla non meno patinata rivista settimanale del Corriere della Sera, C7 uscita in edicola il 29 giugno u.s. (pagina 13), mente e vista la sua conoscenza dei fatti, lo fa sapendo di mentire.
Un lettore, tal Tommaso Procopio, le scrive giustamente preoccupato per l’invasione migratoria in atto, forse la più grande invasione della storia umana universale, certamente la più spaventosa migrazione dell’Europa nella storia moderna, da Colombo in qua. Scrive il lettore, che “Con la politica dei salvataggi stiamo invitando in Italia l’intera Africa!”. Una verità ormai così banale e autoevidente, che pure il punto esclamativo pare superfluo.
Le radici del filo-islamismo cattolico
Ogni qual volta un attentatore islamico compie un massacro, come recentemente avvenuto a Manchester nel Regno Unito, la prosopopea dei presunti esperti e dei sociologi di parte si mette in moto. E ci racconta alcune verità scientifiche altamente dimostrabili ed empiriche, come quelle inoppugnabili secondo cui “tutte le religioni sono uguali”, “i mussulmani mettono le bombe perché noi non li integriamo”, “se loro hanno i kamikaze, noi abbiamo le crociate”, “il Corano non insegna certe cose”, eccetera eccetera.
Su tutte queste affermazioni per fortuna, almeno in Italia, esiste ancora una stampa libera e vivace, che certuni fondamentalisti boldriniani vorrebbero zittire, la quale presenta un’altra versione dei fatti.
Sulla compatibilità del programma di Marine Le Pen con la dottrina sociale della Chiesa
La vittoria (abortita) di Marine Le Pen, alle elezioni presidenziali dello scorso 7 maggio, sarebbe stata diversa dalle vittorie (abortite) di Norber Hofer in Austria e di Geerd Wilders in Olanda. E, per l’insieme dell’Unione Europea, e dunque anche per l’Italia, sarebbe stata diversa, perfino rispetto alla miracolosa e storica vittoria di Donald Trump in America, o del Brexit in Gran Bretagna.
Guareschi, una associazione cattolica ci va in pellegrinaggio
Si dice ripetutamente che il romanziere Giovanni Guareschi (1908-1968) sia l’autore, o almeno l’autore novecentesco, più letto all’estero, ed anche il più tradotto nei mille idiomi del pianeta. Il che, se fosse vero, sarebbe un bel vanto per la nostra cultura, nazionale e religiosa, essendo impossibile concepire un Guareschi e la sua celeberrima saga, al di fuori della cattolicità e dell’italianità del secondo dopoguerra.
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Liverani acattolico?
Come varie volte ha sottolineato il quotidiano indipendente La Verità, Avvenire – il “quotidiano di ispirazione cattolica” in Italia – ultimamente sta annacquando sempre più cotal nobile ispirazione. Addirittura, a volte, sembrerebbe un giornale laico-laicista-progressista, sullo stile, certo inarrivabile, di Repubblica, La Stampa o Il Corriere della Sera.
Si pensi alla lotta accanita condotta dal direttore Tarquinio e dai suoi contro Donald Trump, presentato più o meno come un demonio eletto misteriosamente presidente, o alla feroce condanna del Brexit e del cosiddetto populismo. Tutte battaglie sicuramente iper-politiche e arci-divisive che richiederebbero, in sé e per sé, più misura in un organo finanziato dalla CEI, Conferenza episcopale che vuol essere una istituzione aperta a tutte le sensibilità e non lontana da alcun cittadino della paese…