Biagio Conte attraverso le sue Parole (2)

Biagio Conte nella chiesa consacrata dal Card. Corrado Lorefice a Palermo
con il titolo di “Casa di Preghiera di tutti i popoli”
e costruita con gli ospiti della Missione Speranza e Carità

Nel mio precedente articolo del 29 Gennaio 2023 (QUI) mi chiedevo come mai, avendo fratel Biagio seguito l’esempio di San Francesco d’Assisi, sia nei video che nel film di Scimeca non emergessero quei capisaldi

della spiritualità francescana, che non sono la ‘natura’, ma il creato, l’amore al Crocifisso, all’Eucaristia, alla Madre di Dio, Vergine degli Angeli.

Così, scrissi ai Frati Minori Rinnovati di Palermo, che mi rassicurarono circa la fede Cristocentrica, eucaristica e mariana di Fratel Biagio. Mi dissi anche che, probabilmente, essendo Fratel Biagio una

Fraternità di Napoli

persona che viveva il carisma più che descriverlo, evidentemente nelle testimonianze recenti emergeva quello che nella Chiesa e nel mondo è particolarmente difficile vivere e, cioè, la vicinanza ai più poveri, vivendo come loro e non tanto organizzando servizi per loro. Ma mi giunse, poi, una mail di un religioso della Sicilia molto severa nei confronti di Fratel Biagio. Non cito il Nome del religioso, né il testo intero, per rispetto della riservatezza.

Egli riferiva di aver incontrato Fratel Biagio e di essere rimasto sconcertato per più motivi:

Anch’egli religioso, e per di più, sacerdote ricevette nel suo eremo Fartel Biagio per passare qualche giorno di eremitaggio. Non partecipò mai alla Messa Domenicale, chiedendo, però, la Comunione come se per lui il Precetto non avesse rilevanza. Un giorno feriale entrò in Chiesa mentre il religioso celebrava e, senza aver chiesto permesso previo, prima del congedo, prese la parola senza che il Padre glielo potesse impedire, perché si era di fatto imposto, e, mettendosi in mezzo nel presbiterio, si mise ad esortare i fedeli a pregare per …

Da tutto ciò, il religioso ricavava che quest’uomo non aveva alcuna visione cristiana della vita. Lo valutava un ecologista, un ambientalista, una persona umanamente sensibile, ma non un cristiano, anche perché al riguardo era molto ignorante e non sapeva nulla né di San Francesco, né di Gesù, se non dalle canzoni di Claudio Baglioni e dai consueti luoghi comuni. Secondo il religioso, non ci troveremmo affatto davanti a un santo, ma ad una vera e propria mistificazione.

Sicuramente, due punti sono molto importanti e, forse, non solo per l’Autore di questa lettera: 1) Fratel Biagio non avrebbe frequentato la Messa domenicale, però aveva chiesto comunque l’Eucarestia; 2) Prese la parola in Chiesa senza domandare l’autorizzazione al sacerdote. Nel primo caso non avrebbe obbedito al precetto della Chiesa di santificare le feste e, nel secondo, non avrebbe fatto riferimento all’autorità della Chiesa lì rappresentata dal sacerdote.

Forse, egli, rispetto all’eucaristia, si comportava come i primissimi eremiti del secondo secolo che anteponevano l’eremitismo alla comunità. Non che non fossero cristiani, ma ancora non avevano ben chiara l’importanza della celebrazione. Successivamente, impararono a dotarsi in gruppo di un sacerdote per la sinassi domenicale.

Forse, Fratel Biagio doveva crescere in questo aspetto per non cadere nella pretesa dell’eucaristia al di fuori della Messa senza necessità? Ma, certo, credeva al valore del Sacramento. Intervenne, poi, con la parola, benché ciò non sia previsto per i laici, forse perché ritenne di essere investito di una missione divina?

Mi sentii, dunque, di rispondere così alla critica del religioso che mi sembrava meritevole di rispetto e attenzione.

Rev.do Padre,

La ringrazio per avermi scritto e dato la Sua testimonianza. In effetti, come anche lei ha letto dal mio articolo (del 29 Gennaio 2023), io stesso mi posi degli interrogativi. Sono convinto che le notizie che al momento si hanno di questa figura siano un poco confuse, incomplete e imprecise e spesso filtrate da visioni di chiesa e spiritualità quantomeno superficiali. Sto raccogliendo tutte le informazioni possibili per capire chi sia effettivamente questo fratello che ha avuto ampio seguito ( e che mi ha colpito non poco). Perfino, è stato aiutato dal Card. Pappalardo, dal Card. De Giorgi, ora dal Card. Lorefice, ricevuto da Papa Benedetto e da Papa Francesco che lo ha visitato.

Il Card. Lorefice avrebbe dovuto consacrare la sua chiesa intitolandola “Casa di Preghiera per tutti i popoli” (cf. Is. 56, 7), non so se poi ciò sia stato effettivamente fatto (Ora, invece, so che la chiesa è stata consacrata).

Al funerale, celebrato dal Card. Lorefice, il concorso di popolo e di sacerdoti è stato notevolissimo. Ora, nei numerosi video che sto visionando, la testimonianza di quest’uomo è molto toccante sul piano sociale e morale. Devo dire che, benché usi il termine generico “Dio” più spesso che non Gesù, o Signore, egli sembra intendere comunque sempre o, in genere, Gesù. È vero che fino ad ora non ho trovato parole sull’Eucaristia, sulla confessione e gli altri sacramenti. Se ci aspettassimo, a motivo della sua predilezione per gli “evitati” (li chiamerei), un’altra Madre Teresa, saremmo fuori strada. Credo, al momento, di poter dire che egli sembra aver risposto  a una chiamata con le sole capacità che aveva di persona nata in un contesto cristiano tradizionale, ma non ben informato della fede. Più spesso, dice di non aver studiato teologia. Pure, sembra aver recuperato alcuni elementi importanti, come la devozione a numerosi santi, anche a Maria, sia pur non sotto tutti i suoi titoli più comuni, ma solo sotto quelli trasmessigli dall’educazione materna (Addolorata). Ha colto l’importanza di dare una grande chiesa a questi poveri con tutte le simbologie più appropriate, certo aiutato da Don Pino e altri sacerdoti. Il documentario, del quale le do il link (https://www.youtube.com/watch?v=FbPxAY1KYSU), forse segna un passaggio di crescita di Fratel Biagio, crescita che poi non si è compiuta forse appieno, mancando di maturare, forse, quella delicatezza ecclesiale e consapevolezza sacramentale come la Chiesa ci insegna e lei ha osservato. Probabilmente, Biagio ha pagato lo scotto della scarsa odierna educazione alla fede nella sua completezza, ma in ciò che aveva a disposizione ho l’impressione che abbia dato dei frutti fondamentalmente buoni. Mi riservo di approfondire la sua conoscenza, pronto a modificare in ogni modo il mio personale parere.

C’è già chi comincia a dire “Biagio santo subito”, esagerando non poco. La Chiesa saprà discernere esaminando, se sarà il caso, tutti gli aspetti di vita spirituale e non solo caritativa di fratel Biagio. A noi, che nella Chiesa svolgiamo un servizio di informazione e formazione, compete il dovere di essere prudenti nell’uno e nell’altro senso. Sicché, cercherò di venire a conoscenza di nuovi elementi e, ne avesse l’opportunità, mi tenga informato. Li prenderò in dovuta considerazione per dare al Popolo di Dio il miglior servizio nella Carità. 

Pace e Bene e sempre grazie, Marcello Giuliano

Come promesso al Reverendo, a me stesso e ai lettori, sto continuando a informarmi e a riflettere come parte attiva della Chiesa su questa figura.

Propongo oggi questo video che vede Fratel Biagio nella Chiesa voluta da lui e dalla stessa Chiesa locale e realizzata negli anni valorizzando il lavoro dei suoi fratelli “ospiti”, che non sono considerati un peso, ma una risorsa, capaci di lavorare e amare. Tutto è stato realizzato, sembra si possa dirlo, con amore e concorso del popolo, che ha iniziato a vedere diversamente queste persone.

Già in questo video, oltre la storia di Biagio, si comincia a conoscere di più della sua spiritualità che approfondiremo anche in successivi video e articoli. Credo, infatti, che una realtà di Chiesa che localmente, e non solo, è riuscita ad avviare una risposta su più piani al disagio che il mondo e la Chiesa stanno vivendo, debba essere ben conosciuta e valutata.

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Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O.F.M.Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Di prossima uscita Gesù è veramente risorto?

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